Ozzano Taro
Ozzano Taro è una frazione di Collecchio, in provincia di Parma. La località dista 7,21 km dal capoluogo.[1] Geografia fisicaLa frazione sorge in posizione pressoché pianeggiante nella val di Taro, ai piedi dei primi rilievi appenninici, sulla sponda destra del fiume.[3] Origini del nomeSecondo alcune ipotesi il nome della località, nota come Alciano nell'XI secolo[3] e Alzano o Vozzano nel XV,[4] potrebbe aver origine dall'etrusco hunt, ossia "cinque", pari alla distanza dalla via del Sale.[3] Altri storici ritengono invece che il toponimo derivi dal latino Altianus, col significato di "luogo alto" rispetto al fiume Taro.[3] StoriaLa più antica testimonianza dell'esistenza di un insediamento umano a Ozzano Taro risale al 1005, quando il vescovo di Parma Sigefredo II donò al monastero di San Paolo le terre che possedeva ad Alciano, Gaiano e Madregolo.[3] Nel 1230[5] fu menzionata per la prima volta l'originaria cappella, dipendente dalla pieve di Fornovo.[3] Nel 1495 si svolse a Gualatica, all'epoca detta anche Aqualatula, Rualadga o Gualadga, la cosiddetta battaglia di Fornovo, che oppose l'esercito del re di Francia Carlo VIII di Valois, accampato sulla sponda sinistra del Taro, e la Lega Antifrancese guidata dai milanesi e dai veneziani, acquartierata sulla destra; il minuscolo borgo, scomparso successivamente a causa dell'erosione da parte delle acque del fiume, sorgeva a pochissima distanza da Alzano, in corrispondenza del guado di collegamento con Felegara.[4] Nel 1709 il duca di Parma Francesco Farnese investì Domenico Manara del titolo marchionale e gli assegnò i feudi di Ozzano, Sivizzano e Triano;[6] i suoi eredi ne mantennero i diritti fino alla loro abolizione sancita da Napoleone per il ducato di Parma e Piacenza nel 1805;[7][8] successivamente la frazione fu unita al comune di Fornovo di Taro.[3] Tra il 1860 e il 1865 furono intraprese alcune campagne di ricerca di petrolio nella zona di Ozzano, che tuttavia si concentrarono negli anni seguenti nei pressi di Vallezza.[9] Nel 1909 la frazione si separò da Fornovo di Taro per aggregarsi a Collecchio.[3] Monumenti e luoghi d'interesseChiesa di San PietroMenzionata per la prima volta nel 1141, la chiesa, dedicata a san Pietro apostolo, fu completamente ricostruita in stile barocco tra il 1750 e il 1756; restaurata a più riprese, fu ristrutturata internamente nel 1964; il luogo di culto conserva alcune opere di pregio, tra cui i dipinti raffiguranti la Madonna col Bambino e santi e il Battesimo di Gesù, risalenti al XVII secolo, e la Madonna dell'Umiltà, realizzata nel XVIII secolo.[10][11] CulturaMuseiMuseo Ettore GuatelliCollocato all'interno del podere Bellafoglia, il museo espone una ricchissima collezione di oggetti di uso quotidiano, utilizzati dalle famiglie contadine del Parmense fino agli inizi del XX secolo.[12] EconomiaL'economia del paese è legata alla presenza di due importanti industrie, sorte tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX:[3] lo stabilimento Rodolfi Mansueto S.p.A., che produce dal 1896 conserve e altri prodotti alimentari,[13] e lo stabilimento Newlat Food, nato nel 1920 come industria conserviera, acquisito nel 1927 dalla Carlo Erba per la produzione di prodotti alimentari dietetici e per qualche decennio anche farmaceutici,[14] acquistato nel 1976 dalla Plasmon e alienato nel 2015 dalla Kraft alla Newlat S.p.A.[15] A Ozzano Taro ha inoltre sede dal 1983 la cantina Monte delle Vigne; la tenuta si estende sulle colline poste tra Gaiano e Fornovo di Taro su una superficie di 60 ettari, di cui 40 ricoperti da vigneti.[16] Infrastrutture e trasportiOzzano Taro è attraversata da nord-est a sud-ovest dalla strada statale 62 della Cisa e dalla ferrovia Pontremolese, che serve la frazione attraverso la stazione omonima. Note
Bibliografia
Voci correlate
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