Figlio di Ursula di Schwaz e Paolo Naurizio, autore di diverse tele di carattere sacro per le chiese trentine durante il principato di Ludovico Madruzzo. Dal 17 gennaio 1610 e fino al 1655 il suo nome compare nelle matricole dei soci della Confraternita alemanna degli zappatori, che per secoli ebbe un ruolo centrale nella vita dei tedeschi presenti in città. Vista la sua presenza a Croviana nel 1613, gli sono state attribuite alcune opere nella chiesa di San Giorgio.
Nel 1634 a Trento dipinse la pala d'altare di Santa Caterina nella chiesa del convento di San Bernardino e un affresco della Beata Vergine sul muro dell'oratorio di Sant'Anna.[3] Nel 1640-1642 dipinse la pala d'altare e cappelle laterali della cappella del SS Rosario della chiesa dei domenicani. Nel 1643 dipinse quadri all'interno del presbiterio della chiesa parrocchiale di Banale e nel 1649 la pala d'altare nella chiesa di Tavodo.[3] Nel 1650 dipinse le pale d'altare nelle chiese di San Lorenzo a Folgaria e San Bartolomeo a Villazzano.
La partenza di Martino Teofilo Polacco da Trento (1621) favorì il lavoro del pittore[4]; grazie al suo stile semplice e diretto, del quale è perfetto esempio la pala di Fraviano con l'iscrizione che esce dalla bocca del santo, la noncuranza per la corretta proporzione e la scelta di raffigurare il santo nel momento del martirio, ne fecero uno dei pittori più importanti della politica pastorale dei Madruzzo, promotori della Controriforma.[5]
Madonna con Bambino, San Bernardo e Santa Margherita d'Antiochia, 1626-1630, olio su tela, 207 × 120 cm, pala dell'altare maggiore della chiesa di San Bernardo a San Bernardo (Rabbi)[8]
Madonna del Rosario, 1629-1630, olio su tela, 146,5 × 105,5 cm, parete sinistra del presbiterio della chiesa di San Bernardo a San Bernardo (Rabbi)[9][10]
Madonna con Bambino e i Santi Rocco, Lorenzo, Viglio e Sebastiano, post 1629, olio su tela, 240 × 133 cm, pala dell'altare maggiore della chiesa di San Rocco a Caldes[12][13]
Castel Caldes, cappella della Natività di Maria: affreschi interni. Realizzati nel 1629 in occasione delle nozze di Giovanni Arbogasto Thun e Maddalena Margherita Thun, celebrate nella cappella il 5 aprile 1629. Quattro scene della vita di Maria (Natività, Presentazione al Tempio, Sposalizio, Assunzione) sulle pareti laterali, le raffigurazioni legate alle litanie lauretane nelle vele della volta dell’aula (otto putti con quindici simboli mariani), il Padre eterno con la colomba dello Spirito santo fra nuvole a angeli nella volta absidale e l’articolata decorazione della controfacciata, con lo stemma del vescovo Carlo Emanuele Madruzzo.[2]
Allegoria della Chiesa trionfante, 1629-1657, olio su tela, 192,5 × 282 cm, MAG Museo Alto Garda (Riva del Garda). La probabile fonte della tela è l'incisione di Philippe Thomassin, la Navis misticae contemplationis (1602)[19]
Congregazione generale del Concilio di Trento nella chiesa di S. Maria Maggiore, 1633, olio su tela, 293 × 353 cm, Museo diocesano tridentino (proveniente dalla chiesa di Santa Maria Maggiore). L'edificio presentava un'unica aula, non divisa in navate: vi fu montata una tribuna in legno semicircolare. Al centro compare Angelo Massarelli, segretario del Concilio. Un'iscrizione in basso indica i nomi dei personaggi più importanti raffigurati nel dipinto.[20]
