Sono in genere piante esili, con fusto eretto, foglie basali riunite in rosetta, in genere di colore verde glauco, e foglie cauline bratteiformi.
I fiori, riuniti in infiorescenze più o meno lasse, presentano un perigonio di tre sepali superiori e tre petali inferiori; uno di questi, detto labello, si differenzia dagli altri e presenta macchie glabre e lucide (specchio), rassomiglianti al torace di alcune specie d'insetto, in modo da attrarre gli stessi e favorire l'impollinazione; a volte sono presenti due protuberanze laterali (gibbe) e un'appendice terminale (apicolo). Ogni fiore possiede organi maschili (androceo) e femminili (gineceo), riuniti in un solo corpo colonnare detto ginostemio, talvolta prolungato in un rostello carnoso, con fogge variabili da specie a specie. Lo sperone è assente.
Il polline è agglutinato in masse a forma di clava (pollinodi), che si attaccano mediante la base gelatinosa (retinacolo o viscidio) alla testa degli insetti pronubi.
Le foglie cadono nel periodo invernale mentre i tuberi sotterranei resistono al freddo.
Biologia
Il meccanismo di richiamo degli insetti pronubi messo in atto dalle ofridi è il risultato di una coevoluzione tra questi fiori, privi di nettare, ed alcune specie di imenotteri (prevalentemente apidi, sfecidi e vespidi). In virtù di tale meccanismo selettivo ogni specie di Ophrys ha un suo specifico insetto impollinatore.
Gli insetti sono attratti sul fiore da un richiamo di tipo sessuale: ogni specie infatti, ha il labello conformato in modo tale da simulare l'addome della femmina di uno specifico insetto, e a ciò si associa la produzione di sostanze volatili simili ai ferormoni prodotti dalla femmina in fase di accoppiamento. Il maschio, così richiamato, nel tentativo di "accoppiarsi" con il fiore (pseudocopula), si carica di polline che successivamente depositerà su un altro fiore.[2]
Alcune specie (p.es Ophrys apifera) possono ricorrere all'autoimpollinazione: subito dopo la fioritura le caudicole dei pollinii si curvano in avanti favorendo la deposizione del polline sullo stigma sottostante.
Ogni specie richiede un habitat diverso dalle altre: alcune preferiscono terreno calcareo, altre crescono nel tufo, però tutte quante vogliono posizioni molto luminose e terreno ben drenato in modo da evitare il marciume dei tuberi nel periodo invernale.
Il numero di specie attribuite al genere Ophrys dai vari Autori ha subito nel corso degli anni notevoli variazioni.
Le discordanze di vedute in merito al numero delle specie ritenute valide nascono dalla notevole plasticità genetica del genere e dalla estrema facilità con cui le differenti specie possono produrre ibridi, che spesso risultano fertili.
Basandosi su criteri morfologici Delforge ha proposto nel 2006 una classificazione che riconosceva oltre 150 specie valide[5].
Un approccio filogenetico basato su marcatori molecolari ha consentito una più rigorosa valutazione dei criteri utilizzati nella discriminazione delle specie[6], portando a un drastico ridimensionamento nel numero delle specie ritenute valide.
Le specie attualmente riconosciute sono le seguenti:[1]
Per quanto riguarda il numero di specie presenti in ItaliaPignatti (1982)[7] annoverava 14 specie (più una decina di sottospecie) mentre Delforge porta a 56 il numero delle specie presenti in Italia, senza contare le sottospecie.[5]
Tra le specie che si caratterizzano come entità nettamente distinte si possono citare:
Ophrys apifera Huds., 1762 - ofride fior d'ape, vesparia Ha fusti che possono raggiungere i 50 cm di altezza, con poche foglie lanceolate; i suoi fiori sono molto piccoli e i sepali sono rosati o bianchi, i petali sono di dimensioni più piccole dei sepali e diritti, il labello vellutato è grande e convesso di colore brunato macchiato in un colore pallido
Ophrys bombyliflora Link, 1800 - ofride fior di bombo Originaria dell'Europa meridionale ha fusti alti 5–20 cm; i fiori sono verde-violaceo e il labello di colore bruno, trilobato, con lobi laterali che presentano due gibbosità villose e lobo mediano emisferico, bruno e pubescente all'apice, con appendice apicale verdastra.
Ophrys speculum Link, 1800 - ofride a specchio Ha fusti alti circa 30 cm; i sepali sono verdi con delle linee viola, i petali sono piccoli di forma triangolare bruno-violaceo e il labello è grigio-azzurro lucido, con bordi gialli e piccoli peli bruni.
Ophrys insectifera L., 1753 - ofride fior mosca, moscaria Specie caratterizzata da una spiccata somiglianza del fiore ad un insetto: il lobo centrale del labello, di colore bruno-rossastro, con specchio centrale grigio-azzurrognolo, evoca la conformazione dell'addome; i lobi laterali, più piccoli, richiamano le ali; il ginostemio richiama la conformazione del capo mentre i tepali interni, corti e filiformi, assomigliano incredibilmente alle antenne.
Ophrys sphegodes lunulata Parl., 1838 - ofride a mezzaluna Endemica della Sicilia, ha fusti alti sino a 40 cm; i tepali esterni, lanceolati, sono di colore variabile dal rosa violetto al bianco rosato, mentre la nervatura centrale è verde; il labello è allungato, trilobato, con una macchia lucida a forma di mezzaluna.
Ophrys scolopax Cav., 1793 - ofride cornuta Ha fusti alti 15–30 cm, sepali ovato-lanceolati, dal bianco-rosaceo al rosso-porpora; il labello è appuntito, con appendice pronunciata, giallo-verdastra, tridentata.
Altre specie, la cui identificazione può risultare talora più problematica, sono:
Gruppo Ophrys argolica
[Ophrys argolica] - specie tipo non presente in Italia
Le specie del genere Ophrys richiedono un substrato calcareo ben drenante, in modo che non rimanga mai acqua intorno alle radici.
La temperatura e le annaffiature variano a seconda delle specie o dell'ambiente: per quanto riguarda le specie che crescono in climi caldi e secchi la temperatura non deve superare i 40 °C in estate e possibilmente non scendere sotto a 10 °C per l'inverno, mentre quelle che crescono in climi più freddi e piovosi non sopportano temperature oltre a 30 °C in estate ma possono anche rimanere intorno a 0 °C in inverno; similmente le annaffiature dovranno essere più rade per quelle di climi caldi che per quelle da freddo.
In alternativa, vivendo in un clima adatto ad una specie coltivata, essa può essere tenuta all'aperto e lasciata a sé, intervenendo solo nel caso che la temperatura o le precipitazioni fossero eccezionalmente diverse dal normale.
Note
^abc(EN) Ophrys, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 16 aprile 2021.
^(EN) Grünanger P., Caporali E., Marziani G., Menguzzato E., Servettaz O., Molecular (RAPD) analysis on Italian taxa of the Ophrys bertolonii aggregate (Orchidaceae), in Plans Systematics and Evolution, vol. 212, 1998, p. 177-184.