Teggiano
Teggiano è un comune italiano di 7042 abitanti[2] della provincia di Salerno in Campania. Fino al 1862 il suo nome era Diano, da cui deriva il nome della conca entro cui esso sorge, il vallo di Diano. Geografia fisicaTerritorioIl centro storico e capoluogo è posto su un'altura isolata nel Vallo di Diano; è costituito da un antico borgo medievale e dalle abitazioni e terreni posti sulle pendici del colle, patrimonio dell'umanità UNESCO e tutelati dal parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Tutt'intorno all'altura dove è sito il centro storico, sparse per la pianura e le colline sottostanti, si trovano le altre frazioni del comune: Piedimonte, Prato Perillo, San Marco e Pantano. Il territorio comunale, di 61,59 km², è composto per metà da una zona pianeggiante e per l'altra metà da una zona collinare - montuosa. L'abitato di Teggiano sorge a 637 m s.l.m. su un contrafforte del monte Serra di Campo Soprano (1.446 m s.l.m.)[5], nella regione storica della Lucania.[6][7]
ClimaIl clima è tipico della zona, con estati soleggiate, secche e ventilate. Durante le notti estive, comunque, al calar del sole, vi è una forte escursione termica, anche di molti gradi in meno rispetto al giorno. La stazione meteorologica più vicina è quella di Sala Consilina.In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +6,3 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +24,1 °C.[8]
StoriaI nomi
Teggiano ha assunto attraverso i secoli diverse denominazioni: Tegea quando faceva parte delle 12 città confederate lucane, Tegianum o Dianum in epoca romana, poi Diano, da cui deriva il termine Vallo di Diano. Lo storico Teggianese Luca Mandelli, vissuto nel seicento, attribuisce la fondazione del paese ai coloni della città greca di Tegea, congettura non suffragata però da testimonianze storico-archeologiche. Alla fine dell'Ottocento Giacomo Racioppi invece avanzò l'ipotesi che Teggiano fosse stata fondata dalle genti osco-sabelliche scacciate dalle loro terre a seguito dell'espansione della civiltà etrusca. Ultima ipotesi in ordine di tempo è quella che Teggiano sia sorta ad opera dei Lucani all'inizio del IV secolo a.C. Più tardi si attesta il nome Tergia o Tergianum. Notevole importanza spettò alla Teggiano del periodo italico, che ricoprì un ruolo di primissimo piano sia nell'ambito delle dodici città federate lucane, che in occasione delle guerre sociali. A testimonianza di quei periodi restano gli innumerevoli reperti storici, costituiti in frammenti classici sia di architettura religiosa che di architettura civile, attualmente disseminati un po' ovunque lungo le vie del centro storico. Probabilmente la città venne distrutta intorno al 410 d.C. da Alarico. Dal V secolo in poi assunse il nome di Dianum, poi Diano, da cui prese il nome l'omonimo Vallo. Il massimo splendore si raggiunse nel periodo in cui la nobile famiglia dei Sanseverino la destinò a luogo privilegiato. Con l'arrivo dei normanni vi si stanziarono un nutrito numero di famiglie guerriere normanne, il borgo ha infatti, una decisa vocazione militare. Tra le famiglie normanne che vi abitarono si ricordano i : de Flumine o Fiume, il primo dei quali, Bosone, fondò nell'anno 1133 il Sedile di Diano, e poi, i Galliciano, i de Diano, i Mordente, i d'Alitto, i Carrano, i Marsicano, tutte infeudate ebbero anche castelli di rilievo. Altre famiglie si aggiunsero nel periodo federiciano come: i Corrado, i Grosso. Nel periodo Angioino arrivarono i Mordente,i Mazzacane, i Malavolta da Siena e così altre famiglie arrivarono nei successivi periodi Aragonese e Austriaco come i del Verme da Verona. Nel 1485 tra le mura del suo castello fu tramata la famosa Congiura dei baroni, ordita da Antonello Sanseverino, Principe di Salerno, contro Ferrante I d'Aragona, re di Napoli. Successivamente, nel 1497, Teggiano, rifugio inespugnabile del Principe ribelle, fu assediata dall'esercito del Duca delle Calabrie, Federico, divenuto re nel frattempo. La fama di castello imprendibile non fu sfatata nemmeno