Asparuch
Asparùch (o Ispor, Isperich, Esperich, Espererich, Aspar-hruk, Batij) (in bulgaro Аспарух?, o in altre fonti anche Испор, Есперих, Есперерих, Исперих, Аспар-хрук, Батий; 640 ca. – 700 ca.) è stato sovrano di Bulgaria dal 679 al 700 e fondatore del Primo Impero bulgaro intorno al 680/81. La maggior parte dei ricercatori moderni presuppone che portasse il titolo di Khan. Negli anni della grave crisi fondò il Primo impero bulgaro e ne affermò il ruolo sulla scena politica europea. Secondo la maggior parte degli autori bulgari e stranieri lui avrebbe posto le fondamenta dello stato bulgaro nel 679-681 sul territorio della provincia bizantina della Moesia Inferior. Alcuni medievalisti sostengono che vi sia la continuità tra la Grande Bulgaria Antica conquistata dai Cazari nel 668 e lo Stato bulgaro sul Danubio creato da Asparuch nel 681.[1][2][3] OriginiLa cronaca medievale Nominalia dei khan bulgari afferma che Asparuch appartenesse al clan dei Dulo e che avesse regnato per circa 61 anni. Tuttavia un periodo così lungo non può essere accettato dalla storiografia moderna a causa di parecchie incongruenze, propendendo quindi per l'ipotesi che il periodo di 61 anni non si riferisca alla lunghezza del suo regno ma piuttosto alla durata della sua vita. Secondo i più moderni studi (come quello di Mosko Moskov) questo sovrano avrebbe regnato dal 668 al 695.[4] Altri storici attestano la fine del suo regno intorno al 700/701, non riuscendo tuttavia a concordare con l'antica testimonianza del Nominalia. L'anno esatto della sua nascita non è noto, ma si presume che fosse morto intorno al 700 in una battaglia contro i Cazari. Secondo fonti bizantine Asparuch (Ispor Rex) fu il terzogenito (dopo Batbajan e Kotrag) del sovrano bulgaro Kubrat, il fondatore della cosiddetta Grande Bulgaria Antica nelle steppe della regione appartenente all'odierna Ucraina. Le informazioni di base sulla sua biografia sono contenute nelle cronache degli autori bizantini Teofane Confessore e il Patriarca di Costantinopoli Niceforo I. NomeAsparuch è un (nome) ritenuto di origine iraniana. Alcuni storici ritengono che fosse composto dalle parole mediopersiane aspa - cavallo, e rukh - anima, spirito, cioè "colui che ha lo spirito di un cavallo." Nella copia di Mosca del Nominalia dei khan bulgari compaiono i nomi Isperich e Spererich, e nella copia di Pietrogrado Isperich ed Esperich. Nella Cronaca apocrifa del XIII secolo scoperta dallo studioso bulgaro Ivan Duychev il nome è Ispor.[5] Nel tumulo di Voznešenka è stato trovato un medaglione con un'aquila e un monogramma con delle rune proto-bulgare. Lo studioso bulgaro Plamen Tsonev ha letto il monogramma come Espor. Questa lettura è stata confermata anche dallo studioso ucraino-americano Omeljan Pritsak[6] e lo studioso bulgaro Petâr Dobrev. È interessante notare che l'interpretazione di Pritsak basata sulle lingue iraniane è proprio "aquila". Petâr Dobrev ritiene che il suono "e" si trasformi in "i" e che le due parole Espor e Ispor siano equivalenti.[7] BiografiaAttività fino al 680Asparuch imparò molto durante il lungo e fruttuoso regno di suo padre Kubrat. Secondo Cäğfär Taríxı (un manoscritto del XVII sec. di contestata autenticità[8][9][10]) Asparuch sarebbe stato nominato capo della tribù degli Onoguri da suo padre. Dopo la sua morte lui avrebbe riconosciuto il governo del suo fratello maggiore Batbajan, ma lo stato si disintegrò sotto l'attacco dei Cazari nel 668, e lui e i suoi fratelli si separarono, portando la loro gente a cercare una casa più sicura in altre terre. Dopo la conquista della Grande Bulgaria da parte dei Cazari nel 668, una parte delle tribù dei Kutriguri e degli Unogunduri, guidata da Asparuch, si diresse verso il Dnepr, dove rimase temporaneamente. Data la costante minaccia dei Cazari da est, Asparuch e il suo gruppo continuarono verso sud-ovest e raggiunsero il delta del Danubio intorno al 671.