Gurone
Gurone (IPA: /guˈroˈne/; Gürun IPA: /güˈrun/ in dialetto varesotto) è una frazione del comune di Malnate, in provincia di Varese, in Lombardia. Dista 8,5 chilometri dal capoluogo e si affaccia sulla Valle Olona. Geografia fisicaTerritorioGurone, parte integrante della regio Insubrica e della regione agraria n. 4 - Colline di Varese, sorge su una zona morenica di origine glaciale ed è situato nella parte meridionale del comune di appartenenza. A Gurone si trova anche il punto più basso del comune di Malnate (i Mulini di Gurone) che consiste in un'altitudine di 282 metri sul livello del mare. Idrografia![]() Grazie ad una falda acquifera poco profonda[3] ed alle sue numerose sorgenti un tempo disponibili lungo tutto il territorio meridionale ed orientale della località, l'abbondanza idrica è sempre stata un elemento tanto comune da permettere (fino agli anni cinquanta), la presenza di cinque fontanelle da cui attingervi l'acqua. A partire dagli anni sessanta e con la conseguente diffusione della rete idrico-urbana, l'utilizzo di queste sorgenti è stato ridotto fino alla definitiva chiusura o bonifica. Composizione geologicaCome buona parte delle zone circostanti, nei punti più bassi della valle dell'Olona è piuttosto diffusa la presenza di depositi di argilla risalenti all'epoca del quaternario ed al ghiacciaio che scendeva dal Ceresio. Risalendo la Valle Olona ed osservandone la forma infatti, se ne può riconoscere il caratteristico aspetto di una valle glaciale[4]. Delimitazione del territorio![]() Le fontane da cui attingere l'acqua erano locate: Sulla strada sottostante al municipio (A), il dato nord dell'antica chiesa (B), l'attuale numero 6 di via Trento (C), la facciata ovest della chiesa di Sant'Anna (D), lo spiazzo antistante ai mulini (E). Quest'ultima è ancora esistente. Risalendo alle carte del vecchio Comune di Gurone, la frazione incontra il confine di Varese e della sua frazione di Bizzozero nel versante occidentale e quello di Vedano Olona, compresa la sua frazione di Fontanelle, nel lato meridionale. Sempre nel lato meridionale (all'incirca in corrispondenza della diga a vasche di laminazione realizzata nel 2009), Gurone confina con il comune di Lozza per circa 200 metri.[6] Mentre nei confronti di questi ultimi i confini di Gurone sono ancora riconducibili alla presenza del fiume Olona (il confine occidentale) ed alla campagna a nord di Vedano Olona denominata "Celidonia" (il confine meridionale), al giorno d'oggi, ed a causa dell'intensa urbanizzazione che a partire dagli anni settanta ha caratterizzato tutto il territorio dell'attuale comune, i vecchi confini settentrionali ed orientali di Gurone sono pressoché indistinguibili se non cercando di ricondurli alla demarcazione di alcune delle vie cittadine ed alla (spesso erronea illusione) della presenza del tratto ferroviario delle FNM, in quanto (e ad eccezione del tratto nord-occidentale), l'antico confine nord-orientale consisteva all'incirca nelle attuali vie comunali di Caprera (fino all'incorcio con via Montelungo), via Isolabella e l'ipotetica prosecuzione della via Isole Tremiti fino al termine della via Luigi Cadorna, per poi ripartire dalla via Montelungo e proseguirla in un'ipotetica linea retta che possa raggiungere la parte occidentale di via Pastore, a sua volta già confine della zona industriale di Malnate con la campagna a nord del torrente Quadronna (la già citata Celidonia). Fauna e floraSeppur nel centro abitato sia ormai difficile trovare qualche testimonianza dell'esistenza di vita selvatica una volta esclusa l'ovvia presenza di uccelli comuni come passeri e pettirossi a cui si aggiungono rondini e rondoni nella stagione estiva o qualche corvo nel periodo invernale, è osservando tra le zone della valle che si può riscoprire quanto la natura della frazione sia ancora viva ed incontaminata. Forme animali![]() Del regno animale infatti, nei boschi