La farfalla è caratterizzata da un colore di fondo bianco con venature scure, da due macchie nere e dall'estremità delle ali anteriori senza scaglie; sulle ali posteriori, nella porzione d'ala più vicina all'addome dell'animale, vi sono delle sfumature di nero variabili, in base alle quali si distinguono diverse sottospecie della farfalla[2].
La femmina si distingue dal maschio principalmente per le macchie gialle laterali presenti sull'addome della femmina e per le dimensioni maggiori.
È morfologicamente simile a Parnassius apollo, la farfalla apollo, dalla quale si distingue agevolmente per l'assenza delle tipiche macchie rosse e per le dimensioni: Parnassius mnemosyne ha un'apertura alare di 45-60 mm, mentre l'Apollo l'ha di 50-80 mm[3].
La farfalla è anche confondibile, più che altro in volo o da chi è poco competente nell'ambito dei lepidotteri, con alcune specie della famiglia Pieridae, come per esempio il maschio di Pontia callidice, tipica delle Alpi: le specie sono distinguibili prima di tutto per le venature alari, molto più marcate in P. mnemosyne, oltre che per le dimensioni e le estremità alari. È molto simile anche la farfalla Aporia crataegi, distinguibile per l'assenza di macchie nere.
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Uovo
Le uova biancastre vengono depositate in prossimità dei bulbi delle piante nutrici della larva, spesso su steli di altre piante morte o rocce, dato che le Corydalis sono piante annuali e quando le femmine di P. mnemosyne devono deporre non sono ancora germogliate. Il modo in cui la farfalla riesca a trovare i bulbi sotterrati non è ancora sicuro[2][4].
Larva
La larva è nera a macchie gialle; sverna completamente formata all'interno o all'esterno dell'uovo. Si nutre solo nei giorni di sole, altrimenti è nascosto sotto foglie o sassi[2].
Pupa
La larva si impupa nel terreno, in un bozzolo di fili radi[4].
Biologia
Si tratta una specie univoltina, la si può trovare da metà aprile a fine agosto, con variazioni a seconda della localizzazione[2].
La larva si ciba di piante del genere Corydalis e Fumaria in particolare C. solida, C. cava, C. intermedia. Le uova sono depositate solitamente in prossimità delle piante alimentari larvali, invece che direttamente su di esse, visto che le Corydalis sono bulbi perlopiù annuali e, quando le femmine di P. mnemosyne devono deporre le piante non sono ancora germogliate[2][4]. Studi hanno dimostrato che, in presenza di due piante alimentari della larva, solo l'una o l'altra viene utilizzata[2][5].
Come nelle altre specie del loro genere (tax) i maschi di P. mnemosyne durante l'accoppiamento depositano dello sphragis nell'addome della femmina, in modo che essa non possa riprodursi con altri individui.
Distribuzione e habitat
Parnassius mnemosyne è decisamente localizzata ma nei luoghi in cui si trova risulta relativamente comune[1]; la si trova in vari ambienti: in radure umide, prati, luoghi cespugliosi, in prossimità di boschi, principalmente faggeti o pinete, ma anche, più raramente, in luoghi secchi, caldi e freddi, steppe[3], quasi sempre di montagna, fino ai 2300 m d'altitudine, anche se generalmente tra i 1000 e i 1700 m; talvolta nei luoghi a clima continentale freddo e nelle steppe la si può trovare anche al livello del mare. Secondo una ricerca IUCN si trova nei vari habitat con la seguente probabilità: nelle foreste decidue al 22%, nelle praterie alpine e subalpine col 19% delle probabilità, praterie mesofile 14%, praterie umide e alte 10%, boschi misti 8%, praterie calcaree secche e steppe 8%[6].
Secondo un documento dello studio di uno scienziato Russo che riporta i dati sulle località settentrionali di Parnassius mnemosyne i limiti settentrionali della gamma di Parnassius mnemosyne sono determinati dalla distribuzione delle sue piante nutrizionali larvali piuttosto che dal clima e dall'altitudine[7].