Madonna con Bambino e Sant'Anna, 1636 ca., olio su tela, 215 × 126 cm, pala dell'altare maggiore della chiesa di Sant'Anna a Roncogno (Pergine Valsugana). La parte superiore della pala è dominata dalla Madonna con il Bambino, sant'Anna e diversi angioletti, tre dei quali sostengono una croce; nella parte inferiore sono presenti san Bartolomeo (a sinistra) e santa Elena imperatrice con corona e abiti regali (a destra), sullo sfondo un paesaggio fluviale
Lapidazione di Santo Stefano, 1638, olio su tela, 236 × 156 cm, pala dell'altare maggiore della chiesa di Santo Stefano a Fraviano (Vermiglio). Il dipinto raffigura il momento in cui santo Stefano affronta il martirio fuori dalle mura di Gerusalemme. I suoi occhi sono rivolti alla Trinità, le parole "Domine, non statues illis hoc peccatum" sono tratte dagli Atti degli Apostoli (7, 60)[21]
Gesù fanciullo guarisce San Rocco alla presenza di S. Giuseppe e S. Teresa d'Avila, 1647-48, olio su tela, 145 × 83,5 cm, pala dell'altare sinistro della chiesa di San Giorgio a Dorsino
Battaglia di Lepanto, metà del Seicento, olio su tela, 470,5 × 330,5 cm, navata meridionale della chiesa di Santa Maria Assunta a Cavalese (attribuita da Ezio Chini). In alto la Vergine con il Bambino regge la corona del Rosario, alla quale è appesa la bianca croce dei Cavalieri di Malta. In basso viene rievocata la battaglia di Lepanto, con in primo piano due galere che attaccano altrettante imbarcazioni ottomane[26]
Madonna con Bambino e santi Giovannino, Vigilio, Bartolomeo e Rocco, 1650, olio su tela, 208 × 116 cm, pala dell'altare maggiore della chiesa cimiteriale di San Bartolomeo a Trento[29]
Franca Barbacovi, Sulle tracce di Elia Naurizio e Giovanni Armanni: storie di famiglia e di committenza del Seicento trentino, in «Studi trentini. Arte», 95/2, 2016 (pp. 251-287). (online)
Enrico Castelnuovo (a cura di), Il Duomo di Trento. Pitture, arredi e monumenti. Volume secondo, Trento, TEMI, 1993.
Domizio Cattoi & Domenica Primerano (a cura di), Arte e persuasione. La strategia delle immagini dopo il Concilio di Trento, Trento, TEMI, 2014.
Ezio Chini, Arte a Cavalese fra Quattrocento e Settecento. Nuovi studi, in «Atti Accademia Roveretana degli Agiati», 265, 2015 (pp. 7-42). (online)
Raffaella Colbacchini, La cappella di Santa Maria nel castello di Caldés: un inedito ciclo di affreschi di Elia Naurizio, in «Studi trentini di scienze storiche. Sezione seconda», 75-77, 1996-1998 (pp.93-116). (online)
Salvatore Ferrari, "I Thun e le loro committenze d'arte in Val di Sole", in: La famiglia Thun in Val di Sole e in Trentino, a cura di Alberto Mosca, Cles (TN), Centro Studi per la Val di Sole, 2011 (pp. 139-167). (online)
Aldo Gorfer, Le valli del Trentino. Guida geografico-storico-artistico-ambientale. Trentino occidentale, Calliano (TN), Manfrini, 1975, ISBN978-88-7024-118-1.
Roberto Pancheri, "La pala maggiore di Martino Teofilo e gli altri dipinti notevoli della pieve di Tassullo", in: La pieve di Tassullo attraverso i secoli, a cura di R. Pancheri, Comune di Tassullo, 2014 (pp. 123-151). (online)
Nicolò Rasmo, Storia dell'arte nel Trentino, Trento, Dolomia, 1988 [1982].
Simone Weber, Artisti trentini e artisti che operarono nel Trentino, Trento, Monauni, 1977 [1933].