Lingua protonorrena
Il protonorreno (chiamato anche protonordico, norreno primitivo, scandinavo antico o proto-germanico settentrionale) era una lingua indoeuropea parlata in Scandinavia che è ritenuta essere un'evoluzione di un dialetto settentrionale della lingua proto-germanica nei primi secoli dopo Cristo. È il primo stadio di una lingua caratteristica germanica settentrionale, e la lingua delle prime e più antiche iscrizioni runiche, parlata circa tra il terzo e il settimo secolo. Con l'epoca vichinga, la lingua si evolse a formare i vari dialetti del norreno, che si sarebbero a loro volta evoluti nelle odierne lingue scandinave. FonologiaLa fonologia del proto-norreno era probabilmente non molto diversa da quella del proto-germanico: nonostante la realizzazione fonetica di alcuni fonemi fosse mutata nel tempo, il sistema generale dei fonemi e la diffusione degli stessi rimase perlopiù invariata. Consonanti
VocaliIl sistema vocalico presentava più differenze di quello consonantico, rispetto al proto-germanico: un precedente /ɛː/ era stato abbassato a /ɑː/; /ɑi/ e /ɑu/ – quando non accentati – erano mutati rispettivamente in /eː/ and /ɔː/; e l'abbreviazione delle vocali in finale di parola aveva eliminato le vocali trimoriche (o "ultralunghe", in riferimento al termine inglese overlong) presenti nel proto-germanico.
DittonghiLa lingua presentava quantomeno i seguenti dittonghi: /æi/, /ɑu/, /eu/, /iu/.
AccentoIl proto-norreno poneva l'accento sulla prima sillaba. Diversi studiosi hanno avanzato l'ipotesi che esistesse un accento tonale separato, ereditato dal protoindoeuropeo ed evolutosi nell'accento tonale proprio delle moderne lingue svedese e norvegese, evolutosi a sua volta nello stød del danese moderno. Un'altra recente teoria vuole che, nel proto-norreno, si ponesse un accento tonale su tutte le sillabe lunghe ed ogni due sillabe brevi, originando così la distinzione tonale nello svedese e nel norvegese. AttestazioniIscrizioni runicheTutte le attestazioni esistenti di proto-norreno sono iscrizioni runiche in futhark antico: ne esistono circa 260, e la più antica risale al II secolo. Esempi
Prestiti linguisticiNumerose parole del primo periodo germanico sono sopravvissute sotto forma di prestiti linguistici nelle lingue finniche, perlopiù immutate. Alcune di esse potrebbero essere di origine proto-germanica, o anche più antiche, ma altre riflettono degli sviluppi tipici nel norreno. Alcuni esempi (con la forma proto-norrena ricostruita):
Esiste un vasto repertorio di prestiti proto-norreni anche nelle lingue sami. EvoluzioneDal proto-germanico al proto-norrenoLe differenze tra le attestazioni di proto-norreno e la lingua (non attestata) proto-germanica sono abbastanza piccole. La distinzione tra proto-norreno e germanico nord-occidentale può dirsi una convenzione, non essendovi sufficienti elementi dalle restanti zone germanofone (la Germania settentrionale ed i Paesi Bassi) per un confronto. Le iscrizioni rinvenute in Scandinavia sono considerate proto-norreno. Una delle prime differenze, condivisa dai dialetti germanici occidentali, è la monottongazione dei dittonghi non accentati: *ai diventò ē, come in haitē (Kragehul I) dal proto-germanico *haitai, ed allo stesso modo *au divenne ō. Caratteristico del proto-norreno è anche l'abbassamento di ē proto-germanico accentato ad ā, dimostrato dal confronto tra il gotico 𐌼𐌴𐌽𐌰 (mēna) ed il norreno máni (in italiano “luna”). Il proto-norreno è perciò differente dai primi dialetti germanici occidentali, dato che il germanico occidentale ē venne abbassato ad ā indipendentemente dall'accento. Nel proto-norreno, un precedente ē non accentato emerge come i. Ad esempio, la desinenza debole di terza persona singolare del passato – -dē – appare nell'alto tedesco antico come -ta, con una vocale bassa, ma in norreno come -ði, con una vocale alta. Quando *z, una fricativa apicale alveolare sonora rappresentata nella scrittura runica dalla runa algiz (ᛉ), sia mutata in ʀ, un'approssimante apicale postalveolare, è oggetto di dibattito. Se si considera il principio generale di desonorizzazione delle consonanti in finale di parola nel proto-norreno, *z, se mantenuta, sarebbe stata desonorizzata in s e trascritta come tale in runico. Non vi è tuttavia traccia di ciò nelle iscrizioni runiche in futhark antico, quindi si può presumere che la qualità di questa consonante sia cambiata prima della desonorizzazione, altrimenti il fonema sarebbe stato rappresentato da una runa sôwilô (ᛋ), usata per s. Si possono fare speculazioni sulla qualità della consonante, e l'opinione generale è che fosse qualcosa a metà fra z e r, il riflesso norreno di tale suono. Nello svedese antico, la distinzione fonemica tra r e ʀ rimase fino all'XI secolo, come mostrano le numerose pietre runiche svedesi dell'epoca. Dal proto-norreno al norrenoDal 500 all'800, due grandi mutamenti ebbero luogo nel proto-norreno: apparvero gli umlaut, e le vocali vennero influenzate dalla vocale o semivocale successiva. Il norreno gestr (ospite) deriva dal proto-norreno *gastiz (ospite). Un altro mutamento fonetico è noto come frangimento, in cui una vocale si muta in un dittongo: hjarta da *hertō o fjǫrðr da *ferþuz. Gli umlaut portarono alla comparsa di nuove vocali: y (come fylla da *fullijaną) ed œ (come dœma da *dōmijaną). Gli umlaut sono divisi in tre categorie, umlaut-a, umlaut-i ed umlaut-u, l'ultimo dei quali era ancora produttivo nel norreno. Il primo, tuttavia, comparve molto presto, ed i suoi effetti si possono vedere già intorno al 500, sui corni d'oro di Gallehus. La variazione causata dagli umlaut non fu di per sé uno stravolgimento della lingua, poiché non fecero altro che introdurre allofoni di vocali posteriori qualora certe vocali si fossero trovate nella sillaba seguente; tuttavia, i cambiamenti portati dalla sincope resero le vocali-umlaut una caratteristica distintiva non trasparente della morfologia e della fonologia, rendendo fonemici quelli che prima erano semplici allofoni. La sincope abbreviò le vocali lunghe nelle sillabe non accentate, e molte vocali abbreviate andarono perdute, così come la maggior parte delle vocali brevi non accentate. Come nel proto-norreno, l'accento cadeva sulla prima sillaba: il proto-norreno *katilōz divenne katlar (“calderoni”); il proto-norreno *horną divenne il norreno horn ed il proto-norreno *gastiz divenne il norreno gestr (ospite). Alcune parole subirono mutamenti ancor più drastici, come *habukaz, che divenne il norreno haukr (“falco”). Collegamenti esterni
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