[11] Non si potrebbe presumere alcuna ostilità iniziale da parte sua nei confronti dell'Impero bizantino, ai cui confini si stabilì. Inseguito dai Cazari e sentendosi da un lato non abbastanza protetto nel suo nuovo luogo di residenza, e dall'altro debole a causa della sua orda piccola, fu costretto a cercare l'alleanza dei bizantini. La successiva traversata del Danubio avvenne con il consenso del governo bizantino, che stabilì un luogo per l'insediamento nell'area attorno al delta del Danubio, probabilmente sulla oramai scomparsa isola di Peuce (Pevki), assegnando funzioni di guardia ai Proto-bulgari. Approfittando della situazione critica dell'Impero in quel periodo, Asparuch iniziò gradualmente ad espandere i suoi possedimenti nella Mesia/ Schitia minor. In seguito raggiunse il punto più stretto tra il Danubio e il Mar Nero (l'odierno canale Danubio-Mar Nero), dove fu fermato da una fortificazione bizantina: un bastione di terra e un fossato. Nel frattempo Asparuch aveva stretto un'importante alleanza di mutua difesa con le sette tribù slave proprio contro l'Impero bizantino costituendo a tale fine una vera e propria federazione. L'avanzamento di Asparuch, così come la preoccupazione per una possibile subordinazione e inclusione degli slavi danubiani in una nuova unione tribale, causò la campagna dell'imperatore Costantino IV contro i proto-bulgari nel 680. In realtà, questa guerra fu provocata nel 672 con la conquista da parte dei Proto-bulgari di parte della Dobrugia Settentrionale,[11] ma fino al 679 l'Impero bizantino fu coinvolto nel duro conflitto con il Califfato omayyade, che raggiunse il suo apice con l'assedio di Costantinopoli tra il 674 e il 678 da parte del califfo Mu'awiya ibn Abi Sufyan. I cronisti bizantini indicano diverse incursioni dei Proto-bulgari all'Impero, ma l'impegno dell'Impero a sud non gli consentì altro che un'azione puramente passiva e difensiva. La sconfitta degli arabi diede al capace ed energico imperatore Costantino IV l'opportunità di rivolgere attivamente la sua attenzione al nord e di cercare di respingere la minaccia proto-bulgara. Battaglia di OngalNella primavera del 680, prima della decisiva battaglia di Ongal, l'esercito bizantino avanzò via terra e via mare verso il delta del Danubio. Vedendo il numero dei numerosi nemici, l'esercito filo-bulgaro si ritirò in una fortificazione costruita sull'isola di Peuce (Pevki). La lontananza e il distacco delle operazioni militari nella periferia dell'Impero bizantino portarono a difficoltà nel rifornimento dell'esercito bizantino. D’altro canto fu praticamente impossibile assaltare la fortificazione proto-bulgara presente sull’isola.[11] Iniziò un assedio, ma la partenza dell'imperatore per Messembria per curare la gotta di cui soffriva abbassò ulteriormente lo spirito combattivo dei bizantini. Questo fu sufficiente per far ritirare l'esercito. Le istruzioni dell'Imperatore furono quelle di eseguire una falsa manovra per costringere il nemico a lasciare l'isola per poi attaccarlo. Tuttavia, la notizia della sua partenza diffuse un senso di scoramento fra le sue truppe, che interpretarono quell'allontanamento come una vera e propria fuga dalla battaglia. In quella situazione l'esercito proto-bulgaro approfittò della situazione psicologica creatasi e attaccò inaspettatamente l'esercito bizantino, che era superiore, e lo sconfisse. A seguito della sua vittoria Asparuch discese verso sud partendo dal delta del Danubio, diretto verso le regioni balcaniche. Asparuch attraversò il Danubio con un gruppo di cui non si conoscono né il numero né l'origine. Queste domande hanno dato luogo a numerose discussioni tra gli studiosi. Al giorno d'oggi non è possibile dare una valutazione precisa sul numero e sull'origine etnica dei Proto-bulgari di Asparuch.[12][13] 681: Fondazione del Primo Impero bulgaro e governoDopo la ritirata dei Bizantini praticamente la maggior parte della Misia rimase fuori dal controllo dell'Impero bizantino. Stringendo una preziosa alleanza militare e tribale con le sette tribù slave e con i Severi Asparuch si assicurò gli alleati al nord e si fortificò nuovamente nella Schitia Minor.[11] Tuttavia, iniziò ad attaccare gradualmente le vicine regioni bizantine a sud dei Monti Balcani, sfruttando abilmente la situazione politica e militare. Ciò costrinse il governo bizantino a chiedere la pace e nella primavera del 681 fu stipulato il relativo trattato a Costantinopoli. Costantino IV, con lo scopo di limitare le perdite territoriali inferte al suo impero, decise di scendere a trattativa con gli invasori bulgari, firmando un trattato che prevedeva il pagamento annuo di un tributo. Con esso l'Impero bizantino cedette alla Bulgaria l'area della Moesia Inferior fino al fiume Iskăr, ma senza la città di Odessus (l'odierna Varna) e la costa circostante.