lungo il fiume e sulle pendici della valle sono piuttosto diffuse le lepri ed i conigli, così com'è presente la volpe rossa, lo scoiattolo, il riccio ed alcuni tipi di topo selvatico mentre, camminando tra i prati delle zone più asciutte, in certi periodi dell'anno si possono osservare i cumuli di terra che indicano la presenza delle talpe. Tra gli uccelli diurni, sono altrettanto diffusi gli esemplari tipici della zona, come i merli, le poiane, i fringuelli, le cornacchie, i cuculi e gli usignoli, spesso riconoscibili anche dai loro caratteristici canti. Gufi, allocchi e chirotteri sono invece tra le specie notturne. Nei corsi d'acqua, oltre alla presenza di specie anfibie come rane, rospi e salamandre, sembrano essere tornati i vaironi e, quando l'Olona scorre calmo, si può intravedere qualche piccola trota. Un dato importante se si pensa che fino ai primi anni ottanta gli scarichi schiumosi e maleodoranti delle industrie sorte lungo il suo corso lo avevano reso il fiume più inquinato d'Italia![7] Forme vegetali![]() Tra le zone paludose e ricoperte dalla vegetazione spontanea, vari tipi di mazzesorde si alternano con gli esemplari più comuni di equiseti e felci, fra cui la felce aquilina[8] e la "matteuccia" che, a seconda della presenza di acqua nel sottosuolo, si mischiano con alberi di piccolo fusto come salici e sambuchi, biancospini e ciliegi selvatici. ClimaGurone ha un clima di tipo sub-continentale fatto di estati calde e moderatamente piovose e con un'umidità sempre molto elevata. Gli inverni sono freddi e con varie settimane di gelo che a volte si alternano a giorni di neve e pioggia. SismicitàClassificazione sismica: zona 4 (sismicità molto bassa) Origini del nomeNon esistono precisi riferimenti sull'origine del nome ma, riflettendo su ciò che ha sempre riferito la tradizione orale, si consideri che, giunti al termine del restringimento della valle che parte dal ponte delle ferrovie (sito in Malnate) e proseguendo oltre la prossimità dei mulini della frazione, ci si accorgerebbe dell'aprirsi di un'ampia valle che, allargandosi fino a lambire le zone abitate di Vedano Olona e Lozza, torna a restringersi soltanto in prossimità del comune di Castiglione Olona. StoriaRiferimenti dei primi documenti dell'epoca medievaleNon si hanno notizie certe dell'esistenza del paese negli anni antecedenti al X secolo d.C. ma esiste la testimonianza di un atto di vendita che cita l'anno 1109 e che ne indica la località con il nome di "Guironi" e come facente parte di Bizzozero[10]. Dagli atti di vendita di alcuni terreni fondiari stesi durante il XIII secolo, ne risulta una cessione territoriale dove, nell'anno 1229, alcune famiglie nobili del circondario fanno acquisti nella zona e, tra questi documenti, viene citato il nome di "Guironio" come località situata "tra Malnate e Besozalo"[11] mentre nel 1538, e dagli atti di vendita di una serie di diritti, ne risulta che l'imperatore Carlo V diede vita al feudo della Fraccia Superiore di Varese[12], zona che comprendeva anche l'attuale nome "Gurone".[13] Originariamente le antiche abitazioni del paese furono costruite sul ciglio opposto della valle che lo separava dal comune e dalla curia di appartenenza (Bizzozero), a quei tempi il paese più vicino e già titolare di un parroco situato sull'altro versante della valle sottostante e lì sotto, al centro della valle e sulla sponda orientale del fiume Olona vi sorse un mulino ad acqua, in seguito indicato come "Molino di Bizzozero" e luogo in cui, scendendo nella valle attraverso un'antica strada, anche gli antichi guronesi si recavano per macinarvi le farine. Il primo comune (1635-1809)Gurone diventa per la prima volta un comune del Ducato di Milano il 17 febbraio 1635[14] e la sua prima composizione territoriale ne risulta già contenuta nei compartimenti dello stesso Ducato e tra cui, in uno avente data 1751, vi è specificato il passaggio territoriale del Molino dal comune di Bizzozero a quello di Gurone[15]. Gurone nel 1755 contava 320 abitanti e di cui 280 comunicati[16]. Nel 1797, anno della costituzione della Repubblica Cisalpina, Gurone viene inserito nel dipartimento del Verbano (avente come capoluogo Varese) ed in cui ne risultò appartenere come facente parte dell'XI dipartimento[17]. Nel 1798, dopo l'abolizione del suddetto dipartimento[18] (soppresso per ragioni economico-amministrative) Gurone divenne parte del XVIII distretto del dipartimento d'Olona[17]. Gurone, nell'anno 1797 contava 303 abitanti.