Fabrizio I Colonna

Fabrizio I Colonna
Duca di Paliano
Stemma
Stemma
In carica1519 – 20 marzo 1520
SuccessoreAscanio I Colonna
TrattamentoDuca
Altri titoliMarchese di Atessa
Conte di Albe, Manoppello e Tagliacozzo
Barone di Civitella Roveto
Signore di Afragola, Anticoli, Arnara, Avezzano, Capranica, Carsoli, Casamassima, Collepardo, Controguerra, Falvaterra, Genazzano, Giuliano di Roma, Marino, Morolo, Piglio, Pofi, Rocca di Cave, Rocca di Papa, Supino, Turi, Vallecorsa e Vico
Viceré degli Abruzzi
Gran Connestabile del Regno di Napoli
NascitaRoma, 1460
MorteAversa, 20 marzo 1520
DinastiaColonna
PadreOdoardo Colonna
MadreFilippa Conti
ConsorteAgnese di Montefeltro
FigliVittoria
Federico
Ascanio I
Ferdinando
Camillo
Marcello
Sciarra
Beatrice
ReligioneCattolicesimo
Mottosamnitico non capitur auro[1]
Fabrizio I Colonna
NascitaRoma, 1460
MorteAversa, 20 marzo 1520
Luogo di sepolturaPaliano
Dati militari
Paese servito Regno di Napoli
Stato Pontificio
Regno di Francia
Regno d'Aragona
Repubblica di Venezia (bandiera) Repubblica di Venezia
Forza armataMercenari
Anni di servizio35 (1481-1516)
GradoCondottiero
Guerre
Battaglie
Frase celebresamnitico non capitur auro[1]
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«Il Colonna, che, pur cadetto, divenne uno dei membri più importanti della sua potente famiglia, anche se non riuscì a compiere alcuna impresa bellica veramente considerevole, seppe dare il suo apporto alla tattica se non alla strategia dell'epoca e fu considerato uno dei maggiori capitani del suo tempo.»

Fabrizio I Colonna (Roma, 1460Aversa, 20 marzo 1520) è stato un condottiero e capitano di ventura italiano.

Fu duca di Paliano, marchese di Atessa, conte di Albe, Manoppello e Tagliacozzo, barone di Civitella Roveto, signore di Afragola, Anticoli, Arnara, Avezzano, Capranica, Carsoli, Casamassima, Collepardo, Controguerra, Falvaterra, Genazzano, Giuliano di Roma, Marino, Morolo, Piglio, Pofi, Rocca di Cave, Rocca di Papa, Supino, Turi, Vallecorsa e Vico, viceré degli Abruzzi e gran connestabile del Regno di Napoli[2].

Biografia

Figlio del duca dei Marsi Odoardo Colonna e di Filippa Conti, nel 1478 abbandonò la carriera ecclesiastica, cui era stato avviato, per mettersi al soldo degli Aragonesi e recarsi poi nel 1480 ad Otranto per la battaglia contro i Turchi. Grazie all'alleanza con gli Aragonesi riuscì a recuperare la contea di Albe a scapito di Gentile Virginio Orsini, cui riuscirà a togliere nel 1482 anche quella di Tagliacozzo, che però restituirà nel giugno 1484 per volontà di papa Sisto IV[3]. Nello stesso mese ed anno difese strenuamente Marino, dove si era arroccato, che accettò di cedere alle famiglie rivali Orsini e Riario pur di salvare la vita al fratello Lorenzo Oddone, che verrà ugualmente decapitato per ordine di papa Sisto IV, venendo meno ai patti concordati con il Colonna.

Nel 1485, per conto di papa Innocenzo VIII e insieme al cugino Prospero Colonna, venne inviato a sostenere i baroni ribelli che proclamarono la sottomissione di L'Aquila al papa, che li prese sotto la sua protezione contro il re del Regno di Napoli.

Fu fautore dei Francesi durante la loro venuta nel Regno di Napoli con Carlo VIII fino al 1495, quando si rialleò con gli Aragonesi e gli Spagnoli, riuscendo a riottenere le contee di Albe e Tagliacozzo. Nel 1499 fu nominato gran connestabile del Regno e per svolgere tale carica andrà ad abitare a Napoli in un Palazzo sito in Via Mezzocannone.

Per aver sostenuto gli Aragonesi nel 1501 ricevette una scomunica da parte di papa Alessandro VI, col quale in precedenza era stato alleato nella lotta contro gli Orsini, che lo portò alla conseguente confisca dei beni, che riotterrà poi nel 1503, anno di morte del pontefice.

Nel 1502 con il cugino Prospero Colonna si occupò di reclutare i cavalieri italiani che combatterono contro i francesi nella Disfida di Barletta, della quale fu uno degli arbitri.

Nell'agosto 1511, per volontà di papa Giulio II, fu protagonista con altri capi delle famiglie baronali romane della sottoscrizione dei patti della Pax Romana, con la promessa solenne di adoperarsi per la pace di Roma. Nel 1516 venne confermato nella carica di gran connestabile del Regno, che rimarrà ereditaria in famiglia fino al 1861. Fabrizio morirà ad Aversa il 20 marzo 1520, venendo sepolto a Paliano.

Ascendenza

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Agapito Colonna Pietro Colonna  
 
Letizia Conti  
Lorenzo Onofrio Colonna  
Caterina Conti Giovanni Conti  
 
Margherita Colonna  
Odoardo Colonna  
Jacobello Caetani Giacomo Caetani  
 
Sveva Sanseverino  
Sveva Caetani  
Rogasia d'Evoli Pietro d'Evoli  
 
Bianca di Grandinato  
Fabrizio I Colonna  
Aldobrandino Conti Giovanni Conti  
 
Margherita Colonna  
Grato Conti  
Caterina di Sangro Nicolò di Sangro  
 
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Filippa Conti  
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Discendenza

Fabrizio I Colonna si sposò nel 1488 con Agnese di Montefeltro, da cui ebbe sei figli:

Nella letteratura

Ritenuto uno dei più importanti condottieri dell'epoca, è il principale interlocutore nell'opera letteraria Dell'arte della guerra di Niccolò Machiavelli. È inoltre presente come protagonista nell'opera De regnandi peritia di Agostino Nifo e come citato nel XIV canto dell'Orlando furioso di Ludovico Ariosto.

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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Duca di Paliano Successore
(nuovo titolo) 15191520 Ascanio I Colonna
Controllo di autoritàVIAF (EN7153168850960067620006