Serra de' Conti
Serra de' Conti è un comune italiano di 3 585 abitanti[1] della provincia di Ancona nelle Marche. StoriaOriginiL'origine dell'abitato non è facilmente spiegabile per la scarsezza delle fonti documentarie, tuttavia il territorio circostante era già abitato in epoca pre-romana da Umbri, Piceni e Galli senoni, diventando feudo imperiale verso il XII secolo, quando fu retto da un conte alle dirette dipendenze del marchese di Ancona[4]. Gli storici sono propensi a credere che si trattasse di un ramo dei Conti della Genga, ai quali sembra appartenesse il conte Rinaldo della Serra, che compare frequentemente tra i documenti del XIII secolo[5]. Il toponimo, quindi, sembra derivare proprio da questo fatto, in quanto composto da Serra, "dorsale collinare", e dal termine latino comes o comitis, "titolo nobiliare comitale"[4]. L’origine dell’insediamento sembra dovuto ai monaci benedettini dell’abbazia di Santa Croce di Sassoferrato, colonizzatori agrari dell’alta valle del Misa che amministravano la pieve di Santa Lucia di Serra nel secolo XIII[5] che vi costruirono un castello, o borgo fortificato, fra il XII e il XIII secolo. La Repubblica ÆsinaVerso il 1230 la piccola nobiltà rurale si costituì in una sorta di comitato ispirato al Libero comune[4][5] e la prima volta che compare in documenti l'appellazione di Serra de’ Conti risale al 1244[5]. Tuttavia già nel 1248 la città stipula con il Comune di Jesi un accordo e una specie di sottomissione, destinato a durare nel tempo, a testimonianza dell'importanza del potente vicino[5]. Serra si trovò coinvolta nelle lotte fra guelfi e ghibellini, soggetta, come altri castelli della zona, alla vicina Respublica Æsina, che esercitava in questo periodo l'egemonia sul territorio circostante, ed era di parte ghibellina. Tra il 1250 e il 1260 cresce e si sviluppa un ceto medio, tanto che nel 1254 venne istituita la figura del Capitano del popolo[4]. Con l'estendersi del territorio comunale nasce una serie di conflitti con le comunità vicine, in materia di confini. In particolare sono attestati scontri con Rocca Contrada (Arcevia) e Jesi, che continuarono fino alla fine del XV secolo[4]. La Santa Sede rivendicava comunque la propria autorità sulla città e sui castelli della Marca. Infatti il primo documento vaticano che ricorda Serra de'Conti risale al 1270-80[4][5] ponendola tra i centri immediate subjecte alla sede apostolica, amministrata dal governo della Curia provinciale della Marca. Se all'inizio, durante le alleanze promosse in funzione anti-imperiale, la Curia riconosceva una certa autonomia nell'elezione delle magistrature, dopo la sconfitta degli Svevi nel 1268, Roma rafforzò la propria egemonia controllando direttamente le nomine[4]. Ne scaturì un periodo di grande instabilità politica in tutta la regione, con continue guerre e rivolte[4] che videro Serra nuovamente legata a Jesi e in balia delle sue scelte strategiche. La riconquista papaleCosì, nel corso del XIV secolo, la Chiesa mise in atto una grande operazione militare atta a sottomettere definitivamente i centri più ostili[4] e a riorganizzare la regione. Durante la Riconquista della Marca Anconitana, guidata dal cardinale Egidio Albornoz, quest'ultimo redisse nel 1360 la Descriptio Marchiae dove confermava e poneva Serra de' Conti nel Presidiato di San Lorenzo in Campo, assieme a Jesi, Senigallia, Fano, Urbino e Cagli. Serra riconfermò i patti con Jesi per libera scelta di alleanza[4] che in qualche modo risultava protetta[5]. I nuovi podestà vennero inviati dalla Curia provinciale della Marca e scelti fra le famiglie nobili guelfe che avevano contribuito alla Riconquista. Dunque questo periodo, così instabile, si concluse con l’avvento delle signorie[5]. Dapprima furono i Chiavelli, signori di Fabriano e Rocca Contrada, ai quali succedettero i conti Buscareto di Senigallia. Nel 1376 fu la volta degli Atti di Sassoferrato, che nel 1390 ottennero anche il riconoscimento da parte di papa Bonifacio IX dell'incarico di vicari pontifici, con giurisdizione civile e criminale di prima istanza, e la facoltà di riscuotere i tributi spettanti alla Camera apostolica[4]. Il Vicariato di Serra passò a Pandolfo III Malatesta, tra il 1404 e il 1406, ma nel 1430 la Chiesa riprese possesso dei propri territori, e dopo la fine delle guerre delle grandi signorie, intorno al 1445, i comuni più piccoli, persero la loro autonomia e furono inglobati definitivamente nello Stato pontificio[4], per restarvi fino agli sconvolgimenti di fine Settecento legati all’invasione francese[5]. NapoleoneNel 1798 con la Repubblica Romana Serra venne slegata definitivamente dalla Repubblica Æsina, e legata al territorio di Rocca Contrada. Venne dunque inglobata nel Dipartimento del Metauro[5]. Col decreto del 2 aprile 1808 le Marche furono annesse al Regno italico e Serra immessa nel Dipartimento del Musone[4] con Rocca Contrada. Storia contemporaneaSconfitto Gioacchino Murat nella Battaglia di Tolentino, le Marche furono occupate dagli Austriaci e con l'atto del 9 giugno 1815, furono restituite allo Stato pontificio. Col motuproprio del 6 luglio 1816, papa Pio VII riorganizzò l'amministrazione pubblica della regione e Serra de' Conti fu sede di governo comunale. Ma già nel 1817 la sede venne soppressa, passando a Montecarotto. Dal 1831 vi operò un priore podestà e, con l'editto del 22 novembre 1850 del cardinale Giacomo Antonelli, le legazioni vennero ristrutturate ed assunsero carattere regionale. La legazione delle Marche fu divisa in 6 province, tra cui quella di Ancona, alla quale faceva e fa tuttora riferimento il territorio di Serra de' Conti[4]. Monumenti e luoghi d'interesseGrazie al suo discreto stato di conservazione, si propone tuttora come esempio abbastanza significativo di impianto urbano di origine duecentesca riadattato e trasformato in età tardomedievale e moderna sotto la spinta dei mutamenti economici e sociali.
CulturaNel febbraio 2007 viene portato a termine il ciclo di affreschi nella sala consiliare del comune commissionato dall'amministrazione all'artista neo-manierista Bruno d'Arcevia: oltre alla volta della sala, le quattro pareti sono decorate con delle allegorie, di cui una è dedicata alle attività artigianali e d’impresa, un’altra alle attività agricole, una terza al tema del buongoverno e una quarta a quello dello sviluppo sostenibile. Eventi
GastronomiaLa cicerchia di Serra de' Conti è stata inclusa tra i presidi Slow Food[10]. SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[11] Amministrazione
GemellaggiSportCalcioLa squadra di calcio del paese è il Monserra (che rappresenta anche Montecarotto); ha come colori sociali il bianco e il rosso; attualmente il campionato a cui è iscritto è quello di Prima Categoria.[13] È presente anche un settore giovanile con 200 iscritti in tutte le categorie (Piccoli Amici - Primi calci - Pulcini - Esordienti - Giovanissimi - Allievi). Inoltre vi è anche una rappresentativa di Calcio a 5. Note
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