[17] Si hanno notizie dell'arruolamento di cittadini di guronesi che, nel gennaio 1799, partirono verso il fronte per contrastare il ritorno degli austriaci e, dopo la caduta della Prima Repubblica Cisalpina, se ne hanno ancora del ritorno di Gurone sotto il XVII distretto di Varese della Seconda Repubblica Cisalpina (1801)[17]. Nel 1809, e con decreto del 4 novembre ebbe termine l'esistenza del comune di Gurone il quale, ed a seguito dell'aggregazione dei comuni del dipartimento del Lario, venne aggregato al comune di Bizzozero, nel cantone I di Varese del distretto II di Varese. Gurone a quei tempi contava 354 abitanti[19]. Il secondo comune (1816-1927)
Con la fine dell'età napoleonica e il conseguente ritorno degli austriaci in Lombardia, che costituirono il Regno Lombardo-Veneto, Gurone tornò ad essere un comune indipendente ed inserito nel distretto XVII di Varese della provincia di Como[21]. Dopo la vittoria della seconda guerra di indipendenza ed in seguito all'unione temporanea delle province lombarde al Regno di Sardegna, il 23 ottobre 1859 il comune di Gurone torna ad essere incluso nel mandamento I di Varese, circondario II di Varese, provincia di Como. Nel 1861, anno della costituzione del Regno d'Italia e dopo il primo censimento, il comune di Gurone risultava avere una popolazione residente di 564 abitanti[22]. Nel 1912, quando Gurone contava 812 abitanti e la sua altezza sul livello del mare figurava in "333 metri sul mare", il sindaco era il commendator Clemente Ravina e le industrie esistenti erano:
Con riforma degli enti locali del 1927 il comune di Gurone viene incluso nella nuova provincia di Varese e, successivamente, il regio decreto del 12 agosto 1927 (con effetto dal 4 gennaio 1928) soppresse il comune di Gurone per assegnarne tutto il territorio alla vicina Malnate. Alla data dell'ultimo censimento (1921) il comune di Gurone contava 867 abitanti[24]. Ricorrenze10 agosto, giorno del santo patrono san Lorenzo martire. Le celebrazioni religiose avvengono il giorno della ricorrenza mentre, come da tradizione, il passato svolgimento del Palio e l'attuale Guroneinfesta si svolgono a partire dall'ultimo sabato di agosto quando e se il sabato successivo non è posteriore al quinto giorno di settembre. Monumenti e luoghi d'interesseLa datazione delle opere realizzate nel perimetro della frazione spazia tra la fine del Medioevo e l'intero ventesimo secolo, come ad esempio l'affresco della Madonna del Latte (fine del Quattrocento-inizio del Cinquecento)[25] oggi trasferito su tela ed esposto all'interno della chiesa nuova di san Lorenzo e quest'ultima chiesa, la cui costruzione avvenne verso la fine degli anni sessanta. Architetture religiose![]() Esistono una chiesa parrocchiale dedicata a san Lorenzo ed una dedicata a sant'Anna, oltre ad un tabernacolo commemorativo e dedicato alla Madonna e ad alcuni dipinti ottocenteschi realizzati sulle case della frazione. Chiesa di S. Lorenzo vecchiaProbabilmente costruita nella seconda metà del XV secolo[27] ed ampliata verso la meta del XIX secolo, era orientata da ovest verso est ed era composta da un'unica navata. All'interno vi erano poste diverse cappelle comprendenti il battistero, una statua dedicata alla Madonna del Rosario[28], una terza contenente una reliquia di san Donato ed una quarta dedicata alla Beata Vergine.
