I numeri di Catalan possono essere definiti in modo ricorsivo imponendo e
Questa relazione di ricorrenza è stata notata per la prima volta nel 1758 dal de Segner[2]. In particolare, la relazione mostra che i numeri di Catalan sono effettivamente dei numeri interi.
Un'espressione alternativa è la seguente:
Proprietà
Molti problemi combinatori hanno come soluzione i numeri di Catalan. Ad esempio:
è il numero di modi in cui un poligono convesso con lati può essere suddiviso in triangoli. Ad esempio, per il poligono è un esagono e i modi sono effettivamente :
è il numero delle parole di Dyck di lunghezza . Una parola di Dyck è composta di lettere e lettere , tale che ogni segmento iniziale non contenga più che . Ad esempio, le parole di Dyck con lettere sono effettivamente :
XXXYYY XYXXYY XYXYXY XXYYXY XXYXYY.
è il numero di modi in cui è possibile inserire coppie di parentesi in un prodotto di fattori. Ad esempio, per si ottiene
è il numero di alberi binari pieni con nodi padre. Qui è mostrato il caso :
è il numero dei cammini in una griglia che collegano due vertici opposti restando sempre sotto la diagonale. I cammini per sono effettivamente :
è il numero di possibili tassellazioni di una scala di gradini con rettangoli. Ad esempio, per si ottiene
Storia
Il nome di questi numeri è stato scelto in onore del matematico belga Eugène Charles Catalan (1814-1884) che li aveva studiati elegantemente intorno al 1838. La successione di questi numeri però già nel XVIII secolo era stata individuata dal matematico tedesco-ungherese Jan Andrej Segner (1704-1777) ed era stata studiata da Eulero. Inoltre, contemporaneamente a Catalan, era stata studiata dal matematico francese Jacques Binet (1786-1857). Il fatto che l'n-esimo numero di Catalan corrisponda al numero delle parole di Dyck aventi lunghezza 2n è stato trovato da Désiré André nel 1887.
^A. de Segner, Enumeratio modorum, quibus figurae planae rectilineae per diagonales dividuntur in triangula. Novi commentarii academiae scientiarum Petropolitanae 7 (1758/59) 203–209