Canda
Canda (Canda in veneto) è un comune italiano di 842 abitanti della provincia di Rovigo in Veneto, situato sulle sponde del fiume Tartaro (che da Canda assume il nome di Canalbianco) e che fa parte dell'idrovia fluviale Fissero - Tartaro - Canalbianco, che la collega al mare Adriatico. Origini del nomeSembra che il nome derivi da un'antica espressione pre-romana (probabilmente etrusca) can-da con il significato di "luogo di sosta", probabilmente perché era il punto sino al quale si poteva navigare sul fiume Tartaro, prima dell'escavo di trent'anni fa che ha portato a formare la "Conca di Canda" (nel punto in cui confluisce nel Tartaro la "Fossa Maestra") per consentire la prosecuzione della navigazione sino a Torretta di Legnago (VR); quindi una radice linguistica simile a quella di Samarcanda e Kandahar. Secondo un'altra ipotesi (meno probabile), il nome potrebbe derivare da caupona, termine latino per indicare un'osteria o una piccola stazione di sosta, sia con possibile riferimento al limite di navigabilità del fiume Tartaro, sia con possibile riferimento all'ipotesi che qui varcasse il fiume Tartaro il ramo padano della romana Via Claudia Augusta, che congiungeva Ostiglia con Verona, per poi proseguire sino a Trento, importante strada di cui si sono perse le tracce, ma di cui è stato ritrovato un breve tratto sotto il letto del corso attuale (dal VI secolo) del fiume Adige presso la frazione di Begosso del comune di Terrazzo (VR), che si troverebbe con un allineamento compatibile secondo il rilievo aerofotogrammetrico della zona del basso veronese (comuni di Terrazzo, Castagnaro e Villabartolomea) che conferma l'orientamento dell'antica strada romana.[4] StoriaL'esistenza del piccolo borgo è documentata sin dall'alto Medioevo e vi si fa riferimento in più cronache di movimento di eserciti, nonché come terre di bonifica (dopo l'alluvione indotta dai ferraresi) particolarmente fertili nel lungo periodo di dominazione veneziana, quando diverse nobili famiglie veneziane vi eressero ville all'interno di vaste proprietà agricole. All'inizio del XVI secolo, vi si formò una piccola comunità di fede calvinista, derivata da analoga comunità formatasi a Rovigo (su iniziativa di due illustri torinesi), della quale erano elementi di spicco Domenico Mozzarelli (notaio in Rovigo, che aveva abbracciato le idee calviniste quando era studente a Padova) e Cesare Aldiverti, proprietario di terre a Canda; della piccola comunità di Canda erano elementi di spicco Marco Fichente e Giovanni Panciera, suonatore di lira e cieco. Entrambe le comunità calviniste furono senz'altro stroncate dall'Inquisizione subito dopo il Concilio di Trento[5]. Storicamente, Canda ha sempre avuto come centro urbano di riferimento la vicina (11 km) Lendinara (da sempre suo centro di riferimento)e non le più vicine (9 km) Badia Polesine (peraltro collegata a Canda da strada carrozzabile solo nel secondo dopoguerra e (4 km) Trecenta che si è sviluppata come centro solo negli anni ottanta del novecento dopo la realizzazione di un rilevante ospedale che ha riunito diversi piccoli ospedali di zona, tra cui quelli di Badia polesine e di Lendinara. SimboliLo stemma e il gonfalone del comune di Canda sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica dell'8 luglio 1971.[6] «Interzato in pergola: nel 1° d'azzurro, alla fascia d'argento, caricata di un giglio di nero; nel 2º di rosso, al leone di San Marco d'oro, "in moleca"; nel 3° di verde, a tre spighe di grano d'oro, impugnate e legate dello stesso; alla pergola d'oro, attraversante sulla partizione. Ornamenti esteriori da Comune.» Il gonfalone è un drappo di verde. Monumenti e luoghi d'interesseVilla Nani MocenigoNel 1580 l'architetto Vincenzo Scamozzi (Vicenza 1552 - Venezia 1616) venne incaricato dal nobile Agostino Nani di realizzare la villa, che sorge vicino al corso del fiume Tartaro. La costruzione fu terminata nel 1584. Nel XIX secolo assunse la denominazione di Villa Nani Mocenigo, dal nuovo cognome aggiunto alla casata dei proprietari. La villa risulta ancora circondata dall'originario muro di cinta ed è dotata di ampio giardino antistante con cappella gentilizia, rustici, scuderie e serre (tutti fatiscenti in stato di abbandono); oltre l'edificio si estende un notevole parco che custodisce numerose statue in pietra dei Colli Berici, attribuite comunemente al veneziano Alvise Tagliapietra. Dopo decenni di abbandono, conseguenti anche ad un incendio che la devastò nel gennaio 1945 quando era adibita ad edificio scolastico in sostituzione di scuole secondarie superiori di Rovigo sfollate per la guerra, la proprietà (Banca di San Marino) ha accettato di affidare la manutenzione del parco al Comune di Canda, che in cambio lo utilizza per varie manifestazioni locali, nel mentre la villa, riparata dopo l'incendio del 1945, resta in custodia di una società privata che fa capo alla famiglia dell'attuale sindaco . Architetture religiosePer la Chiesa cattolica il territorio è amministrativamente parte del Vicariato di Lendinara - San Bellino, a sua volta divisione amministrativa della Diocesi di Adria-Rovigo.
Architetture civili
SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[7] Amministrazione
CulturaEventiGrazie alle varie associazioni di Canda sono diverse le manifestazioni presenti:
È la classica festa tenuta ogni anno il 6 gennaio in occasione dell'Epifania.
Ha durata di 6 giorni attorno alla data del 13 giugno.
Ha durata di 6 giorni attorno alla data del 29 settembre (patrono San Michele Arcangelo). EconomiaL'economia del paese è rimasta per secoli essenzialmente agricola ma negli anni novanta del secolo scorso è stata realizzata, a fianco della superstrada Verona - Rovigo, in prossimità dello svincolo di uscita, una zona industriale. È prevista l'apertura dell'autostrada Valdastico Sud che termina proprio a Canda, ivi sfociando sulla superstrada Verona - Rovigo collegando il paese a Vicenza e Padova e in futuro con Trento. Note
Bibliografia
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Collegamenti esterni
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