Macedonio II (V secolo – Gangra, 515) è stato il Patriarca ecumenico di Costantinopoli tra il 495 e il 511[1].
Biografia
Presbitero di Costantinopoli,[2] probabile nipote di Gennadio I,[2] nel 495[1] fu nominato al posto del patriarca Eufemio dall'imperatore Anastasio.[2] Sottoscrisse l'Enotico, prerequisito per l'accesso all'episcopato nella Chiesa orientale di quel periodo, nonostante professasse la fede calcedoniana.[2] Nel 507, Anastasio si sforzò invano di fargli condannare il Concilio di Calcedonia.[2] Nel 510, Macedonio si rifiutò di comunicarsi con Severo, capo degli scismatici, che Anastasio aveva portato a Costantinopoli.[2] Nell'agosto 511, per ordine dell'imperatore, venne prelevato nottetempo e portato nel Ponto, dove venne deposto da un concilio, dopodiché esiliato a Euchaita presso il suo predecessore Eufemio. Nel 515 morì a Gangra, dov'era stato costretto a rifiugarsi per salvarsi dalle stragi degli Unni.[2]
Culto
La Chiesa ortodossa onora la sua memoria il 25 aprile.[1][2]
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni