Grevezzano, Cadè, Canton Chiedo, Canton d'Oro, Cà Stecco, Castello, Fornace Farsani, Fornazze, Monte San Giano, Pozzei, San Clemente, Santa Maria del Sasso, Stallazzo, Virolo
Centro della zona occidentale della provincia di Varese, è collegato all'altezza di Gemonio con la Statale n. 394 Varese-Laveno.
Caravate è un medio centro urbano protetto dalle colline digradanti verso il lago Maggiore.
Il centro è collegato con le varie frazioni sparse ai piedi del San Clemente, del Picuz e del Sasso Poiano. Il paese si estende lungo le campagne bagnate dal fiume Viganella.
Caravate deriva dal nome celtico di persona Carevus con l'aggiunta del suffisso -ate oppure dal prelatino carabus o caravos
che a sua volta deriva da karra, pietra (da caravum, mucchio di pietre) [senza fonte].
Al nome Caravate viene anche attribuita origine preistorica, neolitica: il nome Caravate si dice provenga dall'antico Caravè (maceratoio di canapa) [senza fonte]. Tale ricerca fu suffragata da ritrovamenti di fossili e indizi tali da far presupporre che la zona intorno al fiume Viganella fosse in realtà una grossa palude, popolata da coltivatori di canapa aventi come abitazione palafitte.
Inoltre in una pergamena dell’anno 712 in cui sono elencati i possedimenti in Valcuvia del monastero di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia, sono citate diverse località tra cui quella di Calariate, corrispondente all'attuale Caravate. Calariate compare anche tra gli antichi nomi della città di Gallarate (VA) e si suppone derivi il termine latino glarea, 'ghiaia', rispetto al quale mostra assordamento della consonante iniziale e epentesi di /a/ dopo /g/(*gala-rea > cala-riate).
Storia
Le tracce del più remoto passato del paese parlano di genti celte, mentre molto più vive e conservate nel tessuto di Caravate sono quelle medioevali.
Ad inizio del XX secolo, Caravate vantava alcune presenze di attività artigianali ed agricole, contadini, muratori, come attestano alcuni mulini tuttora funzionanti, un torchio per olio, una segheria idraulica, una fornace a fuoco continuo e fabbriche di laterizi.
Aveva una discreta rinomanza anche il vino che veniva prodotto a Caravate in particolare quello dei vigneti del “Sassa” e quello ricavato dalle uve del Ronco chiamato “Pancotto”.
Il paese è oggi un centro molto operoso e dinamico, ove convivono industria ed agricoltura.
Veduta di CaravateVista dalla chiesa parrocchiale
Monumenti e luoghi d'interesse
Caravate offre esempi di architettura sacra e tradizioni rurali (rinomata la scuderia Castelverde per cavalli da corsa).
Un paese attivo e partecipe dove sono presenti numerose associazioni sportive, socio-culturali e di solidarietà che arricchiscono il calendario di eventi e manifestazioni.
Architetture religiose
La vecchia chiesa di Sant'Agostino stile romanico dell'inizio XI-XII secolo.
La chiesa di San Clemente, del IX-X secolo posta sul colle omonimo.
Chiesa parrocchiale SS. Giovanni Battista e Maurizio
La Chiesa di S. Maria del Sasso, le cui origini risalgono al Medioevo, in località Fornazze presso il Convento dei PP. Passionisti, è stata riconosciuta "Chiesa Giubilare" in occasione del Giubileo.
La nuova chiesetta di Sant'Agostino, costruita nel 1853 nella zona centrale del paese.
La Chiesa di Santa Lucia (anni sessanta) progettata dall'architettoLuciano Baldessari espressione incantevole d'arte sacra moderna: è annessa a Villa Letizia, ex Casa di Riposo per ciechi.
Nel territorio comunale c'è lo stabilimento dell'azienda Colacem, produttrice di cemento, mentre l'azienda INDA, accessori per bagni, ha chiuso l'attività.
Infrastrutture e trasporti
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