Per quanto riguarda l’Italia, è localmente diffusa: è presente soprattutto sulle Alpi, sull'Appennino centrale e in Sicilia, ma la ritroviamo anche sull’Aspromonte e in molte delle alture del resto dell'Appennino[2][3][1][4].
La maggiore minaccia per questa specie, già non molto diffusa, localizzata e con difficoltà di dispersione[3][4], è probabilmente l'aumento della temperatura dovuto al surriscaldamento globale, che potrebbe causare una diminuzione della popolazione della pianta nutrizionale larvale[2]. Quest'ultima, essendo bulbo, è vittima anche dei cinghiali che se ne nutrono sempre in aumento[4][1].
Curiosità
In Inglese volgare la farfalla è chiamata "clouded apollo", ovvero "farfalla apollo nuvolosa"
Nel 1992 l'entomologo Giovanni Sala ha chiamato una sottospecie della farfalla da lui scoperta P.m. guccinii, dedicandone il nome al famoso cantautore pavanese.
Nel 1993 quest'ultimo ha chiamato il suo nuovo album come la farfalla, Parnassius guccinii
Tassonomia
Le sottospecie del lepidottero sono un innumerevoli, solo in Italia ne sono presenti 29[5][9]
Parnassius mnemosyne weidingeri, F. Bryk & Eisner, 1932
Parnassius mnemosyne whyatti, Waldeck, 1976
Parnassius mnemosyne adamellicus
Parnassius mnemosyne hartmanni, ♀, si notano le ali quasi totalmente trasparenti, tipiche della femmina della sottospecie
Note
^abcde Comitato Nazionale Italiano dell'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN), Parnassius mnemosyne, su iucn.it. URL consultato il 16 febbraio 2018.
^abcde Fabbri R. e Pizzetti L., Fauna minore dell'Emilia Romagna (PDF), Invertebrati I (Molluschi, Crostacei, Odonati, Ortotteri, Lepidotteri), n. 15, Regione Emilia-Romagna - Servizi e Risorse forestali, 2006.
^(EN) Bolotov I.N., Gofarov M.Y., Rykov A.M.I. e Frolov A.A., Kogut Y.I., Northern boundary of the range of the Clouded Apollo butterfly Parnassius mnemosyne (L.) (Papilionidae): climate influence or degradation of larval host plants?, 2013, pp. 19-33.
^Direttiva habitat CEE (92/43/CEE) (PDF), su riservaditorreguaceto.it. URL consultato il 2 marzo 2018 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2018).
(EN) Capinera, J. L. (Ed.), Encyclopedia of Entomology, 4 voll., 2nd Ed., Dordrecht, Springer Science+Business Media B.V., 2008, pp. lxiii + 4346, ISBN978-1-4020-6242-1, LCCN2008930112, OCLC837039413.
(EN) Kükenthal, W. (Ed.), Handbuch der Zoologie / Handbook of Zoology, Band 4: Arthropoda - 2. Hälfte: Insecta - Lepidoptera, moths and butterflies, a cura di Kristensen, N. P., collana Handbuch der Zoologie, Fischer, M. (Scientific Editor), Teilband/Part 35: Volume 1: Evolution, systematics, and biogeography, Berlino, New York, Walter de Gruyter, 1999 [1998], pp. x + 491, ISBN978-3-11-015704-8, OCLC174380917.
(EN) Scoble, M. J., The Lepidoptera: Form, Function and Diversity, seconda edizione, London, Oxford University Press & Natural History Museum, 2011 [1992], pp. xi, 404, ISBN978-0-19-854952-9, LCCN92004297, OCLC25282932.
(EN) Stehr, F. W. (Ed.), Immature Insects, 2 volumi, seconda edizione, Dubuque, Iowa, Kendall/Hunt Pub. Co., 1991 [1987], pp. ix, 754, ISBN978-0-8403-3702-3, LCCN85081922, OCLC13784377.
Tom Tolman, Guida alle farfalle d'Europa e nord Africa, illustrazioni di Richard Lewington, Ricca editore, 2014 [2008], ISBN978-88-6694-002-9.