Il Col di Lana si allunga alla sinistra della valle del Cordevole, delimitato a sudest dal rio Andraz, a sudovest dal Cordevole stesso, a nordovest dal torrente Ruaz. A nordest un'ampia vallata lo separa dal Setsass.
Il gruppo si articola in più cime che sono, a partire da sudest, il Panettone (2 125 m), il Cappello di Napoleone (2 200 m), il Col di Lana vero e proprio (2 452 m), la cima Sief (2 424) e il Col de la Roda (1 971).
Storia
Prima guerra mondiale
Località di confine tra l'Impero austro-ungarico e il Regno d'Italia, il Col di Lana è stato teatro di aspri combattimenti nel corso della prima guerra mondiale che hanno lasciato sul terreno oltre 8 000 morti (da cui il soprannome "Col di Sangue").
La cima venne infatti ripetutamente contesa nel 1915 e l'anno seguente i reparti italiani, decisi a scacciare definitivamente il nemico (che nel tenere la montagna era coadiuvato anche da reparti dell'Alpenkorps tedeschi), scelsero di copiare ciò che il nemico aveva fatto nel vicino Lagazuoi poco tempo prima, approntando una camera di mina per far saltare in aria la montagna, secondo un piano ideato da Gelasio Caetani. Gli austroungarici, accortisi del pericolo, decisero a loro volta di realizzare una contromina. I genieri italiani terminarono però per primi i lavori, e gli austroungarici, accortisi di ciò, dovettero comunque mantenere la posizione secondo gli ordini diramati. La notte del 17 aprile 1916, alle ore 23:35, esplose la colossale mina, costituita da 5 tonnellate di gelatina dinamite.[1] Una parte della montagna crollò per gli effetti dell'esplosione, causando la morte di circa 150 militari austroungarici e consentendo agli italiani di occupare la vetta sconvolta da un enorme cratere di 30x55 m e 12 m di profondità.[2] Il film Montagne in fiamme di Luis Trenker tratta questa vicenda.
Nel 1917 tuttavia, a seguito della disfatta di Caporetto, gli italiani si dovettero ritirare da tutta la zona sino al monte Grappa per mantenere la nuova linea con il massiccio delle Melette.[1] Il Col di Lana nell'ultimo anno di guerra si trovò così in zona di retrovia imperiale e non fu più interessato dai combattimenti.
Escursionismo
Tutte le cime sono raggiungibili attraverso i sentieri CAI 21 (Pieve di Livinallongo-Passo Sief), 21bis (Castello-Col di Lana) e dalle diverse varianti. Parte dei percorsi compongono l'anello detto "Teriol Ladin", costituito nel 1996 dal CAI di Livinallongo.
Sulla cima principale sorgono una chiesetta e il bivacco Brigata Alpina Cadore.
Anton (Toni) von Tschurtschenthaler, Col di Lana 1916 (Schlern-Schriften, vol. 179), Innsbruck, Wagner 1957
Generalmajor Viktor Schemfil, Col di Lana - Geschichte der Kämpfe um den Dolomitengipfel 1915-1917 (Schriftenreihe zur Zeitgeschichte Tirols, 3), Buchdienst Südtirol E. Kienesberger Nürnberg 1983, ISBN 0002284219
Alberto Giacobbi, Il fronte delle Dolomiti (1915/17), Ghedina Editore, 2005
Walther Schaumann, Führer zu den Schauplätzen des Dolomitenkrieges, Verlag Foto Ghedina 1973
Heinz von Lichem, Gebirgskrieg 1915-1918, Band 2, Verlagsanstalt Athesia 1997, ISBN 88-7014-236-1
Gunther Langes, Die Front in Fels und Eis, Athesia-Tappeiner, 17. Aufl. 2016, ISBN 88-7014-118-7
Erik Durschmied, Totentanz am Col di Lana, Athesia Tappeiner 2017, ISBN 978-88-6839-268-0