La Serie A 1982-1983 è stata l'81ª edizione della massima serie del campionato italiano di calcio (la 51ª a girone unico), disputata tra il 12 settembre 1982 e il 15 maggio 1983 e conclusa con la vittoria della Roma, al suo secondo titolo.
Il mercato fu reso più vivace sia dall'apertura all'ingaggio di un secondo calciatore straniero, possibilità che costrinse le società a muoversi già nei primi mesi dell'anno,[1] sia dalla definitiva abolizione del vincolo sportivo:[2] dal 1º luglio 1982[3] i calciatori, non più «oggetto passivo delle contrattazioni tra i presidenti», divennero proprietari dei loro cartellini (in questa prima fase, ciò avvenne gradualmente sulla base della loro anzianità), fatto che portò alla nascita di un mercato parallelo tra gli svincolati.[2][3]
Protagonista fu la Juventus campione uscente, che scelse il polacco Boniek e il francese Platini,[1] dirottando così l'irlandese Brady alla neopromossa Sampdoria;[4] gli ambiziosi liguri si rinforzarono acquistando anche l'inglese Francis e il promettente Mancini, mentre il giovane Vierchowod[4] venne girato in prestito a una Roma che, per il resto, si limitò a pochi acquisti come Maldera e l'austriaco Prohaska.
La Fiorentina, desiderosa di riscatto dopo l'esito della precedente volata-scudetto, completò la rosa con Pin, Sala e l'argentino Passarella, mentre l'Inter del nuovo allenatore Marchesi si rinforzò con lo stopper della nazionale, l'ex capitano milanista Collovati – per un passaggio sull'altra sponda del Naviglio che generò non poche polemiche, peraltro dopo le contestazioni che avevano falcidiato l'ambiente rossonero per la retrocessione dei mesi precedenti –,[5] oltre al brasiliano Juary e al tedesco Müller.
Il Torino chiuse l'era Pianelli passando nelle mani di Sergio Rossi: il nuovo patron non nascose ambizioni di rilancio portando in maglia granata uno dei freschi campioni del mondo azzurri, Selvaggi, oltreché Galbiati, l'argentino Hernández e la futura bandieraCorradini.[6] Infine in provincia l'Udinese blindò la retroguardia con il difensore brasiliano Edinho e compose l'inedita coppia d'attacco Virdis-Pulici,[7] mentre il neopromosso Verona si assicurò il brasiliano Dirceu e vari giocatori di categoria quali, tra gli altri, Fanna e Spinosi.[8]
Avvenimenti
Girone di andata
Il campionato successivo ai vittoriosi mondiali in Spagna della nazionale iniziò il 12 settembre 1982. Le favorite presto ebbero problemi: l'attacco della Fiorentina, già fuori dall'Europa e dalla Coppa Italia, si bloccò, e il mercato di riparazione si arenò a causa di una lunga e infruttuosa trattativa per portare Giordano a Firenze; la Juventus pagò in avvio un certo appannamento che manifestarono i suoi molti giocatori reduci dalle fatiche del mundial, il difficile impatto di Platini coi ritmi del calcio italiano[9] oltreché, alla lunga, l'insufficiente rendimento in trasferta; infine, i nuovi acquisti dell'Inter non rispettarono le attese.
