Pandolfo III Malatesta
Pandolfo III Malatesta detto il Grande (2 gennaio 1370 – Fano, 3 ottobre 1427) è stato un condottiero italiano, esponente della famiglia dei Malatesta.
BiografiaFiglio di Galeotto I Malatesta, Pandolfo ebbe da quest'ultimo la signoria di Fano. Servì Gian Galeazzo Visconti quale condottiero e alla morte di costui fu nominato consigliere della reggenza per i due eredi viscontei. Di questa circostanza Pandolfo approfittò per procacciarsi un grande stato. Inviato con Facino Cane contro Brescia, con raggiri si impadronì della città nel 1404, dando vita alla Signoria di Brescia, e se ne fece confermare il possesso da Caterina Visconti, in pegno di servigi resi alla duchessa che quest'ultima non era in condizione di saldare. In quello stesso anno Pandolfo conquistò anche Montichiari[1]. Nel 1407 acquistò Bergamo da Giovanni Ruggero Suardi e conquistò Lecco; dovette poi lottare con Facino Cane fino alla morte di questi nel 1412. Nel 1418 ricevette a Chiari il nuovo papa, Martino V, grazie al quale ottenne una tregua col duca di Milano Filippo Maria Visconti. Col pontefice tratta anche del matrimonio di sua cugina Cleofe Malatesta con il principe Teodoro II Paleologo, nell'ambito dell'ambizioso progetto di riunificazione della chiesa Ortodossa con la chiesa Cattolica.[2] Nel 1419 il duca sguinzaglia il Carmagnola contro la Signoria di Cremona di Cabrino Fondulo, alleato del Malatesta, il quale soccorre i cremonesi fornendo così l'opportunità ai viscontei di regolare i conti anche con lui. Pandolfo subisce quindi l'invasione delle truppe viscontee nel 1419, anno in cui perde il controllo della città di Bergamo, e dopo la sconfitta dell'esercito di Lodovico Migliorati mandato in suo soccorso dalla Romagna, nella battaglia di Montichiari (ottobre 1420), Pandolfo è costretto a venire a patti con il duca di Milano, cedendo Brescia per un risarcimento di 34.000 ducati e permettendo così l'ingresso del Carmagnola in città il 21 marzo 1421.[3] Ritiratosi a Fano, si consolò del perduto dominio, raccogliendo antichi codici e mantenendo buone amicizie con dotti del suo tempo, e più specialmente con Francesco Filelfo e Angela Nogarola. Nel 1424 partecipò alla Battaglia di Zagonara (28 luglio 1424) dove guidò l'attacco alla fortezza, difesa dai Visconti di Milano. L'esito fu avverso ma Pandolfo riuscì a fuggire a Ravenna. Nel 1425, secondo il racconto di Giovanni di Mastro Pedrino, raggiunse Forlì, da dove si imbarcò, lungo il fiume Montone, in direzione di Russi (13 marzo)[4]. Lo scopo era di raggiungere Milano, per ottenere aiuti dai Visconti e tentare di recuperare le sue terre. Ma la missione non ebbe successo. Morì a Fano il 3 ottobre 1427. È sepolto nelle Tombe Malatestiane della città, presso la chiesa di San Francesco. DiscendenzaPandolfo si sposò tre volte; nessuna consorte gli diede figli:[5]
Dall'amante Allegra de' Mori ebbe:
Dall'amante Antonia da Barignano ebbe:
Ascendenza
Note
Bibliografia
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