[11] Le autorità bizantine furono comunque assenti da quelle terre a causa delle continue incursioni barbariche e delle ondate continue dei coloni slavi. Allo stesso tempo la Bulgaria accettò di cessare le incursioni oltre ai Monti Balcani. Furono anche delineate le relazioni commerciali tra i due paesi. Asparuch non disturbò l'Impero fino alla morte dell'imperatore nel 686. Al sud però, il trattato di pace del 681 sembrò scoraggiare solo temporaneamente le incursioni e i saccheggi proto-bulgari nella Tracia bizantina. Le fonti attestano un attacco più significativo nel 688, quando le truppe bulgare attaccarono i bizantini al delta del fiume Evros di ritorno da una campagna nella Macedonia meridionale (la campagna di Giustiniano II contro gli slavi macedoni). Le informazioni sull'esito della battaglia non sono chiare; apparentemente non ci fu una vittoria definitiva né per i bulgari né per i bizantini, ma l'Impero bizantino riuscì a spostare significative masse slave in Anatolia, che fu uno degli obiettivi delle sue azioni. Altre fonti invece, parlano del tentativo di rivincita dell'Impero bizantino nel 680 indipendentemente dalla campagna contro gli slavi macedoni: le operazioni militari iniziarono nel 688 e continuarono fino al 689-690. All'inizio in favore dei bizantini, ma sulla via del ritorno le truppe di Giustiniano II furono inseguite dai bulgari in Tracia e subirono una pesante sconfitta. Il conflitto non ebbe conseguenze durature per nessuna delle parti coinvolte. Nel nord-ovest la tensione tra i Proto-bulgari e gli Avari esisteva sin dai tempi di Kubrat. Ai tempi di Asparuch furono contese le terre tra il fiume Iskăr, i Monti Balcani, il fiume Olt e la catena montuosa dei Carpazi. Anche se l'esito di quel conflitto non ci è chiaro, l'inclusione futura delle terre soprammenzionate nel territorio della Bulgaria suggerisce il suo esito positivo per la Bulgaria. In quel periodo la principale minaccia all'integrità territoriale bulgara proveniva dal nord-est del Danubio, dal Gran Khanato di Khazaria. Senza dubbio la difesa del confine lungo il fiume Dnepr (secondo alcuni studiosi Dnestr) fu il compito più importante della politica estera di Asparuch. Il gran numero di bastioni difensivi costruiti in Dobrugia e in Valacchia contro la minaccia proveniente dal nord sono testimoni di un pericolo significativo. È molto probabile che le ostilità tra i due paesi fossero continue per tutto il periodo. Tuttavia, in certi momenti ci furono indubbiamente attacchi significativi all'ovest causando la partecipazione personale di Asparuch alle ostilità. MorteSecondo l'apocrifo "Racconto del profeta Isaia" (bulgaro: „Сказание на пророк Исайя“) dell'XI secolo Asparuch fu ucciso dagli "Ismaeliti sul Danubio" (probabilmente nella sua campagna contro i Cazari nel 700).[15] Venne succeduto dal suo figlio Tervel. Secondo lo storico bulgaro Stefan Vaklinov[16], la sua tomba sarebbe stata trovata sulle rive del fiume Dnepr vicino al villaggio di Voznešenka (al giorno d'oggi all'interno della città di Zaporižžja in Ucraina),[17][18] sebbene lo scopo del sito e il suo collegamento con i Proto-bulgari siano controversi.[19] Il tesoro di Voznešenka contiene un gran numero di oggetti d'oro e d'argento, tra cui la figura di un'aquila d'argento, i simboli su cui alcuni studiosi interpretano come l'emblema della famiglia Dulo e l'iscrizione “Espor” realizzata in rune proto-bulgare. Nel 2007, durante una speciale cerimonia di stato, il sarcofago con la terra di Voznešenka è stato solennemente posizionato nella Chiesa dei Quaranta Martiri nella città bulgara di Veliko Tarnovo.[20] Nel 2010, su iniziativa dell'Unione regionale della cultura bulgara e del Movimento per la conservazione della memoria storica dei bulgari, a Zaporižžja è stata inaugurata una targa commemorativa in onore del khan Asparuch.[21] Asparuch nella cultura
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