Monte San Vito (Italia)
Monte San Vito è un comune italiano di 6 684 abitanti[1] della provincia di Ancona nelle Marche. Geografia fisicaMonte San Vito si trova sul versante sinistro della bassa Vallesina al centro di un rettangolo formato da Morro d'Alba (est), Monsano (sud), Chiaravalle (ovest, 6 km) e Montemarciano (nord), a 25 km da Ancona. Il centro storico è situato sulla sommità di una collina fra i torrenti Triponzio e Guardengo. Monte San Vito è raggiungibile mediante l'Autostrada A14 Bologna-Taranto (uscita Ancona nord, a circa 7 km dal paese) StoriaIl primo documento scritto in cui si menziona Monte San Vito è del 1053. Successivamente si ha una citazione nel 1155, dai quali si deduce la formazione in un unico insediamento anteriore al X secolo. Nel 1177 Federico I il Barbarossa lo sottrasse dalla giurisdizione del marchese anconetano per porlo sotto suo diretto dominio, dandogli nel contempo in concessione un territorio comprendente i castelli di Morro, Alberello, Orgiolo e Morruco, sei ville (tra le quali quelle di San Marcello e di Antico) e il territorio che si estendeva fino al mare, includendo la Selva di Castagnola, ad eccezione dell'abbazia cistercense. Alla morte dell'imperatore, andò sotto la giurisdizione della diocesi di Senigallia, e poi, in seguito ad accordi, venne ceduto nel 1213 alla vicina e potente città di Jesi, generando aspre contese con la città di Ancona. Nel XV secolo il castello fu occupato dai Malatesta, che lo consolidarono, costruendo una rocca che è attualmente parte del Palazzo del Municipio. Ancona, si rivolse direttamente al papa Martino V, ma solo con il successore Eugenio IV (7 febbraio 1432) poté ottenere la sovranità su Monte San Vito. Le diatribe fra Ancona e Jesi terminarono solo quando papa Leone X De' Medici assegnò definitivamente il castello alla città dorica. Monte San Vito divenne quindi uno dei castelli di Ancona. I seguenti due secoli, sotto il governo pontificio, furono caratterizzati da una costante crescita dovuta allo sviluppo agricolo, che consentì al paese una certa ricchezza economica, testimoniata da un documento di papa Pio VII del 1803, da cui risulta che il patrimonio comunale era pari alla considerevole cifra di 100 667 scudi romani. Nel 1822 Eugenio Beauharnais (figliastro di Napoleone Bonaparte, ora Duca di Leuchtemberg e genero del re di Baviera) vende alla sorella Ortensia 30 terreni ed un palazzo ubicati a Monte San Vito, facenti parte dei beni da lui ricevuti come "appannaggio" quando era Viceré d'Italia. I beni erano stati requisiti alla Collegiata ed ai Conventuali di Monte San Vito e all'abbazia cistercense di Chiaravalle. Negli anni successivi Ortensia di Beauharnais soggiorna frequentemente a Monte San Vito insieme ai suoi due figli, uno dei quali sarà il futuro imperatore Napoleone III. Damiano Armandi, precettore dei due ragazzi ed amministratore dei beni di Ortensia, sarà ad Ancona uno dei protagonisti dei moti rivoluzionari contro lo Stato Pontificio. SimboliLo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 23 marzo 1970.[4] Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di rosso. Monumenti e luoghi d'interesseL'antico nucleo castellano racchiude diverse architetture:
SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[5] CulturaRicorrenze
Fiere
EconomiaLa produzione agricola principale è: olio d'oliva di qualità e Lacrima di Morro d'Alba, mentre nell'industria si distingue il settore metalmeccanico.Di recente nel settore del packaging e cartone ecosostenibile si distinguono realtà industriali di prestigio. Amministrazione
SportCalcioLa squadra di calcio locale è il Borghetto che disputa la seconda Categoria marchigiana dopo la biago, squadra di chiaravale che si situa in eccellenza Note
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