Si tratta di sottilissimi fili di pasta, lunghi 11 millimetri e con diametro di 0,75 mm,[2] che cuociono rapidamente e vengono usati per cucinare zuppe e minestre.[3] I filini esistono possono presentarsi sia freschi che essiccati.[3] La pasta prende il nome, appunto, dai "filini", termine usato nella lingua italiana per indicare dei "piccoli baffi da gatto".[3]
Stando a quanto afferma l'Archivio Storico Barilla, i filini sono «citati in testi del XVII secolo, erano preparati da alcuni monasteri femminili e inviati, con un curioso cerimoniale, alle puerpere o agli ammalati delle famiglie nobili della città eterna.»[2]
Note
^(EN) Il grande libro della pasta e dei primi piatti, Demetra, 2002, p. 14.