L'altare, originariamente costruito in legno, fu sostituito con uno in pietra e decorato con del marmo rosso di Verona nel 1865[29] e prolungato nel 1870 con l'aggiunta dell'oratorio sopra le cappelle di sinistra[30]. Sul muro esterno settentrionale vi era posta una fontanella mentre, sulla zona del lato occidentale ed antistante all'ingresso principale vi era eretta una croce di legno[31], forse l'ultimo ricordo del luogo che più anticamente fu considerato il primo cimitero del paese[32]. Chiesa di S. Lorenzo nuova![]() Chiesa di S. AnnaLa chiesa, edificata tra il 1706 e il 1710 e inclusa in un complesso architettonico denominato "Casino" già appartenente ai nobili di Bizzozero, fu inizialmente dedicata alla Natività della Beata Vergine ed essere, nel 1724, istituita a "cappellanìa con beneficio di oratorio" per volere di Alfonso Bizzozero, già canonico della chiesa di San Vittore di Varese[34]. ![]() A differenza di quanto per lunghi anni si è creduto, i più recenti studi svolti sulle pitture e sui documenti relativi ai passaggi di proprietà della chiesa stessa, spiegano che essa non ospitò mai un convento di suore e che non poteva essere esistita prima del settecento, oltre a escluderne totalmente dal possesso storico la famiglia Odescalchi e a scoprire in Francesco Antonio Giovannini la paternità dell'affresco sull'altare. L'altare a pala e il relativo affresco raffigurante la nascita della Madonna sono infatti di stile settecentesco e sono le uniche opere più antiche esistenti nella chiesa[36]. L'edificio, restaurato al suo interno verso la metà degli anni ottanta[37], è di limitate dimensioni e appoggia i suoi muri a quelli delle corti circostanti. È sormontato da soffitto in archi di mattoni a vista e da cui scende la cordicella destinata a suonare la campanella posta nel sovrastante campanile a vela. Simboli e ricordi rimasti, realtà e patrimoni perdutiLa Madonnina![]() In una delle zone più antiche del paese e più esattamente tra l'attuale congiunzione delle vie Trento, Nino Bixio ed una terza via, esiste un tabernacolo contenente una scultura raffigurante la Madonna che, a braccia aperte, guarda ancora verso la valle. Al giorno d'oggi forse, a chi si soffermi ad osservarla, potrebbe non esser più chiaro l'intento di coloro che negli anni Cinquanta dell'Ottocento decisero di sistemarla proprio in quel luogo, ora stretto tra le case ed a cui rimane soltanto la vista di uno scorcio sulla valle antistante. Sembra essere soltanto un monumento religioso dimenticato ma, a suo tempo, una precisa ragione di collocarla in quell'incrocio di piccole vie ci fu e quella scultura, realizzata in legno ma creduta essere per lungo tempo di manifattura in scagliola di gesso (la sua antica colorazione rimossa con il restauro degli anni ottanta era in bianco), aveva lo scopo di mostrare a coloro che fossero giunti in paese salendo dalla più antica strada, la devozione e la riconoscenza dei guronesi verso Maria Vergine che, ascoltando le loro preghiere, li salvò dall'epidemia di colera che nei mesi di agosto e settembre del 1855, oltre ad affliggere quasi tutte le località dell'Italia settentrionale, nel paese di Gurone fece dieci vittime[38]. Nella parte superiore del tabernacolo appare una data, 1855, e la dicitura sottostante ad essa recita: Un'antica strada![]() L'antica strada (e forse la prima costruita dai guronesi), dal manto interamente costruito con ruditi di sasso ed il cui nome tramandato a voce fino alla fine degli anni settanta suonava all'incirca "la Qòmbra Tzüca" (dizione dialettale), scendeva un tempo fino a raggiungere la prossimità dell'attuale numero civico 20 di via dei Mulini e permetteva ai forestieri di risalire tra i boschi per giungere all'inizio del paese. Fu distrutta nell'ultimo tratto della sua parte inferiore nel corso dei primi lavori di realizzazione della tangenziale Est di Varese, mentre ciò che rimane della parte superiore risulta oggi abbandonato e chiuso al passaggio da una transenna. Questa via era, probabilmente ed in antichità, l'unico percorso a disposizione dei guronesi per raggiungere il mulino e macinarvi le farine mentre le loro donne ne avrebbero disceso il percorso per dedicarsi al lavaggio dei panni. Due lavatoi scomparsiA sinistra dell'antica strada e pur seguendo la direzione osservata dal tabernacolo, scende un'altrettanto antica scalinata (tuttora esistente) che dirigendosi anch'essa verso la valle e giungere a fianco dell'attuale numero civico 8 di via dei Mulini, conduceva un tempo le donne ad un lavatoio costituito da una vasca in pietra e suddivisa in due parti per un totale d'invaso di circa 250 x 400 cm. Era ricoperto da un tetto con elementi di capriata e puntoni in legno a loro volta sorretti da colonne di mattoni pieni. SocietàLingue e dialettiOltre alla lingua italiana, tra gli anziani originari del paese è ancora utilizzato il dialetto varesotto, una variante della lingua lombarda ed altresì detto "Bosino".
