Gruppo del Catinaccio
Il gruppo del Catinaccio (Rosengartengruppe o solo Rosengarten in tedesco, Ciadenac o Vaiolon in ladino) è un gruppo montuoso delle Dolomiti, situato in Trentino-Alto Adige, tra la provincia autonoma di Trento e la provincia autonoma di Bolzano (tra la valle di Tires, la val d'Ega e la val di Fassa, nel Parco naturale dello Sciliar, altre valli interne al massiccio sono (da ovest a est) il Vael, la val di Vajolet, la val di Udai, la val di Dona e la val Duron). Domina, anche se distante una ventina di chilometri, l'orizzonte orientale di Bolzano, con la caratteristica del gruppo che è la colorazione rosata che assume al tramonto, fenomeno visivo chiamato enrosadira. La prima ascensione alla vetta più alta, il Catinaccio d'Antermoia, risale al 31 agosto 1872 ad opera di Charles Comyns Tucker, T.H. Carson e A. Bernard. ToponimoEsistono due nomi originari, relativi ai due versanti della catena che funge da confine linguistico tra il mondo ladino e quello germanofono. Quello ladino, "Ciadenac", costituisce anche la base della forma italiana più recente ("Catenaccio") ed è da riferirsi, secondo Karl Felix Wolff alla ghiaia dolomitica tipica della catena.[3] L'altro nome, quello tedesco di "Rosengarten", in uso dal versante sudtirolese, è attestato già dal XV secolo (1497 Rosengarten, 1506 Kofl am Rosengarten[4]), ed è riferito alla leggenda del mitico Re Laurino e pertanto di carattere eziologico, volendo dare una spiegazione al fenomeno dell'enrosadira. La saga del giardino ha anche dato il nome al cosiddetto piccolo Gartl (lett. giardinetto, la zona ghiaiosa centrale della cima più alta) che da lontano appare come zona bianca, perché spesso imbiancata di neve già nelle stagioni intermedie, mentre Gartl è il nome della conca, ai piedi delle Torri del Vajolet e della Croda di Re Laurino, in cui è situato il rifugio Re Alberto Geo-morfologiaClassificazioneSecondo la SOIUSA il Gruppo del Catinaccio è un gruppo alpino con la seguente classificazione:
SuddivisioneAncora secondo la SOIUSA il gruppo del Catinaccio è suddiviso in otto sottogruppi[5]
Cime principaliLa cima più elevata del gruppo è il Catinaccio d'Antermoia (3.004 m).
Le Torri del Vajolet sono un gruppo di sei guglie calcaree che si ergono al centro del gruppo del Catinaccio.
Passi e valichiIl Catinaccio presenta numerosissimi passi e valichi, dato il gran numero di sottogruppi in cui è divisa la catena montuosa. Sono elencati per altezza nella tabella sottostante.
L'enrosadiraUna delle caratteristiche peculiari del Catinaccio è la colorazione rosata che assume al tramonto. Il fenomeno è dovuto alla composizione delle pareti rocciose delle Dolomiti (formate dalla dolomia contenente dolomite, un composto di carbonato di calcio e magnesio). In ladino il fenomeno prende il nome di enrosadira, che letteralmente significa "diventare di color rosa". Senza dubbio è più suggestiva la spiegazione offerta da una delle più celebri leggende delle Dolomiti, la “leggenda di Re Laurino”, un re dei nani che aveva sul Catinaccio uno splendido giardino di rose (il significato della parola tedesca Rosengarten è appunto giardino di rose). Un giorno il principe del Latemar incuriosito dalla presenza delle rose si inoltrò nel regno di re Laurino, ne vide la figlia Ladina, se ne innamorò e la rapì per farne la sua sposa. Laurino, disperato lanciò una maledizione sul suo giardino di rose colpevole di aver tradito la posizione del suo regno: né di giorno, né di notte alcun occhio umano avrebbe potuto più ammirarlo. Laurino dimenticò però il tramonto e l'alba quando, ancora oggi, il giardino e i suoi colori divengono visibili. RifugiIl gruppo possiede un numero relativamente alto di rifugi (vista la non eccessiva estensione) giustificato dalla grande affluenza turistica della zona. Questi due rifugi si raggiungono facilmente con la funivia da Vigo di Fassa:
A questi tre rifugi si può arrivare con servizio di bus-navetta da Pera di Fassa:
Questi tre rifugi sono raggiungibili tramite la seggiovia dal passo Costalunga:
Questi altri invece:
Vie ferrate
Note
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