Calendula arvensisCalendula arvensis L., 1763 è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae).[1][2] EtimologiaIl nome generico (Calendula) deriva dal latino Calendae, parola con la quale i Romani indicavano il primo giorno del mese, dato che fiorisce in continuazione più o meno durante tutta l'estate.[3] L'epiteto specifico (arvensis) significa "dei campe e dei prati".[4] Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico Carl Linnaeus (1707-1778) nella pubblicazione " Species Plantarum, Edition 2" (Sp. Pl., ed. 2. 2: 1303) del 1763.[5] DescrizioneHabitus. Calendula arvensis ha un habitus erbaceo. In particolare la forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Un'altra forma biologica per questa specie è emicriptofita bienne (H bienn), ossia sono piante erbacee con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e si distinguono dalle altre per il ciclo vitale biennale. Inoltre sono prive di lattice.[6][7][8][9][10][3][11][12] Radici. Le radici sono secondarie da rizoma. Fusto. La parte aerea in genere è eretta (o decombente), semplice o ramosa (e più o meno corimbosa). Talora il fusto può essere sub-legnoso. Altezza massima: 30 – 50 cm. Foglie. Le foglie in genere sono cauline disposte in modo alternato e sono sessili (o picciolate). Il contorno della lamina è intero con forme soprattutto spatolate. Le foglie inferiori variano da obovate a oblanceolate. I margini sono irregolarmente dentellati. La consistenza della foglia normalmente è erbacea con superficie ricoperta da una densa peluria. Dimensione delle foglie inferiori: larghezza 6 – 15 mm; lunghezza 20 – 50 mm. Infiorescenza. Le sinflorescenze sono scapose. Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un capolino terminale peduncolato (raramente sessile), inclinato, di tipo radiato. Alla base dell'involucro (la struttura principale del capolino) può essere presente un calice formato da alcune brattee fogliacee. I capolini sono formati da un involucro, con forme da campanulate a emisferiche, composto da 7 - 9 brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: quelli esterni del raggio e quelli più interni del disco. Le brattee, glabre o pelose, da lanceolate a lanceolate, sono disposte in modo più o meno embricato su 1 - 2 serie e possono essere connate alla base; talora possono avere un margine ialino. Il ricettacolo, a volte alveolato, è nudo (senza pagliette a protezione della base dei fiori); la forma è piatta. Diametro del capolino: 1 – 3 cm. Lunghezza del peduncolo: 3 – 5 cm. Fiori. I fiori (fiori del raggio: 13 - 18; fiori del disco: 20 - 30) sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati e zigomorfi) sono femminili e fertili; mentre quelli del disco centrale (tubulosi e actinomorfi) sono funzionalmente maschili.
Frutti. I frutti sono degli acheni senza pappo disposti a corona attorno al capolino. Gli acheni presentano a volte un esocarpo carnoso e colorato e sono molto variabili nelle forme e dimensioni (achenio polimorfo): è "rostrato" (acheni esterni) se ricurvo e prolungato in una specie di becco privo di spine; "cimbiforme" (acheni medi) se ricurvo, alato, ma privo di becco; "anulare" (acheni centrali) se molto ricurvo (falciforme), spesso tanto da chiudersi ad anello, privo di ali e di spine. Lunghezza degli acheni: 2 – 3 mm. BiologiaImpollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8] Distribuzione e habitatGeoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Euri-Mediterraneo. Distribuzione: la specie ha un areale che abbraccia il Nord Africa (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto e Macaronesia), il Medio Oriente (Israele, Giordania, Libano, Siria, Iran, Iraq, Afghanistan), il Caucaso (Armenia, Azerbaigian, Georgia, Turkmenistan) e l'Europa (Portogallo, Spagna (incluse le Isole Baleari), Francia, Italia, Germania, Svizzera, ex-Iugoslavia, Albania, Grecia (inclusa Creta) Cipro, Romania, Ungheria, Moldavia e Ucraina).[2] In Italia questa specie è comune ed è presente in tutta la penisola (con l'eccezione della Val d'Aosta e del Trentino) e nelle isole maggiori. Nelle Alpi, questa specie si trova in Francia, Svizzera e Austria. Sugli altri rilievi collegati alle Alpi è presente nei Monti Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale e Pirenei.[15] Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono i prati soleggiati, ma anche i bordi delle strade e delle aree coltivate (campi e vigneti). Il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH basico, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido. Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare fino a 600 m s.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare (oltre a quello planiziale). FitosociologiaAreale alpinoDal punto di vista fitosociologico alpino Calendula arvensis appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
