Tagliacozzo è situata nella parte occidentale della Marsica, nell'area dei piani Palentini, non distante dai confini che separano l'Abruzzo dal Lazio, in posizione adagiata lungo le pendici del monte Civita a 740 ms.l.m.[6] Non lontano dal centro abitato si trovano la località turistica di Marsia, posizionata lungo la catena dei monti Carseolani sulle pendici orientali del monte Midia (1737 ms.l.m.) e la località residenziale della Piccola Svizzera, collocata lungo la strada che sale a Cappadocia.
Tagliacozzo è caratterizzata da clima montano mediterraneo[7], con inverni rigidi ed estati che possono attraversare periodi moderatamente caldi. Le medie delle temperature minime sono piuttosto basse, caratteristica comune a molte località abruzzesi dell'interno montano. La temperatura media annua è di 10,8 °C. Il mese più freddo è gennaio con una media di 2,5 °C e il più caldo è agosto con 19,6 °C. La temperatura più alta registrata a Tagliacozzo corrisponde a 40,0 °C mentre la più bassa a -27 nella località di Marsia.
La piovosità storica è di circa 970 mm annui distribuiti in 102 giorni con precipitazioni.
La stagione più piovosa è l'autunno, seguita dall'inverno e dalla primavera quando sono frequenti e talvolta copiose le nevicate. L'estate non è però particolarmente asciutta, essendo segnata da quasi 130 mm di pioggia in 18 giorni piovosi. Sono presentati di seguito i valori climatici medi di riferimento ufficiali per Tagliacozzo pubblicati dall'Arssa[8][9].
Diverse le ipotesi relative all'origine del nome. Quella più accreditata fa derivare il toponimo da due termini latini Talus e Cotium, ovvero taglio nella roccia. Il centro, infatti, si è sviluppato alle pendici del monte Civita, cima separata da una fenditura causata dal monte La Difesa[10].
Storia
Origini
Il territorio fu abitato nell'antichità dagli Equi, posti al confine settentrionale dei Marsi. Esistono sicuri cenni storici di un abitato, nella contemporanea località di Altolaterra, le cui origini risalgono a partire dall'XI secolo. Prima di allora si sono ritrovati, in alcuni testi imperiali carolingi del 964 e del 998, riferimenti al monastero di San Cosma, con la nota "in Heloritu" (situato cioè in un bosco di alloro). Prima ancora di ciò, sussistono tracce di insediamenti in grotte, alcuni risalenti all'epoca neolitica e all'età del Bronzo. Il centro abitato si sarebbe sviluppato attorno a tre parrocchie: San Nicola, Sant'Egidio e San Pietro, nella parte alta dei monti Aurunzo e Civita che sovrastano la città contemporanea[11].
La battaglia fu vinta con uno stratagemma ideato da Alardo di Valéry, che sgominò le truppe avversarie, ormai sicure della vittoria e senza più difese, giungendo alle loro spalle di nascosto. Dante Alighieri ricorda tale battaglia nel XXVIII canto dell'Inferno. In tale occasione si consolidò nella contea marsicana il potere dei De Ponte che appoggiarono Carlo I d'Angiò. Questi, sotto la spinta papale, che temeva la forza antagonista di un impero centrale voluto dagli Svevi, lottava per l'affermazione degli stati nazionali.
Con il matrimonio di un'esponente dei De Ponte con Napoleone Orsini, il possesso del feudo passò alla famiglia Orsini, che lo mantenne fino alla metà del Quattrocento. Tra i signori del feudo figurano Rinaldo e il cardinale Giacomo, che ne concretizzarono lo sviluppo socioeconomico. Quest'ultimo fu peraltro uno dei protagonisti, dopo lo scisma d'Occidente, nelle contese per la limitazione del potere temporale del Papa.
Nel 1409 il Papa Alessandro V, quale premio per l'appoggio ottenuto in una contesa territoriale, staccò la contea di Tagliacozzo dal Regno di Napoli e lo aggregò allo Stato Pontificio, confermandone la titolarità a Giacomo Orsini. Intorno al 1410 gli Orsini ottennero di aprire a Tagliacozzo una delle prime zecche dell'Abruzzo[12] nella quale si batté il bolognino. Sotto Don Ferrante, con il feudo nel possesso momentaneo dei Colonna, nella zecca forse fu coniato anche il cavallo con il simbolo della colonna[13]. Agli Orsini di Roma, ramo che si estinse, subentrarono nel governo della contea gli Orsini di Bracciano che, in particolare con Roberto Orsini, determinarono il massimo splendore di Tagliacozzo favorendo la costruzione di palazzi nobiliari e la realizzazione di molte opere d'arte.
