GnaphaliumLa canapicchia (nome scientifico Gnaphalium L., 1753) è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Gnaphalieae e sottotribù Gnaphaliinae).[1][2] EtimologiaIl nome scientifico del genere deriva dalla parola greca “gnaphalon” e significa “ciuffo di lana” in riferimento all'aspetto lanoso di queste piante[3].
DescrizionePortamento. Le specie di questo gruppo hanno un habitus di tipo erbaceo annuale o perenne. Possiedono una lanosità cotonosa sparsa su tutta la superficie (fusto, foglie e infiorescenza) che dona loro un colore bianchiccio-grigiastro. I cauli di queste piante sono provvisti del floema, ma non di canali resiniferi; mentre i sesquiterpeni lattoni sono normalmente assenti (piante senza lattice). La forma biologica delle varie specie del genere è in parte emicriptofta scaposa (H scap), ossia piante erbacee perenni con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e in parte terofita scaposa (T scap), ossia piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme. Queste piante sono considerate monoiche in quanto i capolini contengono fiori femminili esternamente e fiori ermafroditi (e quindi anche maschili) centralmente.[5][6][7][8][9][10] Fusto e radici. la parte aerea del fusto è eretta, ascendente o prostrata e semplice o ramificata ma sempre fogliosa. In alcune specie può essere legnosa alla base. Altezza massima 50 cm. Le radici sono secondarie da fittone. Foglie. Le foglie sono disposte in modo alterno lungo il caule; sono intere con margini crenati. In alcune specie sono amplessicauli, in altre semplicemente sessili. La forma varia da lineare-spatolata a oblanceolata con apice quasi ottuso o acuto a seconda dei casi. La superficie è uninervia o trinervia ed è lanosa su entrambi i lati o solo sopra. Dimensione medie delle foglie: larghezza 5 – 20 mm; lunghezza 40 – 60 mm. Infiorescenza. Le infiorescenze sono formate da numerosi capolini conici e fascicolati disposti o lungo l'infiorescenza (tipo racemi o pannocchie) o riuniti in glomeruli apicali. Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un capolino terminale peduncolato (disciforme o discoide) eterogamo. I capolini sono formati da un involucro, con forme da cilindriche a campanulate, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori. Le brattee, glabre o pelose a consistenza cartacea e biancastre (o brunastre chiazzate di scuro), sono disposte in modo più o meno embricato su 3 - 5 serie e possono essere connate alla base (strati di stereoma indiviso); talora possono avere un margine ialino. Il ricettacolo è senza pagliette a protezione della base dei fiori; la forma è piatta. In alcuni casi le infiorescenze sono avvolte da numerose foglie bratteali più lunghe dei capolini stessi. Dimensione media dei capolini: larghezza 2 – 3 mm; lunghezza 5 – 6 mm. Dimensione dell'involucro: 2,5 – 4 mm. Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre tubulosi, attinomorfi e si distinguono in:
In questo gruppo di piante i fiori radiati (ligulati o del raggio) sono assenti; a volte sono confusi con i fiori femminili (tubulosi) del disco esterno più o meno sub-zigomorfi con un lembo piatto e possono essere interpretati come fiori del raggio.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono piccoli a forma variabile da oblunga; la superficie può essere ricoperta da brevi doppi tricomi clavati oppure non clavate; il pericarpo può essere percorso longitudinalmente da alcuni fasci vascolari. Il pappo è formato da 8 a 12 setole capillari scabre libere. Dimensione degli acheni: 1,5 mm. Lunghezza del pappo: 1,5 – 3 mm. BiologiaImpollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[6][7] Distribuzione e habitatLe specie di questo genere sono distribuite in tutto il mondo. L'unica specie italiane (G. uliginosum) è distribuita su tutto il territorio con habitat in prevalenza boschivi e in parte umidi. Nel resto del mondo sono presenti soprattutto nelle regioni temperate, anche se alcune specie si trovano sulle montagne tropicali o nelle regioni subtropicali.[2]
SistematicaLa famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[13], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[14] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[15]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][8][9] FilogenesiIl genere di questa voce è descritto nella tribù Gnaphalieae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae. Da un punto di vista filogenetico, la tribù Gnaphalieae fa parte del supergruppo (o sottofamiglia) "Asteroideae grade"; l'altro è il supergruppo "Non-Asteroideae" contenente il resto delle sottofamiglie delle Asteraceae. All'interno del supergruppo è vicina alle tribù Senecioneae, Calenduleae, Astereae e Anthemideae.[16][17] La sottotribù Gnaphaliinae è caratterizzata da portamenti di vario tipo con specie ginomonoiche e monoiche, da foglie con margini interi, da capolini disciformi omogami o eterogami e raramente radiati (o subradiati), dallo stilo con rami troncati e superfici stigmatiche separate apicalmente, da acheni glabri o con tricomi allungati e pappo ridotto. La sottotribù è divisa provvisoriamente in diversi cladi (Metalasia, Ifloga, Stoebe, Hap, Flag, Lasiopogon e Australasian); il genere Gnaphalium è a capo del gruppo definito "Gnaphaliinae stricto sensu".[18][10] I caratteri distintivi del genere Gnaphalium sono:[9]
Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 14, 16, 18, 20, 28, 42, 52, 56 e 58.[9] Elenco delle specieQuesto genere ha 38 specie:[2]
SinonimiSono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]
Generi similiMolti sono i generi simili a quello di questa voce, e ovviamente in modo particolare quelli le cui specie una volta erano attribuite al genere Gnaphalium. Il genere Leontopodium (Stella delle Alpi o Edelweiss) è uno di questi. Le sue specie sono state separate da quelle del genere Gnaphalium in quanto i fiori centrali dei capolini sono sterili (e non fertili come in Gnaphalium); le setole del pappo sono clavate; ma l'aspetto morfologico più evidente sono i capolini (biancastri) raccolti in glomeruli all'apice del fusto circondati da una raggiera di foglie bratteali cotonose. Anche il genere affine Helichrysum differisce per piccoli particolari strutturali come le squame scariose (e non erbacee alla base), i fiori femminili esterni sono disposti in unica serie e le foglie, piccole a disposizione embricata, hanno i margini revoluti.[19] Il genere Omalotheca Cass., 1828 contiene le seguenti 4 specie in precedenza descritte all'interno di questo genere:
Queste specie differiscono in quanto sono tutte perenni con capolini isolati in formazioni racemose o a pannocchia.[20] Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
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