Russi (Italia)
Russi (Ròss in romagnolo) è un comune italiano di 12 267 abitanti della provincia di Ravenna in Emilia-Romagna. Dista 17 km dal capoluogo, 17 km da Faenza, 20 km da Forlì, 40 km da Cesena. StoriaAntichitàL'area di Russi vanta una storia bimillenaria, come attesta l'area archeologica della Villa Romana del II secolo d.C. La ricerca archeologica mostra come la zona fosse interessata da coltivazioni di tipo intensivo. Dopo le invasioni barbariche il territorio fu progressivamente abbandonato. La mancanza del lavoro di regimentazione idraulica dell'uomo causò il ritorno degli acquitrini e delle paludi. Medioevo ed età modernaFin dall'Alto Medioevo faentini e ravennati si contesero il territorio di Russi, al centro di una fertile pianura. I ravennati, per difendersi dalle aggressioni faentine, costruirono i presidi militari di Raffanara (Raffanaria, a guardia del fiume Lamone[5]), e di Cortina. Nel 1234, durante una delle frequenti battaglie fra le due città, i faentini espugnarono le due roccaforti lasciando così i ravennati senza difesa.[6] Successivamente sorse un centro, necessariamente un castrum, cioè un centro fortificato. Russi nacque così nel 1371 per volere di Guido da Polenta (sesto dei Signori della casata ravennate), che visse nel castello fino al 1377. Il casato Da Polenta e quello dei faentini Manfredi si disputarono lungamente il controllo dello strategico castrum russiano. I primi tre decenni del XVI secolo causarono grandi sofferenze alla popolazione; il castello subì infatti diversi assedi: prima da parte delle truppe del Borgia, poi dalle forze della Lega di Cambrai, infine il tremendo eccidio del 3-4 aprile del 1512 da parte di Gastone di Foix. Ad accrescere le sventure, nel 1527 passarono per il territorio russiano le truppe di Carlo di Borbone dirette a Roma, che occuparono il castello, poi si abbandonarono a saccheggi ed uccisioni. Dopo varie vicende, Russi nel 1568 ritornò sotto la giurisdizione di Faenza, nello Stato Pontificio, ma riuscì ad ottenere magistrature proprie ed autonomia amministrativa. Nel 1688 il paese fu quasi interamente distrutto da un terremoto. Risorgimento e Unità d'ItaliaRussi fece parte dello Stato della Chiesa fino al 1859, quando i territori della Legazione delle Romagne furono occupati dalle truppe del Regno di Sardegna. Russi annovera alcuni personaggi che furono protagonisti del periodo risorgimentale: i Farini (in testa Domenico Antonio Farini) e i Baccarini diedero alto prestigio al paese e alla nazione in campo politico e sociale, i Babini ed altri in quello economico-industriale, provocando un radicale cambiamento nella vita economica del paese e imponendosi in campo internazionale. Nei moti del 1831 Russi fu il primo paese di Romagna ad insorgere, ma a fare le maggiori spese di tale insurrezione fu, il 31 dicembre del 1834, lo stesso Farini, che in un'imboscata venne colpito a morte. Da quell'anno fino alla presa di Roma, ben 367 furono le presenze di russiani in moti e guerre per l'indipendenza d'Italia. L'eredità morale e politica di Domenico Antonio Farini proseguì comunque con il nipote Luigi Carlo, che diventerà più tardi Dittatore dell'Emilia e Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia. Sempre su quelle orme si muoveranno poi il ministro Alfredo Baccarini e Domenico Farini, figlio di Luigi Carlo, Presidente della Camera e del Senato. Dopo l'unità d'Italia ebbero inizio a Russi nuove attività economiche. Il paese, da centro prevalentemente agricolo, iniziò i primi passi verso l'industria e il commercio (già fiorente in seno alla cittadina dal XVI secolo). Dal XX secolo ad oggiDurante l'alluvione dell'Emilia-Romagna del maggio 2023, una parte del territorio comunale di Russi è stata allagata.[7] SimboliLo stemma è stato concesso con regio decreto del 16 giugno 1878[8] e lettere patenti del re Umberto I del 28 ottobre 1878[9], con cui viene concesso anche il titolo di Città a Russi, per aver dato i natali a Luigi Carlo Farini, in occasione del ritorno nel paese natale della sua salma. «D'azzurro, alla torre d'oro, di un palco, con bertesca merlata alla ghibellina, torricellata di un pezzo e finestrata di nero, movente dal terreno di verde. Ornamenti esteriori da Città.» La torre ricorda la Rocca e compare già in uno stemma dipinto anteriormente al 1520 nella residenza del municipio. Il gonfalone è un drappo di azzurro. OnorificenzeMonumenti e luoghi d'interesseArchitetture religiose
Architetture civili
Architetture militari
Siti archeologici
Aree naturali
SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[13] Etnie e minoranze straniereAl 31 dicembre 2023 la popolazione straniera era di 1226 persone, pari al 9,62% dei residenti.[14] CulturaMusei
GastronomiaPiatto tipico di Russi è il bel e cot, prodotto con muscolo di maiale, golela, testa disossata e cotenna, servito su fette di pane fragrante. Le carni vengono condite con sale grosso, pepe, chiodi di garofano, cannella, noce moscata e zucchero.[15] La canèna è un vino novello di prima spremitura, quasi una sorta di mosto fatto con uve di cui si andava perdendo la coltivazione; è aspro ma con un retrogusto dolce tipico del mosto appena spillato; si accompagna in maniera ideale al bel e cot. Si ricordano le cantine del Palazzo San Giacomo, in cui veniva fatto riposare il vino delle varietà Canena, Trebbiano e Uva d'Oro.[16] Eventi e manifestazioniFîra d'i sett dulürLa Fîra d'i sett dulür (Fiera dei sette dolori) è la più antica sagra della provincia di Ravenna. risale, infatti, al XVII secolo, ed era legata all'ordine dei frati Serviti in quel tempo presenti a Russi. Celebrava la Madonna dei sette dolori e venne istituzionalizzata da Innocenzo XI nel 1688. Si svolge nella terza settimana di settembre e presenta un'ampia offerta di eventi musicali e culturali nonché appuntamenti gastronomici con specialità locali. Il piatto simbolo della sagra è il bel e cot, una tipicità di Russi (vedi Gastronomia).
