Il rifugio S.A.T. Cima D’Asta "Ottone Brentari" è un rifugio alpino di proprietà della Società alpinisti tridentini a quota 2473 m s.l.m. in alta Val Sorgazza, laterale della Valsugana.
Il rifugio si affaccia su un ampio anfiteatro montuoso e si trova ai piedi della parete sud del massiccio di Cima d'Asta, poco distante dall'omonimo laghetto da cui nasce il torrente Grigno.
Storia
Il rifugio Cima d'Asta è il principale rifugio realizzato dalla SAT nel gruppo del Lagorai-Cima d'Asta e per decenni fu l'unico esistente.
L'idea di realizzare un rifugio in questa zona maturò all'inizio del secolo scorso; la proposta venne avanzata durante il Congresso della SAT del 1906 tenutosi a Roncegno. I lavori iniziarono l'anno successivo.
Il 24 agosto 1908 il rifugio Cima d'Asta, venne inaugurato e affidato a delle guide alpine locali.
Durante la Grande Guerra il rifugio subì notevoli danni, venne ripristinato nel 1922 e dedicato allo scrittore e alpinistaOttone Brentari (autore della prima guida del Trentino, commissionata proprio dalla SAT).
Anche la Seconda Guerra Mondiale arrecò gravi danni alla struttura. Venne ristrutturato e fu riaperto l'8 agosto del 1952.
Nel 1982 venne effettuato un radicale ampliamento del rifugio. I lavori si conclusero nel 1984 offrendo agli escursionisti sempre più presenti una struttura dalle dimensioni triplicate[1].
Accessi
Trattandosi di un rifugio escursionistico, tutti gli accessi richiedono tempo e preparazione fisica. I principali accessi sono[1]:
da Malga Sorgazza (1450 ms.l.m) - su sentiero facile, segnavia SAT 327 - 3 ore;
da ponte sul Rio Conseria in Val Campelle (1468 ms.l.m) - su sentieri segnavia SAT 326 e 327 - 4.45 ore;
dal Rifugio Refavaie in Val Cia (1116 ms.l.m) - su strada forestale e sentieri segnavia SAT 338 e 386 - 4.30 ore.
Ascensioni
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L'unica ascensione degna di nota è la superba Cima d'Asta raggiungibile per la via normale che sale alla Forcelletta (2680 ms.l.m), cala pochi metri (con l'ausilio di un cordino di sicurezza) e rimonta la pietraia sommitale, dove si trova la Capanna Giuseppe Cavinato in circa un'ora e un quarto[1][2].