KV30 (Kings' Valley 30)[N 1] è la sigla che identifica una delle tombe della Valle dei Re in Egitto; titolare sconosciuto.
Inusuale la planimetria: da un pozzo verticale di accesso, si passa nella camera funeraria di forma geometrica non regolare e, da questa, si accede a quattro altri locali. Sia pure in piccolo, la struttura planimetrica ricorda quelle delle tombe KV5, KV12 e KV27.
Scoperta e scavata da Giovanni Battista Belzoni nel 1817, per conto del II conte di Belmore[N 2], venne mappata e rilevata da James Burton nel 1825 e nel 1898 da Victor Loret; al suo interno vennero rinvenuti solo frammenti di vasellame risalenti alla XVIII dinastia[2].
Scavi sistematici della KV30 sono stati eseguiti solo nel 2010-2015, nell’ambito del The University of Basel King’s Valley Project (trad. Progetto Valle dei Re dell’Università di Basilea) [N 3]. I detriti riempivano i corridoi fino a circa 50 cm dal soffitto; al loro interno vennero rinvenuti frammenti di vasellame (verosimilmente quelli segnalati da Burton nel 1825).
A circa 1,80 m di altezza, sopra la porta che, al fondo del pozzo, dà accesso alle camere, è stato rinvenuto un graffito in inchiostro rosso[3] i cui caratteri geroglifici potrebbero corrispondere al prenome Neb-Kheperu-Ra di Tutankhamon.
Pochi resti di legno, cartonnage, sarcofago e vasellame rinvenuti tra i detriti, non consentono di datare con certezza la tomba, comunque assegnata alla XVIII dinastia e verosimilmente al regno di Amenhotep III [4], che venne usata almeno una volta.
Note
Annotazioni
- ^ Le tombe vennero classificate nel 1827, dalla numero 1 alla 22, da John Gardner Wilkinson in ordine geografico. Dalla numero 23 la numerazione segue l’ordine di scoperta.
- ^ Somerset Lowry-Corry, II Conte di Belmore (1774-1841), nobile e politico irlandese.
- ^ Il progetto vede la collaborazione, oltre l’Università di Basilea, dell’Università Americana del Cairo –Dipartimento Egittologia- e dell’Università di Zurigo –Centro di medicina evolutiva: progetto mummie egizie-; prevede lo studio e l’analisi di varie tombe della Valle dei re: KV26, KV29, KV30, KV31, KV32, KV33, KV37, KV40, KV59, KV61 e la recentissima KV64.
Fonti
- ^ Copia archiviata, su aegyptologie.unibas.ch. URL consultato il 3 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2017).
- ^ Nicholas Reeves e Richard Wilkinson, The complete valley of the Kings, New York, Thames & Hudson, 2000, p. 109.
- ^ Ägyptologisches Seminar: Report 2009, su aegyptologie.unibas.ch. URL consultato il 3 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2017).
- ^ Ägyptologisches Seminar: Report 2014, su aegyptologie.unibas.ch. URL consultato il 3 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2017).
Bibliografia
- (EN) Nicholas Reeves e Richard Wilkinson, The complete Valley of the Kings, New York, Thames & Hudson, 2000, ISBN 0-500-05080-5.
- Christian Jacq, La Valle dei Re, traduzione di Elena Dal Pra, O. Saggi, n. 553, Milano, Mondadori, 1998, ISBN 88-04-44270-0.
- Alessandro Bongioanni, Luxor e la Valle dei Re, Vercelli, White Star, 2004, ISBN 88-540-0109-0.
- Alberto Siliotti, La Valle dei Re, Vercelli, White Star, 2004, ISBN 88-540-0121-X.
- Alberto Siliotti, Guida alla Valle dei Re, ai templi e alle necropoli tebane, Vercelli, White Star, 2010, ISBN 978-88-540-1420-6.
- Erik Hornung, La Valle dei Re, traduzione di Umberto Gandini, ET Saggi, n. 1260, Torino, Einaudi, 2004, ISBN 88-06-17076-7.
- Alessandro Roccati, L'area tebana, Quaderni di Egittologia, n. 1, Roma, Aracne, 2005, ISBN 88-7999-611-8.
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