Età moderna
La famiglia Orsini, proprietaria di altri feudi e con un potere che andava dal Tirreno all'Adriatico, nel 1497 fu privata dal papa del feudo, assegnato invece alla famiglia Colonna ed elevato a ducato, tenendo poi il dominio feudale fino al 1806, anno dell'abolizione del feudalesimo con la conseguente perdita dei diritti feudali. Il primo duca fu Fabrizio I, al quale successero, tra gli altri, Ascanio I e Marcantonio II Colonna, coinvolti pienamente nelle contese dell'epoca.
Con tale nuovo dominio il centro del ducato si spostò gradualmente verso Avezzano, dove fu ampliato il castello trecentesco. Ebbe così inizio per la cittadina un lungo periodo di decadenza.
A causa delle intolleranze patite nel Regno di Napoli nel XVI secolo una nutrita comunità di ebrei scelse di vivere nel paese vecchio, situato non distante dal confine con lo Stato della Chiesa. Nel 1515 tuttavia la comunità subì l'esilio dall'intero regno e dovette abbandonare la cittadina. Dall'epoca della loro presenza in Marsica gli ebrei acquisirono il cognome "Tagliacozzo"[14][15].
In questi periodi si ricordano tre personaggi di spicco: Giovanni Capoccio, uno dei 13 italiani vittoriosi nella disfida di Barletta del 1503; il matematico ed astronomo Andrea Argoli e la poetessaPetronilla Paolini Massimi. È incerta invece l'origine tagliacozzana di Gaspare Tagliacozzi, il primo chirurgo estetico italiano, morto a Bologna nel 1599.
Età contemporanea
Nel 1794 Tagliacozzo risultava il centro più popoloso della zona, con circa 12.000 persone. Dopo l'unità d'Italia, anche Tagliacozzo fu toccata dal fenomeno del brigantaggio postunitario. A Tagliacozzo venne giustiziato il generale spagnolo José Borjes, inviato da Francesco II di Borbone, in esilio a Roma, per riconquistare il perduto Regno delle Due Sicilie. Il generale Borjes aveva ricevuto dal re il mandato di riorganizzare le bande di briganti filoborbonici e di cercare anche l'aiuto e l'appoggio della popolazione calabrese e lucana fedele ai Borbone. Detto Regno delle Due Sicilie era stato perduto dopo la spedizione dei Mille avvenuta nel 1860 e l'invasione dell'esercito del Regno di Sardegna.
José Borjes, per contrasti tattico-militari, aveva da poco tempo interrotto l'alleanza con il capo-brigante Carmine Crocco e dalla Basilicata si stava recando con pochi uomini a Roma, passando per la Marsica, per informare il re Francesco II di quanto era avvenuto. Forse per delazione di alcuni abitanti della zona di Tagliacozzo, fu scoperto e inseguito da un reggimento di bersaglieri comandati dal maggiore Enrico Franchini. Il generale Borjes nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 1861 venne catturato nel Casale Mastroddi nei pressi di Castelvecchio di Sante Marie dopo un conflitto a fuoco. Venne fucilato assieme ai suoi militari senza alcun processo l'8 dicembre in piazza dell'Obelisco[16].
In quello stesso anno nella zona vi furono violenti moti contro il nuovo Stato Piemontese sedati con grande spargimento di sangue.
Il paese primordiale di Villa San Sebastiano, sua frazione, situato alle pendici del monte Aurunzo venne devastato dalla frana del 1955. Il nuovo paese fu edificato più in basso a circa un chilometro di distanza[20].
Tagliacozzo divenne, a cominciare dall'inizio del Novecento, un centro di villeggiatura invernale ed estivo e una meta turistica[21].
Attorno ad essa si sviluppa il centro storico. È contornata di palazzi storici e di un loggiato con archi a tutto sesto e finestre rinascimentali. In origine, chiamata "piazza da' Piedi", era contornata da portici, chiusi nel 1810 per ordine di Gioacchino Murat, re di Napoli. Al centro della piazza c'era, al posto della fontana inaugurata nel 1825, un contenitore in pietra dove, esposti alla pubblica gogna, venivano fatti sedere i debitori insolventi[29][30].
