Aldo Serena
Aldo Serena (Montebelluna, 25 giugno 1960) è un ex calciatore italiano, di ruolo attaccante. È uno dei sei calciatori italiani (insieme a Filippo Cavalli, Giovanni Ferrari, Sergio Gori, Pierino Fanna e Attilio Lombardo) che hanno vinto lo scudetto con tre diverse società:[1] nel suo caso, con Juventus, Inter e Milan. Caratteristiche tecnicheAttaccante dotato di grinta e spirito di sacrificio,[2][3] aveva nel colpo di testa il pezzo migliore del proprio repertorio.[2][4][5] CarrieraGiocatoreClubMontebelluna e InterCresciuto nelle giovanili del Montebelluna, sua città natale, quando aveva 15 anni saltò il suo passaggio alla Juventus a causa dell’infortunio del cugino Pozzobon che era incluso nella trattativa.[6] Quindi esordì nel calcio professionistico nella stagione 1977-1978 segnando nove reti con i biancocelesti in Serie D. Acquistato dall'Inter nel 1978, come riserva di Altobelli e Muraro, segnò il suo primo gol in Serie A il 19 novembre 1978 nella partita interna contro la Lazio (vinta 4-0), che rappresentò il suo esordio in massima serie. Como, Bari e MilanA fine stagione, collezionate soltanto due presenze, venne mandato in prestito al Como in Serie B segnando due reti in 18 presenze. L'anno successivo passò al Bari, sempre in prestito, e stavolta segnò 10 reti in 35 apparizioni. Tornò all'Inter nella stagione 1981-1982, segnando 2 reti in 21 presenze di campionato e solo una in Coppa Italia, seppure quest'ultima valse il definitivo 1-0 nella finale di andata contro il Torino; l'1-1 nella sfida di ritorno diede il trofeo ai nerazzurri, il primo per l'attaccante. Non venne confermato per la stagione successiva e passò così ai concittadini del Milan, in Serie B, segnando otto reti e contribuendo attivamente alla promozione dei rossoneri in massima serie. Tornò all'Inter la stagione seguente, segnando ancora otto gol.[7] Torino e JuventusVenne ceduto, ancora una volta in prestito, al Torino per l'annata 1984-1985, terminata dai granata al secondo posto in classifica, cui Serena contribuì con un bottino personale di 9 reti tra cui il gol-vittoria all'89' nel derby del 18 novembre 1984.[8] Nel 1985, rientrato all'Inter, fu ceduto stavolta alla Juventus che pagò 2,8 miliardi di lire più il cartellino di Marco Tardelli, valutato 3,2 miliardi.[9] Curiosa la storia del suo trasferimento sull'altra sponda della città sabauda: Serena nel giugno 1985 viene chiamato d'urgenza dal presidente nerazzurro Pellegrini per discuterne a cena, ma Serena disse che non poteva, perché doveva andare al concerto milanese di Bruce Springsteen, il primo in Italia: il giocatore rimandò l'incontro a dopo il concerto di The Boss. A mezzanotte, rinunciando ai bis di Springsteen, se ne andò da San Siro a piedi sino alla casa, non distante, di Pellegrini, che gli comunicò il trasferimento ai bianconeri.[10][11][12] Nel dicembre 1985 vinse la Coppa Intercontinentale contro l'Argentinos Juniors ai tiri di rigore, realizzando il proprio penalty.[13] A fine stagione conquistò il suo primo scudetto, il 22º per la Vecchia Signora, segnando 11 gol in 24 presenze. Vestì la maglia bianconera anche nella stagione 1986-1987, quindi nell'estate seguente compì il percorso inverso: tornò all'Inter, ceduto per 3,5 miliardi di lire.[14] Ritorni alle milanesiNell'estate 1987 ebbe quindi luogo il ritorno all'Inter, dove ritrovò Trapattoni con cui si era aggiudicato il titolo nazionale un anno prima.[15] In Coppa UEFA, nel ritorno dei sedicesimi con il Beşiktaş, segnò una doppietta nel 3-1 finale.[16] Altri due gol li realizzò da ex, nel derby d'Italia del 25 ottobre: i nerazzurri vinsero per 2-1.[17] Anche il Bologna, in Coppa Italia, subì due reti da lui.[18] Visse un'ulteriore consacrazione l'anno successivo, quando si laureò capocannoniere del torneo con 22 centri contribuendo in maniera determinante allo Scudetto dei record nerazzurro.[19] Un gol portò alla vittoria della stracittadina d'andata, in cui segnò con un colpo di testa in tuffo.[20] Appose la propria firma anche sulla Supercoppa italiana, con una realizzazione alla Sampdoria.[21] Aggiunta al suo palmarès anche una Coppa UEFA (1991) rientrò al Milan dove, in due stagioni, disputò in tutto 10 partite e non segnò alcuna rete, ma vinse altri due Scudetti.[22] Si ritirò nel 1993.[23] Detiene il singolare primato di aver giocato i derby di Milano e di Torino con tutte le 4 maglie.[24] NazionaleConvocato in nazionale da Enzo Bearzot, esordì con gli allora campioni del mondo in carica l'8 dicembre 1984, a 24 anni, nell'amichevole contro la Polonia vinta 2-0 a Pescara.[25] Realizzò il suo primo gol in nazionale il 5 febbraio 1986, ad Avellino, nella partita amichevole persa 2-1 in casa contro la Germania Ovest.[26] Fu poi convocato per il Mondiale 1986 in Messico, senza però scendere in campo.[27] Venne confermato nel gruppo azzurro dal nuovo CT Azeglio Vicini, che lo convocò per il Mondiale 1990 ospitato dall'Italia, preferendolo a Fusi del Napoli.[28] L'attaccante segnò una rete all'Uruguay negli ottavi di finale, partita che coincise con il suo trentesimo compleanno.[29] Nella semifinale contro l'Argentina fallì un rigore della sequenza finale, contribuendo alla sconfitta italiana.[30] La sua ultima presenza in nazionale fu quella del 22 dicembre 1990, nella quale realizzò una doppietta nella gara delle qualificazioni europee vinta 4-0 contro Cipro a Limassol.[31][32] Chiuse la sua esperienza in nazionale con 5 gol in 24 presenze, ed è uno dei sei calciatori italiani ad aver segnato sia ad un Mondiale che ad un'Olimpiade. Dopo il ritiroDopo il ritiro è diventato commentatore tecnico nelle telecronache e opinionista dapprima per Mediaset, dal 1994, e poi per Sky Sport, dal 2023.[33] StatistichePresenze e reti nei club
Cronologia presenze e reti in nazionalePalmarèsClubCompetizioni nazionali
Competizioni internazionali
Individuale
OnorificenzeNote
Bibliografia
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