Rifugio Carè Alto
Il rifugio Carè Alto "Dante Ongari" si trova a 2459 m s.l.m nel gruppo dell'Adamello, sul lungo crestone est del Carè Alto, a pochi passi dall'intaglio del Bus del Gat, sul fianco della val Conca - una laterale della valle di Borzago. Il comune è quello di Pelugo (TN) in val Rendena. A ovest la valle è dominata dal Carè Alto, a est la vista è aperta sulle Dolomiti di Brenta. StoriaIl rifugio, di proprietà della SAT, fu inaugurato nella sua forma attuale nel 1988, dopo la completa ristrutturazione dell'edificio originale, costruito nel 1912 da volontari rendenesi riuniti nella Società Alpinisti rifugio Carè Alto ("SARCA"). Nel luogo ove sorge il rifugio si trovava, durante la prima guerra mondiale, un'importante base logistica austroungarica costituita da una trentina di costruzioni, tra cui una centrale elettrica e una telefonica, nonché una chiesetta in legno costruita dai prigionieri russi, ancora visibile. Il rifugio stesso fu rinominato durante il periodo bellico Können-Horák Haus in riferimento al comandante di zona, il generale Ludwig Können-Horák. Lungo la cresta del Carè Alto a monte del rifugio - raggiungibile in un'ora di cammino - si trova un cannone austriaco Škoda della prima guerra mondiale, restaurato nella sua postazione originale. Il rifugio è dedicato all'ingegner Dante Ongari, frequentatore e studioso di queste montagne, della loro storia e della loro cultura, autore di numerosi libri e saggi. Dante Ongari è stato presidente centrale della SAT. Suo è il volume "Presanella" della Guida dei Monti d’Italia del CAI. Caratteristiche ed informazioniIl rifugio può ospitare 85 persone. È normalmente aperto e custodito da metà giugno a metà settembre. Dispone di locale invernale per 8 persone. È la base ideale per la salita al Carè Alto e al Corno di Cavento e si presta a interessanti traversate alpinistiche ed escursionistiche. AccessoDal parcheggio di Pian della Sega (1250 m) in valle di Borzago: per sentiero segnalato si raggiunge il ponte sul rio Bedù di Pelugo, lo si attraversa e si sale il ripido pendio sopra il quale si entra in val Conca; se ne risale il fianco fino al rifugio, visibile già da lontano (ore 3,30; E). Ascensioni
Traversate
ScialpinismoLa salita al rifugio in inverno-primavera è malagevole: il tratto ripido dopo il ponte sul rio Bedù di Pelugo, prima di entrare in val Conca, può richiedere i ramponi (PD S4). L'accesso dal rifugio al vallone di Niscli non si compie dal Bus del Gat, ma da una bocchetta poco più a monte (S4). In compenso la neve rende generalmente più semplice che d'estate la parte alta degli itinerari (Carè Alto, Corno di Cavento, passo di Cavento). Dalla vedretta di Lares è possibile scendere direttamente verso la valle di Borzago per la conca di Niscli, oppure verso la val Genova per la valle di Lares, attraverso il lago e la malga omonimi. Bibliografia
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