Come tutti i dialetti della zona, il suo utilizzo non viene più tramandato alle nuove generazioni ed essendo una lingua non scritta (quindi priva di ogni preciso riferimento), la pronuncia di alcune dizioni guronesi può variare da quelle delle zone circostanti. Il palio (1978-2003)Il Palio di Gurone[40], istituito nel 1978 dall'allora parroco don Remo Girolami, consisteva in otto giorni di feste e celebrazioni in onore di san Lorenzo ed il suo svolgimento vedeva l'aprirsi di una sfilata serale di carri e costumi dedicati ad un argomento storico, romanzesco o sociale, per proseguire nel corso dei sette giorni successivi con la disputa di diversi giochi agonistici (sportivi, d'abilità, carte e strategia) che terminavano nella serata della domenica seguente dove, al termine di una processione religiosa lungo le vie del paese, avveniva la conseguente premiazione del rione vincitore. Il palio (inteso come oggetto della contesa) consisteva in uno stendardo dipinto da pittori ed artisti locali. Al tempo dell'istituzione della festa, Gurone venne diviso in quattro rioni:[40]
Nel 1990 venne aggiunto il rione Gabbiano[40], formato dal quartiere popolare di Santa Rita e di cui il territorio (compreso tra le vie Milano, Tre Corsi, Montelungo e Caprera) risultava confinante con il rione Aquila. Dal 2001 il rione Gabbiano, a causa della mancanza di disponibilità dei suoi abitanti sospese le sue partecipazioni alla manifestazione[41]. Il Palio giunse fino alla sua 26ª edizione nel 2003 quando l'allora parroco don Viniero Roncarati decise di sostituirlo con “Guroneinfesta”,[40] una settimana di proposte e di divertimenti ricreativi materialmente diversa dalle precedenti competizioni del Palio ma con lo stesso obiettivo d'unione e di comunione dei suoi cittadini.
