Simeone II di Bulgaria
Simeone di Sassonia-Coburgo-Gotha (in bulgaro Симеон Борисов Сакскобургготски?, traslitterazione Simeon Borisov Sakskoburggotski; Sofia, 16 giugno 1937) è un politico e nobile bulgaro. È stato zar di Bulgaria dal 1943 al 1946 e 62º primo ministro della Bulgaria dal 21 luglio 2001 al 16 agosto 2005. Dalla morte del sovrano rumeno Michele I, avvenuta il 5 dicembre 2017, è l'unico capo di Stato della seconda guerra mondiale ad essere ancora in vita insieme al Dalai Lama, Tenzin Gyatso. BiografiaGiovinezza e regnoSimeone nacque nel 1937 a Sofia, secondogenito ed unico figlio maschio di Boris III di Bulgaria e della moglie, Giovanna di Savoia; il principe apparteneva alla casa di Sassonia-Coburgo e Gotha ed era quindi imparentato con le dinastie reali d'Italia, Regno Unito, Parma, Romania, Belgio e Portogallo. Nel 1943 il padre si recò al Rastenburg, nella Prussia orientale [1], per incontrare Hitler, probabilmente per negoziare un armistizio riguardante l'uscita della Bulgaria dalla seconda guerra mondiale; una volta ritornato in patria, lo Zar bulgaro morì il 28 agosto di attacco cardiaco anche se molti, fra cui i dottori che lo assistettero, ritennero che la vera causa del decesso fu avvelenamento.[2][3] Morto il padre, Simeone, di soli sei anni, ascese al trono e successivamente fu istituito un Consiglio di Reggenza, guidato dallo zio Kyril che venne affiancato da Nikolai Michov, ex Ministro della guerra, e Bogdan Filov, ex Primo ministro. Con la conquista dell'Armata Rossa della Bulgaria, la maggior parte della classe politica fu arrestata nel febbraio del 1945, con l'accusa di collaborazionismo con il nemico, ovvero i tedeschi. Fra i giustiziati c'era anche il principe Kyril. La famiglia reale fu confinata nel Palazzo Varna, residenza fuori la capitale, mentre veniva instaurato un regime comunista. Nel 1946 la monarchia fu abolita con un referendum nel quale la repubblica ottenne il 95,6% dei voti. EsilioCostretto a lasciare la Bulgaria Simeone, assieme alla madre ed alla sorella Maria Luisa, si recarono prima in Egitto dove era in esilio il nonno, re Vittorio Emanuele III. Nel 1951 venne concesso ai reali bulgari di recarsi in Spagna, su invito del dittatore Francisco Franco, stabilendosi a Madrid dove Simeone frequentò il Lycée français, un collegio internazionale francese. nel 1958 entrò nella Valley Forge Military Academy and College, negli Stati Uniti, ottenendo il grado di secondo sottotenente. Tornato nuovamente in Spagna, Simeone studiò legge ed amministrazione commerciale [4]. Nel 1966, divenuto trentenne, Simeone, che non aveva mai siglato alcun atto di abdicazione, si proclamò re secondo le disposizioni della Costituzione di Tărnovo. Cercò poi di istituire un governo in esilio con sede in Spagna, ma il tutto fallì [5]. MatrimonioIl 20 gennaio 1962 Simeone sposò a Losanna l'aristocratica spagnola Margarita Gómez-Acebo y Cejuela, cugina del marito dell'Infanta Pilar, sorella del re Juan Carlos. La coppia ebbe cinque figli:
Primo ministro della BulgariaCon la caduta della repubblica socialista bulgara, Simeone poté ritornare in patria nel 1996 dopo cinquant'anni di esilio. Molte delle proprietà reali ritornarono nelle sue mani. Nell'aprile 2001 Simeone fondò il NDSV (Movimento Nazionale Simeone Secondo), che vinse nello stesso anno le elezioni parlamentari con un programma elettorale che mirava a portare la Bulgaria sul piano europeo occidentale. Simeone divenne così il Primo ministro della Bulgaria, il cui governo era di coalizione fra il NDSV e il DPS (Movimento per i Diritti e le Libertà), rappresentante la minoranza turca presente nel Paese. La Bulgaria entrò ufficialmente nella NATO il 29 marzo 2004.[7][8] Dopo aver assunto l'incarico, Simeon prese come cognome Saxecoburggotski, la forma bulgara del nome della sua casa reale, Sassonia-Coburgo-Gotha. Nelle elezioni del 2005 il partito di Simeone arrivò secondo nelle votazioni e fu sostituito come primo ministro da Sergei Stanishev del Partito Socialista Bulgaro. Simeone rimase capo del partito fino al 2009 [7][8]. Ritornato in Bulgaria ed assunto la carica di primo ministro, Simeone II accantonò le sue intenzioni di restaurare una monarchia e di tornare sul trono bulgaro, nonostante la maggioranza dei bulgari all'inizio degli anni 2000 fosse a favore[senza fonte]. Ricoprendo poi l'incarico di primo ministro, ha dovuto giurare di proteggere il suo Paese secondo la Costituzione repubblicana[9]. Erede della Casa KoháryNell'aprile del 2010 morì il suo lontano cugino Giovanni Enrico di Sassonia-Coburgo-Gotha, i suoi titoli passarono a Simeone, visto che lo zio del principe deceduto era morto nel 1994 ed aveva contratto un matrimonio morganatico, quindi i suoi discendenti non erano inclusi nella linea di successione dei titoli del casato. Simeone divenne così il capo della Casa di Sassonia-Coburgo-Gotha-Koháry, assumendo il titolo di Magnate d'Ungheria e pretendente ai castelli di Čabraď e Svätý Anton, entrambi nell'attuale Slovacchia. Nel 2012 ha ceduto i propri diritti come capo della casa di Koháry a sua sorella Maria Luisa.[2] DiscendenzaIl 20 gennaio 1962 Simeone di Sassonia-Coburgo Gotha ha sposato a Losanna l'aristocratica spagnola Margarita Gómez-Acebo y Cejuela (Madrid, 6 gennaio 1935), parente del marito di Pilar di Borbone-Spagna, sorella del re Juan Carlos I di Spagna, dalla quale ha avuto cinque figli:
Albero genealogicoSimeone II è anche discendente di due papi, Papa Innocenzo VIII e Papa Alessandro VI:
OnorificenzeOnorificenze bulgareOnorificenze del Regno di BulgariaOnorificenze della Repubblica di BulgariaOnorificenze straniere— 1º ottobre 2004[10]
— 16 giugno 1955[13]
Note
Bibliografia
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