in quell'occasione: l'assedio durò molto più del previsto senza che l'esercito riuscisse ad ottenere la presa del maniero. Una resa onorevole, quindi, sancita da patti redatti dal Notar Jacopo Carrano, sottoscritti dal Re e dal Principe, diede salva la vita a quest'ultimo e salvaguardò l'integrità della popolazione che, in massa, era accorsa a dar manforte all'amato signore. Dopo il 1552, anno in cui si verificò l'allontanamento definitivo della famiglia dei Sanseverino, Teggiano diventò feudo di altre nobili famiglie del Regno, che seppero governarlo con alterna fortuna. Dal 1811 al 1860 è stato capoluogo dell'omonimo circondario appartenente al Distretto di Sala del Regno delle Due Sicilie. Nel 1862 dal neonato governo italiano giunse ai comuni del Vallo di Diano l'ordine di evitare nelle loro denominazioni eventuali omonimie esistenti con gli altri comuni d'Italia. Ottemperando agli ordini ricevuti gli amministratori comunali si misero subito all'opera e si ebbero così Atena Lucana, Sala Consilina, Montesano sulla Marcellana, San Pietro al Tanagro e Monte San Giacomo. Il comune di Diano fu rinominato Teggiano, dal latino Tegianum, già sua denominazione in età romana. Tale cambiamento fu avversato dai cittadini dell'epoca, capeggiati dal più autorevole di essi, il canonico e storico Stefano Macchiaroli, che definì tale operazione un inaccettabile anacronismo. Ancora oggi la maggior parte dei cittadini usa la vecchia denominazione, dicendo in dialetto: "vàu a Dianu" oppure "nta Rianu". Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia è stato capoluogo dell'omonimo mandamento appartenente al Circondario di Sala Consilina. Durante gli anni della seconda guerra mondiale, tra il 1940 e il 1943, Teggiano fu uno dei comuni della Campania destinati dalle autorità fasciste ad accogliere profughi ebrei in internamento civile. I 9 internati, in maggioranza provenienti dalla Polonia e dall'Austria, furono tutti liberati con l'arrivo dell'esercito alleato nel settembre 1943.[9] OnorificenzeMonumenti e luoghi d'interesseArchitetture religiose
Architetture civili
Architetture militari
Aree naturaliSocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[13] Etnie e minoranze straniereAl 31 dicembre 2017 a Teggiano risultano residenti 490 cittadini stranieri. Le nazionalità principali sono:[14] ReligioneLa maggioranza della popolazione è di religione cristiana di rito cattolico;[15] il comune, sede della diocesi di Teggiano-Policastro, è suddiviso in sei parrocchie. Lingue e dialettiAccanto all'italiano, si parla il dialetto teggianese, che fa parte del gruppo cilentano meridionale. Esso conosce un vocalismo atono composto da quattro foni: /a, ə, i, u/; per questo motivo, Teggiano viene considerato un'"isola" a vocalismo siciliano, insieme ad esempio alla vicina Sala Consilina.[16][17] CulturaMusei
Cucina
Geografia antropicaFrazioniSecondo lo statuto comunale, le frazioni di Teggiano sono:[19][20]
EconomiaBasata nel passato principalmente sull'agricoltura, negli ultimi anni, però, molte sono state le attività commerciali che hanno preso vita soprattutto nel capoluogo e nelle frazioni di Prato Perillo e di Pantano. Essendo parte del territorio patrimonio dell'UNESCO è costante meta di turismo internazionale, rappresentando forse l'ultimo borgo medievale perfettamente conservato tipico della zona. Di conseguenza sono molte, di recente, le attività ristorative e ricettive sorte grazie a questo tipo di indotto. Infrastrutture e trasportiStrade
Ferrovie
AmministrazioneGemellaggi
Altre informazioni amministrativeIl comune fa parte della Comunità montana Vallo di Diano. Le competenze in materia di difesa del suolo sono delegate dalla Campania all'Autorità di bacino interregionale del fiume Sele. SportNel comune aveva sede il club calcistico Asd Valdiano, militante nel campionato di Eccellenza campana girone B, che disputava le gare interne allo stadio "Antonio Vertucci". Nel 2019 la società è fallita. Note
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