Il comune di Battifollo (Battifollum) probabilmente deriva dal termine utilizzato durante il medioevo per indicare un sistema di fortificazioni difensive, spesso costituite da materiale rudimentale: fossi, legname, fascine, pietre, di cui era dotato il crinale su cui ancora oggi si trova questo minuscolo borgo della provincia di Cuneo.
Storia
L'origini storiche dell'insediamento si rifanno alle prime, rudimentali fortificazioni dette battifolle, sorte probabilmente verso il X secolo, successivamente trasformate in fortificazioni turrite definitive, e quindi un vero e proprio castello, di cui si ha menzione per la prima volta in un documento di investitura feudale del marchese Ottone nel 1203, così come l'insediamento abitativo chiamato Battifollum, sive castrum ultra Tanagrum[6]. Nel XIII secolo fece parte del marchesato di Ceva che lo amministrò ininterrottamente sino al XVIII secolo. Più recentemente è stato amministrato dal 1928 al 1947 dal comune di Bagnasco. Originario del luogo un certo Roberto figlio dei signori del XIII secolo che fu tra i primi seguaci e compagni di san Francesco d'Assisi, e in quella città morì nel 1315.[senza fonte]
Simboli
Lo stemma del Comune di Battifollo è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 24 aprile 2000.[7]
«D'oro, alle due faci di rosso, infiammate al naturale, poste in banda e in sbarra, decussate in punta, la face in sbarra attraversante. Ornamenti esteriori da Comune.»
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture militari
Castello di Battifollo, di origine medioevale. Posto in posizione dominante, abitato fino al 1792 dai marchesi Ceva di Battifollo, nel 1796 venne occupato dalle truppe francesi del generale Sérurier, impegnate nella campagna d'Italia comandata dal generale Napoleone Bonaparte, che successivamente lo depredarono e quindi smantellarono, come quasi tutte le altre rocche della zona. Dell'antico castello restano una massiccia torre a base quadrata con i ruderi dei bastioni e parte delle mura perimetrali.
Documentazione del passaggio delle truppe francesi e della battaglia svoltasi sulle alture del paese in quello che oggi viene definito "bric della Bastia " restano documentazioni in numerosi memoriali di guerra in particolare in quello di Gabriel Fabry[8]. Sul terreno sono ancora oggi visibili i trinceramenti del campo di battaglia.
Architetture religiose
Chiesa parrocchiale di San Giorgio. Edificata tra il 1872 ed il 1886, anno della sua consacrazione, su progetto dell'architetto Giovanni Battista Schellino, trovando uno squisito equilibrio fra eclettismo e manierismo: pinnacoli sulla facciata, porte laterali in stile barocco, l'ordine dorico dell'ampio vano interno a pianta centrale. Sul sito probabilmente esisteva una chiesa molto più antica, come è evidenziato dal campanile merlato, rimasto al servizio dell'attuale chiesa.
Notevoli le cappelle della Madonna della Neve in frazione Bosco, di Sant'Anna e San Bernardo, di San Rocco sulla strada provinciale per Bagnasco e di San Remigio (solo resti fondazioni).
La prevalente attività economica è quella agricola; un tempo erano presenti due strutture di ricettività alberghiera, chiuse negli anni '80 la prima (Locanda Mirabella) e fine '90 la seconda (Albergo Cavallo Gigio, che prima ha limitato la sua attività alla sola ristorazione divenendo poi a luglio 2015 un centro di accoglienza per migranti richiedenti asilo[10]).
Da notare la possibilità di compiere passeggiate come quella ai ruderi del castello e alle cappelle di Sant'Anna e della Madonna della Neve in frazione Bosco. Più impegnativa è l'escursione al Bric Mindino con la sua splendida posizione panoramica a 1.879 m passando per il colle di San Giacomo e Prato Rotondo, in una zona ricca di flora e di sorgenti.
^Mémoires sur la campagne de 1794 en Italie di Gabriel J. Fabry, France Armée. Service historique de Armée,1904, edizioni militari Chapelot, Parigi, pag 209-211