Ad approfittarne fu la Roma, assieme alle tre vivaci neopromosse: la Sampdoria, sorprendentemente prima dopo tre partite (grazie a vittorie di rilievo su Juve, Inter e Roma), andò declinando, così come il Pisa; a resistere fu il quadrato Verona, che inanellò una lunga serie di risultati utili e, il 7 novembre, agganciò i giallorossi al primo posto. Il pareggio interno con il Cagliari della settimana seguente bloccò tuttavia i veneti, che riuscirono comunque a incalzare una Roma in fuga per tutto dicembre, concludendo il girone di andata al secondo posto: il 9 gennaio 1983 un solo punto divideva capitolini e scaligeri, questi ultimi particolarmente abili nel contropiede.[11]
Girone di ritorno
All'inizio del girone di ritorno il Verona incappò in quattro pareggi consecutivi (da segnalare la 19ª giornata, quando sette partite su otto terminarono pari); la pesante sconfitta del 20 febbraio sul campo dell'Avellino pose fine alla corsa dei gialloblù, destinati comunque alla qualificazione alle coppe europee.[8] La Roma, che aveva aumentato il divario grazie al gioco di Liedholm, poté affrontare con una certa sicurezza il recupero di Juventus e Inter; neppure il rovescio patito all'Olimpico il 6 marzo contro i bianconeri compromise il cammino dei giallorossi.[12] Il 27 marzo la Juventus perse infatti in maniera rocambolesca la stracittadina, subendo 3 reti in appena 3 minuti dal Torino,[13] mentre il 3-3 nel derby d'Italia del 1º maggio non fu omologato dalla giustizia sportiva, che diede partita vinta agli ospiti poiché Marini fu colpito da una pietra nei pressi del Comunale.[12] I nerazzurri, nel frattempo, furono protagonisti di un caso spinoso sul finire del campionato, con sospetti di combine per Genoa-Inter, ma entrambi i club vennero assolti dalla giustizia sportiva.[14]
La Roma poté vincere matematicamente il suo secondo scudetto l'8 maggio, grazie al punto strappato a Marassi contro i rossoblù; a 41 anni dal loro primo titolo, i giallorossi s'imposero nel campionato successivo ai Mondiali di Spagna 1982. Protagonisti del successo furono il presidente Dino Viola, che aveva preso le redini della società dopo la negativa stagione 1978-1979, l'allenatore Liedholm, al suo secondo successo personale, e un gruppo di giocatori in cui spiccarono il campione del mondo Conti, il goleador Pruzzo e il regista brasiliano Falcão,[12] tanto amato dai tifosi da meritarsi l'appellattivo di «ottavo re di Roma».[15]
Lo juventino Platini, al debutto nel campionato italiano, nonostante un avvio problematico seppe emergere alla distanza,[9] tanto da divenire capocannoniere con 16 reti. Da segnalare in questo torneo i 20 pareggi su 30 partite dell'Udinese, a tutt'oggi record per i campionati di Serie A a 16 squadre.
Nel corso del campionato il Napoli, ultimo al termine del girone di andata, si ritrovò a lottare per la salvezza; provvidenziale per i partenopei fu il ritorno in panchina di Pesaola. Staccato sul fondo il Catanzaro, calato alla distanza, i partenopei approfittarono dei pessimi gironi di ritorno di Cesena e Cagliari per portarsi in salvo, battendo all'ultima giornata proprio i romagnoli nello scontro diretto.[16] A decretare la caduta dei sardi fu la sconfitta contro l'Ascoli all'ultima giornata: per l'unica volta nella storia dei campionati a 16 squadre del dopoguerra, non furono sufficienti 26 punti per evitare la Serie B.[17]
Il sorteggio del calendario di Serie A e di Serie B avvenne il 30 luglio 1982, presso il CONI. Le prime sei squadre della stagione 1981-1982, Juventus, Fiorentina, Roma, Napoli, Inter e Ascoli, non potevano incontrarsi nella prime tre giornate.[22]
Partita con più reti: Roma-Napoli 5-2 (20ª giornata)
Individuali
Classifica marcatori
Nel corso del campionato furono segnate complessivamente 505 reti (di cui 40 su autorete, 49 su calcio di rigore e 2 assegnate per giudizio sportivo) da 142 diversi giocatori, per una media di 2,1 gol a partita. L'unica partita il cui risultato fu deciso a tavolino fu Juventus-Inter, terminata 3-3 sul campo. Di seguito, la classifica dei marcatori.[25]