Areale italianoPer l'areale completo italiano Calendula arvensis appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]
Descrizione. L'alleanza Veronico agrestis-Euphorbion peplus è relativa alle comunità infestanti, terofitiche, su suoli molto fertili (limosi o argillosi), ricchi in sostanza organica, generalmente nelle colture orticole, vigneti e frutteti in generale. La distribuzione di questa cenosi è eurosiberiana. In Italia questa alleanza è presente in Veneto in due diverse serie di vegetazione (quella dell’alta Pianura Padana orientale e quella prealpina orientale collinare). Il livello di conservazione di queste cenosi è fortemente variabile e relativa all'adattamento ai continui disturbi e rimaneggiamenti dei suoli, per effetto delle operazioni agricole, del calpestìo, ecc. In caso di agricoltura non di tipo tradizionale (fertilizzazioni di sintesi, diffusione di erbicidi) tali comunità sono suscettibili di scomparsa.[17] Specie presenti nell'associazione: Allium vineale, Calendula arvensis, Euphorbia peplus, Fumaria officinalis, Heliotropium europaeum, Geranium rotundifolium, Mercurialis annua, Muscari racemosus, Amaranthus retroflexus, Chenopodium album, Chenopodium hybridum, Echinochloa crus-galli, Euphorbia helioscopia, Solanum nigrum, Sonchus arvensis, Sonchus asper, Thlaspi arvense, Tripleurospermum inodorum, Sonchus oleraceus, Fallopia convolvulus, Lysimachia arvensis, Veronica agrestis, Stellaria media, Capsella bursa-pastoris, Amaranthus powellii, Galinsoga parviflora, Lamium purpureum e Sinapis arvensis. Altre alleanze per questa specie sono:[16]
TassonomiaLa famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[18], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[19] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[20]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10] FilogenesiIl genere della specie di questa voce è descritto nella tribù Calenduleae (una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). Da un punto di vista filogenetico, la tribù Calenduleae fa parte del supergruppo (o sottofamiglia) "Asteroideae grade"; l'altro è il supergruppo "Non-Asteroideae" contenente il resto delle sottofamiglie delle Asteraceae. All'interno del supergruppo è vicina alle tribù Senecioneae, Gnaphalieae, Astereae e Anthemideae.[21][22] Calendula, nell'ambito della filogenesi della sottotribù, si trova in un gruppo politomico comprendente i generi Gibbaria e Osteospermum.[23] La classificazione di questo genere è difficile anche per la polimorfia degli acheni, a volte differenti nella stessa specie. I caratteri distintivi del genere Calendula sono:[9]
La specie di questa voce fa parte dell'Aggregato di Calendula arvensis. Questo gruppo (eterogeneo e variabile) la cui variabilità è concentrata sul portamento, la grandezza del capolino e le forme degli acheni, è caratterizzato da specie sinantropiche di recente diversificazione. Sono presenti specie tetraploidi. Composizione dell'aggregato:
I caratteri distintivi per la specie C. arvensis sono:[11]
Il numero cromosomico della specie è: 2n = 36 e 44.[11] VariabilitàLa variabilità di questa specie si evidenzia soprattutto nella pelosità che può presentarsi più densa e con fiori ligulati più grandi (2 - 3 x 15 – 20 mm). In Italia queste varietà si presentano in Puglia e in Sicilia.[11] SinonimiSono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]
EcologiaÈ pianta nutrice delle larve di diverse specie di Lepidotteri, tra cui la Cucullia calendulae. UsiLa Calendula arvensis ha proprietà molto simili alla Calendula officinalis e trova impieghi analoghi a quest'ultima in erboristeria. Calendula arvensis nell'arteNote
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
|
Portal di Ensiklopedia Dunia