La cânta d' Ross
A Russi e alla Fira di sétt dulur è dedicata anche la canzone in romagnolo che appartiene alla tradizione popolare La cânta d' Ross (La canzone di Russi): «Non c'è un posto più bello di questo, La festa venne ripristinata, dopo essere stata sospesa nel 1798 su editto di Napoleone Bonaparte, solo nel 1815, con il ritorno della Romagna sotto l'egida pontificia. A quel tempo, la festa era solo religiosa e consisteva in una processione ed una questua che serviva a supportare le spese. Nel 1861 il comune riconobbe la Confraternita dei 7 dolori, disponendo che la festa si tenesse nella terza domenica di settembre. Contestualmente gli esercizi di arti e mestieri iniziarono a beneficiare del passaggio della festa religiosa e fiera di paese. In considerazione di ciò, nel 1871 la festa cambiò nome divenendo Fiera di bestiame detta dell'Addolorata. La fiera di bestiame e si svolgeva nel Foro Boario. Nel 1877 la festa si sviluppò ulteriormente tanto che venne istituito un treno speciale da Ravenna che portasse visitatori ad assistere alla corsa dei cavalli berberi e agli spettacoli pirotecnici con i fuochi di artificio. Dopo la sospensione per la prima guerra mondiale venne istituito nell'ambito della fiera il luna park con giostre e tirasegni. Alla fine della seconda guerra mondiale la festa ha avuto un ulteriore miglioramento ed ha cambiato ancora nome da Fiera dell'Addolorata a Fira di set dulur. Ad arricchire la parte spettacolare si è iniziato a rappresentare grandi opere ed operette all'interno del teatro, mentre hanno continuato a tenersi le corse di cavalli berberi e la mostra del bestiame che è stata soppressa dagli anni ottanta. La Fira continua comunque ad essere un'attrazione del paese che nei giorni del suo svolgimento si veste a festa. Cantastorie provenienti da ogni regione d'Italia animano la scena e la domenica sera ed il lunedì ci sono i fuochi artificiali che attirano persone da ogni parte della provincia (interessate in particolare a la girandola e ai fuochi sui pali). Festival Internazionale del FolkloreDal 1988 al 2019 il Gruppo Canterini Romagnoli "Città di Russi" ha organizzato il Festival Internazionale del Folklore. Libri mai mai vistiFino all'anno 2015 si è tenuta a Russi la mostra annuale dei Libri mai mai visti, organizzata dall'associazione locale VAri Cervelli Associati (VACA)[17]. La mostra presentava le opere migliori, in una sorta di concorso di bellezza dell'assurdo, a cui potevano partecipare libri realizzati in materiali improbabili, o a partire da un'idea curiosa, o contenenti storie raccontate per materiali, disegni e parole difficilmente commercializzabili da un editore, in quanto opere d'artista fuori standard. EconomiaArtigianatoPer quanto riguarda l'artigianato, Russi è rinomata soprattutto per i laboratori di oreficeria e di gioielleria.[21] Infrastrutture e trasportiStradeL'abitato viene attraversato dall'ex strada statale 302 Brisighellese Ravennate, che a nord-est di Russi si innesta con l'ex strada statale 253 San Vitale, che collega Ravenna con Bologna. Entrambe le strade sono oggi classificate come provinciali. FerrovieIl comune è attraversato dalla ferrovia Castelbolognese-Ravenna e dalla Faenza - Ravenna ed è servito dalla propria stazione ferroviaria in piazzale Lanzoni. AmministrazioneSindaci precedenti
Gemellaggi
La città di Russi è stata insignita nell'anno 2008 dalla Comunità Europea con la "Bandiera d'onore". SportLa manifestazione sportiva più importante che si tiene a Russi è la «Maratona del Lamone». Nata nel 1977, è la maratona più vecchia dell'Emilia-Romagna e la seconda in Italia. La manifestazione è organizzata dal «G. S. Lamone». A Russi giocano:
Note
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