Luoghi di cultoIl patrono di Gurone è san Lorenzo, a cui è dedicata la chiesa principale costruita in architettura moderna e succeduta alla vecchia chiesa cinquecentesca (abbattuta negli anni settanta) di cui è rimasto soltanto il campanile in seguito ristrutturato. La parrocchia fu costituita il 14 febbraio 1747[16][43], mentre negli anni precedenti la comunità ecclesiastica della frazione aveva dovuto dipendere dalla parrocchia di Bizzozero e, per breve tempo, da quella di Malnate. Negli anni novanta ed al termine della costruzione della nuova area di case popolari, venne istituita la cappella di Santa Rita, un luogo di preghiera e celebrazioni cattoliche ed inizialmente ospitata all'interno alcuni locali comunali adibiti a servizi mentre, negli anni duemila e grazie agli sviluppi della politica comunale, è stata ceduta un'abitazione dello stesso quartiere per costruirvi una chiesa in grado di raccogliere i fedeli della zona. L'immobile, donato dal comune di Malnate alla parrocchia di San Martino (Malnate) è stato a sua volta ceduto alla parrocchia di Gurone che, dopo la consacrazione, ne ha inaugurato le funzioni religiose con la messa del 24 dicembre 2009[44] ponendo così fine ad un problema religioso e sociale che si trascinava da circa trent'anni[45]. A Gurone esiste anche una Sala del Regno dei Testimoni di Geova, quest'ultima inaugurata nella primavera del 2005[46]. Geografia antropicaUrbanisticaGradatamente fino al termine degli anni sessanta ma sempre più intensamente nei decenni seguenti, il tessuto urbanistico di Gurone si è sviluppato in direzione nord est rispetto alla posizione del centro storico ed oggi l'intero territorio collinare della frazione (una volta ricoperto da boschi, vigne e campagne), è pressoché giunto al termine di un'urbanizzazione tale che, occupando ogni area disponibile, ha trasformato l'allora piccolo paese in un grande centro abitato. Il centro storico![]() Nel Medioevo, il centro abitato sorse con un primo gruppo di case costruite sulle sponde più meridionali della zona collinare e rivolte a sud-ovest (verso la valle), per svilupparsi in seguito nei cortili di cascine a corte edificati attorno ad un quadrilatero composto da quattro piccole strade ed una quinta via che, allontanandosi in direzione del fiume, collegava Gurone con l'allora più vicina parrocchia di Santo Stefano (Bizzozero) ed il suo mulino. La prima espansione verso sud-estDal luogo in cui fu costruita l'antica chiesa di San Lorenzo, sorta su un rilievo rispetto alle più antiche costruzioni, si vide lo sviluppo di una nuova via destinata a condurre gli abitanti verso la campagna e, nei secoli successivi, anche verso il cimitero. I cimiteriIl primo cimitero, nel cinquecento situato davanti all'antica chiesa di san Lorenzo[32] divenne nei due secoli successivi ed a causa dell'usanza dei primi abitanti del paese un semplice prato abbandonato, in quanto essi preferivano seppellire i loro morti sotto il pavimento dell'antica chiesa[50]. L'espansione tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento![]() Si trova al civico 1 di via Generale Ravina ed un tempo, sulla sommità della collina retrostante sorgeva una torre di ferro destinata alle trasmissioni radioamatoriali. Verso il finire del XIX secolo divenne sempre più grande l'allora sentiero che, partendo dalla parte più settentrionale delle sette strade, si dirigeva verso nord prima di congiungersi con i sentieri di Malnate, a quei tempi già dotata di una stazione del treno nonché il secondo centro abitato più vicino alla comunità guronese. Gurone dalla seconda metà del Novecento fino ai giorni nostriSe le allora nuove scuole elementari di via Fratelli d'Italia ed inaugurate nel 1967[54] potevano sembrare grandi per un paese di 1 200 abitanti[55] ed ancora costituito da popolazione autoctona, la successiva edificazione delle case popolari che oggi formano l'intero Villaggio Fratelli d'Italia rese, nel decennio seguente, la necessità di costruirne uno ancora più grande per poter contenere tutti i bambini nati dai nuovi guronesi insediatisi nelle abitazioni a loro destinate nel corso dei trent'anni successivi. Infatti, a partire dalla fine degli anni sessanta ed in corrispondenza delle attuali via del Bollerino, via Vignalunga e, nel seguito anche dalla via Verbano, ebbe inizio il fenomeno di grande urbanizzazione destinato a trasformare l'intera superficie orientale del territorio guronese nel grande centro residenziale tuttora esistente. Nel successivo decennio e con la conseguente edificazione di quasi tutte le zone agricole un tempo situate anche nelle zone centrali dell'abitato, l'intera popolazione della frazione è pressoché quintuplicata e, ai giorni nostri, rappresenta una delle zone più intensamente popolate dell'intero comune di appartenenza. Rispetto ai secoli passati e per le mutate condizioni d'uso, anche l'aspetto di molte case dell'antico centro del paese ha subito un rilevante cambiamento ma, e nonostante nelle stesse zone siano ancora riconoscibili le caratteristiche agricole di molte case, le nuove generazioni e le ultime immigrazioni straniere non sono più in grado di riconoscere o nominare i luoghi a seconda dell'usanza degli antichi nomi tradizionali. Toponomastica nuova e vecchiaToponomastica risalente ai primi del Novecento[56].