Ex monastero benedettino adibito a luogo di spettacolo nel 1686. Nel 1832 la struttura, dedicata al re, Ferdinando II, fu completamente modificata ed inaugurata. Un primo importante restauro fu compiuto tra il 1887 e 1888, anno della nuova inaugurazione e dell'intitolazione alla musa Talia. Ristrutturato nel 2002 ospita stagioni di prosa e musica in inverno e alcuni spettacoli del festival internazionale di Mezza Estate nei mesi di luglio e agosto[31].
Situato in piazza Argoli, il palazzo fu voluto nei primi anni del XIX secolo dal conte Alessandro Mastroddi. Spazioso atrio e scalone baronale presentano statue, iscrizioni e preziosi affreschi[33].
Palazzo Onofri
Antico edificio di proprietà della famiglia Onofri. Durante il Cinquecento ospitò l'ufficio dei "danni dati", un organo giudiziario incaricato di esaminare i presunti danni causati perlopiù nei boschi, nei fondi o alle colture altrui istituito da Ascanio I Colonna, duca di Tagliacozzo tra il 1520 e il 1556. Sulle pareti dell'edificio sono visibili le buche pontaie[34].
Villa Bella
Complesso di impianti sportivi edificato in epoca fascista, progettato e realizzato nel 1933 dall'architetto Enrico Del Debbio e dall'ingegnere Sebastiano Bultrini[35].
Architetture militari
Le mura medievali furono inglobate nel tessuto urbano a cominciare dal XVII secolo. Le cinque porte ancora esistenti sono porta dei Marsi (nota anche come "porta da' Piedi"), porta Valeria, porta Romana, porta di San Rocco e porta Corazza[36].
Fontanile quattrocentesco collocato in largo del Popolo, nei pressi della porta dei Marsi. Più volte restaurata è conosciuta anche come "fontana del Mascherone"[40].
Fontana dell'Obelisco
Realizzata a cominciare dal 1824:e inaugurata nel 1825 fu dedicata inizialmente al patrono sant'Antonio di Padova. È situata nel centro storico di Tagliacozzo, in piazza dell'Obelisco. La fontana ottocentesca si caratterizza per la vasca ottagonale e l'obelisco, eretto per celebrare il principe Francesco nella più importante piazza della cittadina marsicana[29][41][42].
Monumento ai caduti
Inaugurato nel 1924, è situato nel parco della Rimembranza. Il gruppo scultoreo in marmo rappresenta l'allegoria della Vittoria[43].
Area naturale che presenta l'antico sentiero delle risorgenti del fiume Imele tra la località di Capacqua e le rapide della valle delle Mole dove sono visibili i ruderi di otto antichi mulini ad acqua. Il fiume Imele le cui sorgenti si trovano a Verrecchie, nel versante abruzzese dei monti Simbruini, s'insinua tra le rocce del monte La Difesa per riemergere a Capacqua, dando vita ad un percorso geologico, storico e naturalistico, ricco della biodiversità caratteristica del luogo[46].
Itinerario costituito da diverse tappe che tocca comuni dell'Abruzzo e del Lazio per un totale di circa 100 chilometri. Il percorso inizia a Sante Marie e tocca altre località della Marsica estendendosi fino alla valle del Salto e al Cicolano, riscoprendo la storia e i luoghi dei briganti, al confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie[47].
Il dialetto di Tagliacozzo si inserisce nel gruppo tagliacozzano del dialetto sabino, appartenente ai dialetti italiani mediani. Tratto qualificante di questo gruppo dialettale è la conservazione delle vocali finali atone.
Venerdì santo: lunga processione per le strade del centro storico con il lutto rappresentato da uomini incappucciati vestiti di tunica nera[51].
Domenica in albis: solennità del Volto Santo e festa della Municipalità. Processione con l'antico quadro donato al ducato di Tagliacozzo dalla famiglia Colonna, in cui è raffigurato il volto sofferente di Gesù, che viene portato dalla chiesa madre dei Santi Cosma e Damiano a piazza dell'Obelisco per la benedizione[52].
Museo Orientale, ospitato all'interno del santuario della Madonna dell'Oriente presenta antichità egiziane, orientali, etiopiche, ed un'interessante raccolta numismatica e filatelica. Di particolare interesse alcuni dipinti ex-voto, risalenti dal XVII al XIX secolo, donati alla Vergine, gli arredi sacri, diverse monete antiche e rare icone bizantine. Nell'annessa biblioteca monastica sono custoditi antichi volumi[55][56].
Piatti tipici della cucina locale sono gli gnocchetti con i ceci; l'agnello, cacio e uova; la polenta con salsiccia e le spuntature servite in piatti di legno detti le "scifellette". Numerosi i prodotti di panificazione artigianale realizzati con la farina antica ricavata dal grano Solina[60].
