Niceta di Costantinopoli
Niceta (in greco Νικήτας?; ... – 6 febbraio 780) è stato patriarca di Costantinopoli dal 766 al 780. BiografiaEra un eunuco di origini slave,[1] che secondo Giovanni Zonara viveva nei quartieri delle donne ed era analfabeta.[2] Prima di diventare patriarca, fu prete alla Chiesa dei Santi Apostoli[3] e archon dei monasteri, cioè il rappresentante del patriarca negli affari monastici. Il 16 novembre 766 fu nominato patriarca di Costantinopoli.[1] Presiedette al processo indetto contro il suo predecessore Costantino, accusato di essere coinvolto in una congiura contro l'Imperatore Costantino V, anatemizzandolo il 6 ottobre 767.[4] Durante il suo mandato, nella settima indizione (anno 768/769) restaurò numerose chiese, ma rimosse anche diversi mosaici raffiguranti Cristo e i Santi da esse, in linea con la politica iconoclasta dell'Imperatore.[5] Perì il 6 febbraio 780, dopo quattordici anni di patriarcato, e fu anatemizzato nel 787 dal Concilio di Nicea II che condannò l'iconoclastia. NoteBibliografia
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