Il quartiere Santa RitaSulla campagna malnatese una volta denominata "i Lüngh" (i campi lunghi)[60] e ad oggi corrispondente all'abitato contenuto tre la vie Montelungo, Giuseppe di Vittorio e Milano, verso la fine degli anni settanta ebbe inizio la progettazione e la costruzione del nuovo villaggio che per circa vent'anni fu identificato con la denominazione di Zona 167. Vita e storia della valleScendendo nella zona sottostante al "Ponte di Ferro" ed osservando il corso del fiume, si può ancora notare ciò che resta di uno sbarramento destinato a dividere l'Olona in due rami di cui, mentre quello occidentale prosegue tuttora mantenendo il suo movimento rapido e repentino, l'acqua deviata nel canale orientale un tempo scorreva più lentamente prima di ricongiungersi al ramo principale. Ad oggi, e dopo i lavori di realizzazione della diga più a valle, lo scopo di questa deviazione potrebbe essere di difficile comprensione se non provando a considerare il fatto di trovarsi in una valle adatta alle coltivazioni di frumento, segale e ravizzone (anticamente caratteristiche di tutte le zone circostanti) e dalla presenza del canale stesso che, dopo essere stato scavato dall'uomo per scorrere più in alto rispetto al corso occidentale del fiume, fu per secoli utilizzato come fonte d'irrigazione[64] per la porzione di terreno contenuto tra le due braccia del fiume e come canale alimentante la roggia che faceva girare le ruote dei mulini. I Mulini![]() Nel riquadro la data del 1886. ![]() Dell'esistenza di "rogge molinare" site in corrispondenza della stessa località ad oggi riconducibile ai Mulini di Gurone esiste già traccia in un documento redatto nella prima metà del Duecento e nel quale, oltre ad esservi registrato l'atto di vendita di un terreno, ne viene specificato che lo stesso si trova locato ad est della chiesa di Bizzozero ed a nord della "via Mulinariorum"[65]. Del resto, e vista la quasi concomitante citazione nei medesimi documenti sull'esistenza dei due nuclei abitati (Gurone e Bizzozero) più vicini ed esso[66], rimane difficile credere che nel Medioevo gli abitanti delle sponde di una valle attraversata da un fiume potessero preferire un sistema diverso da quello di un mulino ad acqua per macinarvi le proprie farine. Di una vera e propria costruzione, comunque, si trova un primo riferimento su una mappa delle Pieve di Varese risalente al XVI secolo[67] dove, con la stessa cura con cui furono segnate le posizioni degli altri centri abitati, figura anche una “Cà Molinara” posta sullo stesso luogo dove oggi sorgono gli attuali mulini. Dei Molini o Mulini, vi sono documenti del Catasto Teresiano che nel 1722 ne attestano la proprietà dei conti di Bizzozero[69] ed esiste una "Relazione Raggi" che nello stesso anno specifica che essi erano due (oltre a quelli malnatesi e di Vedano) e definisce in Gaspare Bizzozero l'esatto nome del proprietario[70]. Inoltre e seppur nel documento redatto nell'anno seguente si possano nutrire dubbi sul fatto che "Molinate" possa essere riferito a Malnate piuttosto che agli stessi Mulini guronesi, in un documento risalente al 1751 del Compartimento del Ducato di Milano viene specificata l'appartenenza del "Molino Bizozzero" al Comune di Gurone[71]. Riasalenti al XIX secolo sono invece le date tuttora incise tra le calci delle case probabilmente ricostruite od ampliate su quelle preesistenti e tra loro; due di esse sono piuttosto significative: 1845, posta all'interno delle stesse ma ancora visibile accedendo ai ponteggi della roggia che un tempo ne alimentava le diverse ruote e 1886, quest'ultima visibile anche dall'esterno. Su entrambe sono ancora leggibili anche le iniziali dei capofamiglia che, oltre ad esserne stati i proprietari per circa 150 anni, vi lavorarono personalmente: i Sonzini[74][75]. Il Catasto Cessato Lombardo