Gruaro è un comune di origine medioevale nella campagna del Veneto Orientale al confine col Friuli. La zona è ricca di canali e specchi d'acqua, come il Lemene ed il Versiola. Il comune offre diversi punti d'interesse storico, artistico e naturalistico sia in aperta campagna come i molini di Stalis, che dell'abitato come la Chiesa di San Tommaso apostolo della frazione di Bagnara (famosa per l'organo centenario e gli affreschi).
Gruaro, come gran parte del veneto orientale, in origine era parte integrante della Patria del Friuli ovvero la regione storica del Friuli. Infatti ancora oggi nel comune e nelle zone limitrofe viene parlato il friulano.
Il comune di Gruaro dà il nome al comune vicino: Portogruaro. La cittadina di Portogruaro, che sorge sulle rive del fiume Lemene, era in origine il porto di Gruaro per i commerci, poi resosi indipendente.
Gruaro possedeva anche un altro porto fluviale sul Lemene, detto "vecchio", oggi Portovecchio.
Gruaro ha un'etimologia dibattuta. Può derivare da gru (in latinogrūs) con un suffisso dal valore collettivo -ārius[5][7], data l'antica natura di zona paludosa e ricca di acquitrini come evidenziato dal nome della frazione Bagnara. Molto meno plausibile, data l'assenza di voci simili in fonti venete, la derivazione da gruarius, ‘guardiano del bosco’[5]. Più probabile che Gruaro derivi da grava ‘ghiaia’ o ‘terreno alluvionale’, voce ampiamente attestata nel territorio e sostenuta anche dalla fonte attestata Growario[5][8]. per quanto riguarda la formazione della parola, si può ricondurre a un (campus) gruarius da un precedente *gravarius[9].
Storia
Si ritiene, sulla base anche di recenti ritrovamenti archeologici, che un centro abitato fosse esistente già in età romana nell'area di Concordia. Risalgono all'838 le prime notizie di vita comunale, quando l'imperatore Lotario concede alcuni territori all'abbazia di Sesto al Reghena dell'ordine dei benedettini. A loro si attribuisce la formazione del centro urbano che fu fortificato, sempre ad opera dei monaci, con la costruzione di un castello. Nel 1140 fu redatta la concessione del vescovo Gervino, che viene considerata il suo atto di nascita. Durante il XV secolo il Friuli venne sottomesso dalla Serenissima e il territorio venne incorporato nella repubblica di San Marco. Con il Regno d'Italia napoleonico conobbe una nuova fase, divenendo comune del Dipartimento di Passariano (oggi Pordenone e Udine). Con il Regno del Lombardo-Veneto venne trasferita alla provincia di Venezia. È recente la scoperta di un sarcofago del IV secolo d.C. Risale al XV secolo la parrocchiale, oggi dedicata a san Giusto, la cui facciata si fregia di due grandi affreschi del XVI secolo raffiguranti San Cristoforo e il Patrono. È del 1463 la chiesa di San Tommaso Apostolo, con un pregevole lunotto e affreschi . Allo stesso periodo appartengono la cappella di Santa Elisabetta e la chiesa di Sant'Angelo. Di epoca più tarda è la chiesa di San Giovanni. Infine, risale al Settecento Villa Fadelli-Ronzani, fedele esempio di casa padronale di campagna. Sempre in territorio gruarese, in località Stalis vi sono i mulini recentemente restaurati che furono citati nel libro Le confessioni d'un italiano di Ippolito Nievo.
A Gruaro, nel 1294, avvenne un miracolo eucaristico. Su una tovaglia, proveniente dalla chiesa di San Giusto, sarebbero apparse macchie di sangue, prodotte da un'ostia consacrata rimasta tra le pieghe del tessuto. Oggi la reliquia è conservata a Valvasone per volere degli allora signori feudali. Un monumento a ricordare l'accaduto è posto di fronte alla chiesa.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone del comune di Gruaro sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 14 aprile 1970.[11]
«Scudo sannitico di rosso, con due gru al naturale, affrontate e nuotanti in acque d'argento, venate di azzurro.»
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso.
Al 31 dicembre 2015 gli stranieri residenti nel comune sono 124, ovvero il 4,41% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[13]:
Il comune, insieme con alcune altre località vicine, essendo zona di confine con il Friuli Venezia Giulia e in parte abitate da cittadini parlanti il friulano, negli ultimi anni è stato oggetto di un'iniziativa istituzionale per ottenere il passaggio dalla regione Veneto alla regione autonoma Friuli Venezia Giulia.
^Giovan Battista Pellegrini e Carla Marcato, Appunti di toponomastica dell'area portogruarese, in Roberto Sandron (a cura di), L'area portogruarese tra veneto e friulano. Atti del convegno tenuto a Portogruaro il 18-19 dicembre 1982, Portogruaro, 1984, pp. 137-139, SBNIT\ICCU\VEA\0127083.