Eventi
Tra luglio e agosto si svolge il festival internazionale di Mezza Estate, manifestazione culturale riservata a vari generi come danza, prosa, musica, jazz, lirica che vede la partecipazione di compagnie e personaggi di fama mondiale[61].
Nella seconda settimana di luglio si svolge Ascanio, manifestazione dal carattere rinascimentale ispirata all'orafo Ascanio Mari. Cibi e usanze tipiche della cucina rinascimentale, antichi mestieri, arcieri, sbandieratori, mangiafuoco e trampolieri caratterizzano l'evento[62].
Tagliacozzo è il fulcro del progetto nato con la denominazione "Le carni buone della Marsica" promosso nel 2009 dalla soppressa comunità montana Marsica 1 e portato avanti in tutta la provincia dal gruppo di azione locale Gran Sasso-Velino. Innovativi processi di qualità certificati rilanciano sempre più il settore zootecnico e la produzione e vendita dei prodotti lattiero caseari. Nella cittadina hanno sede numerose aziende che si distinguono per la qualità delle carni[67].
Commercio e artigianato
Il settore del commercio e dell'artigianato si sviluppa soprattutto grazie ai numerosi negozi del centro storico e della villa comunale. Il mercato settimanale del giovedì che si svolge lungo le strade del centro e nei dintorni di piazza Duca degli Abruzzi richiama un alto numero di ambulanti, espositori ed acquirenti. Le iniziative culturali permettono al settore di trainare l'economia del luogo[68].
Turismo
Tagliacozzo fa parte dell'associazione nazionale I borghi più belli d'Italia[68] ed è un'importante meta turistica abruzzese[69], grazie alla bellezza del centro storico, della piazza dell'Obelisco, simbolo della cittadina, e ai luoghi incontaminati che la circondano, capaci di richiamare ogni anno i numerosi villeggianti. Il festival internazionale di Mezza Estate e le numerose iniziative culturali richiamano migliaia di turisti e amanti dell'arte[70].
La principale squadra di calcio della città è l'A.S.D. Tagliacozzo 1923 che milita nei tornei dilettantistici abruzzesi[74]. Disputa le partite casalinghe sul manto in erba sintetica dello stadio "Luca Poggi" che dal 2020 ha sostituito lo storico stadio "Leo Attili"[75].
Ippica
L'ippodromo dei Marsi, inaugurato nel 2003[76], si estende su una superficie di circa 25 ettari lungo la strada provinciale che conduce al paese di Gallo. Dati tecnici: 200 box per cavalli, settore tribune per 2500 posti a sedere, spalti, parterre per 5000 persone, cinque box per isolamento cavalli, venti locali per insellaggio, fondo in sabbia, fotofinish digitale. Lunghezza pista da gara: 1150 metri; larghezza: 25 metri. La struttura è dotata inoltre di servizi di ristorazione e agenzia ippica[77].
^Guida turistica, su comune.tagliacozzo.aq.it, Comune di Tagliacozzo. URL consultato il 7 marzo 2016 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2016).
^ Fernando Pasqualone, Cenni storici di Tagliacozzo, su tagliacozzo.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 6 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2018).
^Tagliacozzo, su treccani.it, Treccani. URL consultato il 30 gennaio 2021.
^José Borjes, su treccani.it, Treccani. URL consultato il 5 novembre 2016.
^AA.VV., Tagliacozzo e la Marsica: dall'Unità alla nascita della Repubblica. Aspetti di vita artistica, civile e religiosa, pp. 24-25, MiBACT, Roma, 2005
^La Diocesi dei Marsi, su terremarsicane.it, Terre Marsicane, 18 ottobre 2011. URL consultato il 5 novembre 2016.
^ Damiano Zuccaro, Villa San Sebastiano: l'alluvione del 1955 (PDF), su villasansebastiano.it. URL consultato il 12 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
^Tagliacozzo, su abruzzoturismo.it, Regione Abruzzo. URL consultato il 5 giugno 2022 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2022).
^Ufficio araldico -Fascicoli comunali, su dati.acs.beniculturali.it, ACS Beni Culturali. URL consultato il 12 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2016).
^Chiese di Tagliacozzo, su tagliacozzo.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 6 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2018).
^ Fernando Pasqualone, Piazza Obelisco, su tagliacozzo.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 13 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2016).
^Teatro Talia, su cultura.regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo. URL consultato il 23 dicembre 2017.