del XIX secolo conferma l'utilizzo dei due mulini per la macina del grano e dei semi oleosi, mentre nel 1873 ad essi risultava unito un ulteriore impianto di filatura del cotone. Nella stessa valle dei mulini, zona che fino alla fine degli anni ottanta consistette in molto di più di una semplice installazione di mulini ad acqua, risultano essere esistite anche due concerie rispettivamente locate agli allora numeri civici 20 e 24[76]. ![]() Ma il fiume, seppur per molte generazioni della zona sia sempre stato fonte di lavoro e ricchezza, fu spesso anche la causa delle molte alluvioni che nel corso dei secoli hanno colpito le zone industriali della bassa Valle Olona; tra le esondazioni più disastrose ci furono anche quelle che determinarono la chiusura definitiva della cartiera Vita Mayer e del tratto inferiore della Ferrovia della Valmorea. Fornaci e filatureNella parte nord delle attuali costruzioni dei mulini ed attigua ad una di esse, sorgeva un tempo la filatura Varenna oggi distrutta. Costruita prima del 1857 ed in seguito ristrutturata ed ampliata per diventare uno stabilimento di concimi chimici nel 1920[81], venne infine abbandonata verso l'inizio degli anni quaranta. Essa sorgeva ad est del corso del fiume mentre, con le mura ad occidente ne costeggiava le acque per essere in grado di attingerle e poterle utilizzare nelle sue lavorazioni industriali[31]. Più ad est, verso l'attuale numero 38 di via dei Mulini, nell'Ottocento sorsero le due fornaci[82] guronesi destinate alla cottura dei materiali laterizi ottenuti dallo scavo dell'argilla, una materia prima molto diffusa tra i vari depositi sedimentari esistenti nella vallata circostante. Negli anni venti la più piccola delle due fornaci fu ricornvertita in macina delle ossa destinate alla farrbicazione dei concimi organici Vitalba[83] e manifatture di bottoni o puntali d'ombrello e, dopo alcuni passaggi di proprietà, vide cessare le sue attività verso l'inizio degli ottanta[84] e prima di essere definitivamente abbattuta negli anni novanta. Questa struttura, sino alla fine dotata della caratteristica ciminiera da fornace fu, a causa dell'intenso odore derivato dalle lavorazioni organiche, dai guronesi soprannominata "ul Spuzù"[31]. Della più grande delle due fornaci invece, che fu costruita ancora più ad est della prima e quasi in prossimita delle pendici del paese, si ricorda solo che era molto più grande e con una ciminiera molto più alta[85]. Quest'ultima risulta essere stata abbattuta già negli anni cinquanta e con le sue macerire vennero riempite e bonificate alcune delle marcite circostanti[31]. La stazione di Bizzozero - GuroneAl di là del fiume e quasi in corrispondenza longitudinale della filatura Varenna, sorgeva, lungo il tratto abbandonato della Ferrovia della Valmorea, la stazione di Bizzozero-Gurone che, pur essendo locata nel territorio di Bizzozero, costituì durante il suo funzionamento un importante nodo di collegamento per le persone e le merci lavorate lungo tutta la valle dei mulini. La valle più a sudA sud dei mulini e quasi in corrispondenza della nuova diga, il corso del fiume un tempo formava un'ampia ansa che, partendo dal fondo della pendice di Bizzozero e dirigendosi verso est, giungeva quasi a lambire la prossimità della collina guronese nei pressi dell'ultimo tratto di via Fontanelle (anche conosciuta come strada provinciale varesina) per poi ripiegare verso il territorio lozzese e ritornare verso l'attuale corso del fiume prima di raggiungere la zona a nord della località chiamata Ponte di Vedano[31]. Infrastrutture e trasportiLa stazione di Bizzozero-Gurone, attivata nel 1915, era posto lungo la ferrovia di Valmorea; privata del traffico passeggeri nel 1938, fu soppressa definitivamente l'anno successivo. Note
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