Governo Schoof
Il Governo Schoof (in lingua nederlandese: Kabinet-Schoof) è dal 2 luglio 2024 il settantaduesimo ed attuale Governo dei Paesi Bassi, presieduto dal primo ministro Dick Schoof. Si tratta di un esecutivo a trazione di centro-destra (guidato, tuttavia, da una figura indipendente al fine di garantire equamente gli interessi della coalizione), che si basa sull’appoggio dei nazionalisti del Partito per la Libertà (PVV), dei liberali del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD), dei cristiano-democratici del Nuovo Contratto Sociale (NSC) e dei ruralisti del Movimento Civico-Contadino (BBB). StoriaFormazioneIn seguito al complicato quadro politico emerso dalle elezioni legislative del precedente novembre, che hanno visto la vittoria, sebbene solo relativa, del Partito per la Libertà (PVV) di Geert Wilders e, tra l’altro, l’ascesa di nuove formazioni come Nuovo Contratto Sociale (NSC) e Movimento Civico-Contadino (BBB), a discapito del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD) e della sua coalizione di governo[1][2], per il paese è iniziato un incerto periodo post-elettorale, caratterizzato da lunghe negoziazioni ed ampie difficoltà in tutto il processo di formazione, che hanno fatto pensare anche ad una probabile ripetizione elettorale.[3][4] Dunque, constatato l’esito del voto, i principali partiti hanno presto iniziato, seppur non con ottime prospettive di partenza[5], una fase intensa di consultazioni, giungendo inizialmente, secondo quanto prescritto dalla prassi, alla nomina di Gom van Strien (PVV) al ruolo di scout, al fine di sondare una maggioranza operativa, venendo questi, tuttavia, presto rimpiazzato da Ronald Plasterk (PvdA) nel ruolo di informateur.[6] Da qui, nonostante i lunghi tentativi di compromesso e negoziato, su spinta specialmente di Geert Wilders, le negoziazioni si sono solo complicate ulteriormente, specie per perplessità dovute al rispetto dello stato di diritto ed alla gestione delle questioni finanziarie, portando così, il 6 febbraio, all’abbandono delle trattative da parte del Nuovo Contratto Sociale (NSC) di Pieter Omzigt ed alla speculazione su un eventuale governo alternativo a guida Sinistra Verde - Partito del Lavoro (GL-PvdA) o, di nuovo, all’indizione di nuove elezioni[7][8]. Nonostante alla fine la situazione si sia calmata, Plasterk è stato comunque rimpiazzato a sua volta da Kim Putters (PvdA), sempre nel ruolo di informateur[9], il quale ha tuttavia, come il precedente, consigliato di continuare a perseguire i negoziati con l’area di centro-destra. In tal senso, dunque, sebbene con molto affanno, i negoziati sono di nuovo ricominciati, portando addirittura Geert Wilders a rinunciare a sorpresa alle sue aspirazioni al ruolo di Ministro-Presidente pur di formare un nuovo esecutivo, trovando apprezzamento dalle sue controparti[8]. Questa evoluzione dei negoziati ha così portato alla sostituzione di Putters con ben due informateur, Elbert Dijkgraaf (SGP) e Richard van Zwol (CDA), i quali hanno dunque supervisionato nuovamente tutti gli aspetti del negoziato e redatto un rapporto complessivo sulla situazione.[10] Alla fine, un accordo è stato ufficialmente raggiunto, con la chiusura di tutti i dossier negoziali, il 15 maggio, tra il Partito per la Libertà (PVV), Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD), Nuovo Contratto Sociale (NSC) e Movimento Civico-Contadino (BBB), lasciando la determinazione del futuro Ministro-Presidente allo stesso Geert Wilders, in quanto leader del partito più votato.[11] A questo punto Wilders, ha proposto di nominare Ronald Plasterk (PvdA) alla carica, ma questa idea è stata subito bloccata da Omzigt e dal Nuovo Contratto Sociale (NSC), per via di dissapori tra i due[12]. Di qui, Wilders ha così approcciato Kim Putters (PvdA) per l’incarico, congiuntamente all’invito di nominare formateur l’informateur Richard van Zwol (CDA), venendo questi autorizzato il 22 maggio a sondare un suo appoggio all’idea, ma senza successo a causa del rifiuto del candidato.[13][14] In definitiva, come ultimo tentativo, Wilders ha approcciato il 29 maggio Dick Schoof, già ex capo dei servizi segreti del paese, il quale ha accettato ed è dunque divenuto il candidato designato, concludendo così il processo di formazione.[15] Il 2 luglio, infine, a 222 giorni dalle elezioni e con l’approvazione della Tweede Kamer, il governo, composto da 16 ministri e 13 segretari di stato per un totale di 29 membri (di cui 12 donne), è ufficialmente entrato in carica.[16][17] Situazione parlamentare
ComposizionePartito per la Libertà (PVV) Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD) Nuovo Contratto Sociale (NSC) Movimento Civico-Contadino (BBB) Cariche o Ministeri
Segretari di StatoNoteEsplicative
Bibliografiche
Voci correlateAltri progetti
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