^ Ermanno Salvatore, Il palazzo degli Onofri a Tagliacozzo, su terremarsicane.it, Terre Marsicane, 13 novembre 2024. URL consultato il 13 novembre 2024.
^Le 5 porte, su turismo.comune.tagliacozzo.aq.it, Comune di Tagliacozzo. URL consultato il 17 luglio 2022.
^ Fernando Pasqualone, Il castello e le mura, su tagliacozzo.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 6 giugno 2018 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2016).
^ Luca Giannotti, Il castello di San Donato, su camminobriganti.wordpress.com, Il Cammino dei Briganti, 29 luglio 2013. URL consultato il 29 gennaio 2018.
^Fontanile Rinascimentale, su turismo.comune.tagliacozzo.aq.it, Comune di Tagliacozzo. URL consultato il 17 luglio 2022.
^Processione del Cristo Morto, su sbsae-aq.beniculturali.it, MiBACT, 14 aprile 2017. URL consultato l'8 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2018).
Tagliacozzo e la Marsica: dall'Unità alla nascita della Repubblica. Aspetti di vita artistica, civile e religiosa, MiBACT, Roma, 2005.
Tagliacozzo, in Borghi e paesi d'Abruzzo, vol. 12, Pescara, Carsa Edizioni, 2008, pp. 48-59, SBNTER0031822.
Domenico Colasante, Il taglio della roccia. Tagliacozzo e il suo territorio dal Medioevo al Novecento. Storia di una comunità dell'Appennino abruzzese, Editrice Tinari, Villamagna (Chieti), 2006.
Pietro Antonio Corsignani, De Viris illustribus Marsorum, Biblioteca Pubblica Bavarese, Monaco di Baviera, 1712.
Pietro Antonio Corsignani, De Aniene, ac Viæ Valeriæ pontibus synoptica enarratio, cui Sambuci opp. monumenta, necnon proximorum locorum inscriptiones quædam accessere, Roma, 1718.
Pietro Antonio Corsignani, Reggia Marsicana Ovvero Memorie Topografico-Storiche Di varie Colonie, e Città antiche e moderne della Provincia de i Marsi e di Valeria: Compresa Nel Vetusto Lazio, e negli Abruzzi, Colla Descrizione Delle loro Chiese, e Immagini miracolose, e delle Vite de' Santi, cogli Uomini Illustri, e la Serie de' Vescovi Marsicani, Parrino (provenienza dell'originale Biblioteca Pubblica Bavarese, Monaco di Baviera), 1738.
Fulvio D'Amore, La Marsica tra il viceregno e l'avvento dei Borboni (1504-1793). Vita pubblica, conflitti e rivolte, Adelmo Polla editore, Cerchio 1998.
Federico Del Gusto, Marsica. Viaggio nel tempo, Paolini Nobile editore, Avezzano, 1988.
Andrea Di Pietro, Storia dei paesi della Marsica: edizione completa con i mandamenti di Carsoli e Tagliacozzo, Adelmo Polla (rist.), Avezzano, 1983.
Andrea Di Pietro, Origine e storia di Tagliacozzo e dintorni, Adelmo Polla (rist.), Avezzano, 1996.
Muzio Febonio, Historiae Marsorum, (provenienza dell'originale, 1668) Biblioteca Pubblica Bavarese, Monaco di Baviera, 1678.
Giuseppe Gattinara, Storia di Tagliacozzo, Avezzano, Casa editrice Eirene, 1981 [1894].
Edward Lear, Viaggio attraverso l'Abruzzo pittoresco, Author/Editor: Edward Lear, Roma, 1846.
Leone Marsicano, Chronica monasterii Casinensis: Die Chronik von Montecassino, H. Hoffmann edizioni (Monumenta Germaniae Hist. Script.34), Hannover, (rist.) 1980.
Angelo Melchiorre, Federico Del Gusto, La regione della Marsica, Centro Spaziale del Fucino Piero Fanti, 1990.
Fernando Pasqualone, Tagliacozzo. Guida storico-artistica, Editore Vincenzo Grossi, Tagliacozzo, 1996.
Franco Salvatori, Tagliacozzo e la Marsica tra XII e XIII secolo: aspetti di vita artistica, civile e religiosa, Tipografia Abilgraph, Roma, 2002.
Attilio Francesco Santellocco, Marsi. Storia e leggenda, Touta Marsa editore, Luco dei Marsi, 2004.
Fabrizio Giuseppe Venturini, Stemmario delle razze tagliacozzane, Progetto Comune editore, Tagliacozzo, 2015.