Sede vescovile è la città di Langres, dove si trova la cattedrale di San Mamete. L'abitazione del vescovo e gli uffici della curia si trovano a Chaumont, dove la chiesa di San Giovanni Battista ha la dignità di basilica minore.
Il territorio si estende su 6.210 km²; in seguito alla riorganizzazione territoriale eseguita a partire dagli anni Novanta del XX secolo, il numero delle parrocchie è stato ridotto, con decreto vescovile del 17 agosto 1998, dalle quasi 450 alle attuali 31; la diocesi inoltre è suddivisa in 3 zone pastorali e 10 decanati.
Storia
La diocesi fu eretta nel III secolo ed è storicamente attestata per la prima volta con il vescovo Desiderio, che prese parte al concilio di Sardica nel 343/344. La sua firma inoltre si trova nel documento redatto nel 346 con il quale, nello pseudo-concilio di Colonia, un gruppo di vescovi fece sua la decisione del concilio di Sardica a favore di sant'Atanasio.
Sotto i Merovingi e i Carolingi molti vescovi di Langres risiedettero a Digione, poiché a causa delle invasioni delle tribù germaniche la città di Langres aveva subito distruzioni e saccheggi.
Il capitolo della cattedrale di San Mamete fu costituito nell'VIII secolo e riformato poco prima dell'834 dal vescovo Alberico, come attesta un diploma di Ludovico il Pio. Nel corso dei secoli successivi si arricchì di molti beni, così da diventare nel XIII secolo una potente signoria ecclesiastica.
Nel IX secolo la diocesi fu suddivisa in un numero crescente di arcidiaconati: 2 nell'801, 3 nell'870, 5 nell'879 e 6 nel 903. Nell'830 a Langres si era svolto un importante sinodo provinciale, durante il quale il vescovo Alberico accolse l'imperatore Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno, e suo figlio Lotario I.
Alla fine del X secolo i vescovi di Langres godettero di particolari privilegi da parte dei re, cosa che aumentò la ricchezza della diocesi. Il dato più eclatante è la tassa dovuta alla Santa Sede, 9.000 fiorini annui, una cifra eccezionale all'epoca. Il vescovo più rappresentativo di questo periodo fu Brunone di Roucy (980-1015), nipote del re Lotario, che si distinse in ambito religioso, per i primi tentativi di riforma introdotti nella sua Chiesa, e anche in ambito politico, per il ruolo assunto in alcuni questioni del suo tempo.
Nell'XI secolo la diocesi era divisa in 6 arcidiaconati: Langrois, Tonnerois, Lassois, Barrois, Digionese e Bassigny; per un totale di 17 decanati.
Attorno al 1140 il vescovo Godefroy de la Rochetaillée, un cistercense, discepolo di san Bernardo, decise di ricostruire la cattedrale; i lavori durarono pochi decenni e già nel 1196 veniva compiuta la solenne cerimonia di consacrazione. Durante il suo episcopato furono celebrati due sinodi per la riforma ecclesiastica della diocesi.
Nel 1179 il duca Ugo III di Borgogna donò la città di Langres a suo zio, il vescovo Gauthier de Bourgogne. Da allora i vescovi di Langres detennero il potere temporale con il titolo di conti. Godettero anche del diritto di battere moneta. Una serie di falsi diplomi furono confezionati in questo periodo per retrodatare i diritti comitali dei vescovi di Langres, facendoli risalire fino al IX secolo. Nel 1356 i vescovi ricevettero il titolo di duchi.
Nel corso del XII secolo furono fondate diverse importanti abbazie; tra queste si ricordano l'abbazia San Nicola di Septfontaines e quella di Morimond (1125), l'abbazia di Tart (1125), che fu la prima abbazia cistercense femminile, e l'abbazia di Auberive (1135).
Nel 1404 il cardinaleLuigi di Bar celebrò un sinodo diocesano durante il quale furono promulgati nuovi statuti diocesani, rinnovati da Claude de Longwy de Givry nel 1537. A questo prelato si deve anche il rinnovamento liturgico della diocesi, con l'introduzione di un nuovo breviario, di un messale e di un rituale; introdusse inoltre l'obbligo della predicazione per combattere le infiltrazioni protestanti nella diocesi.
I decreti di riforma del concilio di Trento furono introdotti in diocesi abbastanza tardivamente, e solo grazie allo spirito riformatore del vescovo Sébastien Zamet (1615-1655), che fondò anche il seminario vescovile (1616-1619), pubblicò un nuovo breviario e redasse nuovi statuti diocesani.
Nel XVII secolo il capitolo della cattedrale era proprietario di oltre 4.000 ettari di terreno, riceveva completamente le tasse da 49 villaggi e in parte da altri 44. La ricchezza del capitolo comportava come conseguenza anche l'alto numero di prebende canonicali: alla fine del Settecento il capitolo era costituito da 44 canonici, di cui 7 dignità.
Il 9 aprile 1731 Langres cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Digione, in seguito elevata al rango di arcidiocesi. In quest'occasione Langres perse quasi tutto l'arcidiaconato di Digione, ossia la parte più ricca della diocesi, pur conservando ancora oltre 400 parrocchie.
Un nuovo concordato, stipulato nel giugno 1817, prevedeva il ristabilimento della diocesi. Il 1º ottobre 1817 monsignor de La Luzerne, nel frattempo creato cardinale, fu nominato una seconda volta alla sede di Langres. Ma il concordato non entrò mai in vigore, in quanto non ratificato dal Parlamento di Parigi, per cui anche la nomina del La Luzerne rimase senza effetto.
Solo il 6 ottobre 1822 la diocesi fu effettivamente ristabilita con la bolla Paternae charitatis del medesimo papa Pio VII. Da questo momento i vescovi trasferirono la loro residenza a Chaumont. La nuova diocesi comprendeva il dipartimento francese dell'Alta Marna, ed era costituito da 550 parrocchie e chiese annesse, di cui 360 facevano parte dell'antica diocesi di Langres (le regioni di Langres e di Chaumont), 70 della diocesi di Châlons, 13 della sede di Besançon, altre 13 della diocesi di Troyes e 94 dell'antica diocesi di Toul.[1] Questa situazione si rifletté in una grande confusione dal punto di vista liturgico, perché vigevano nelle diverse parrocchie diversi riti gallicani: si contavano 5 riti diversi.[2]
Il primo vescovo della rinata diocesi fu Gilbert-Paul Aragonès d'Orcet (1823-1832), che si applicò alla formazione e al rinnovamento dei preti della sua diocesi. A tal scopo istituì 2 due compagnie di preti, i "Preti ausiliari" e i "Preti del Sacro Cuore", che si occupavano delle parrocchie povere della diocesi, di quelle senza preti o con sacerdoti anziani, predicando missioni e ritiri spirituali, e istituendo, ove possibile, scuole per la formazione iniziale dei bambini.
L'opera di riorganizzazione della diocesi fu proseguita da Pierre-Louis Parisis, che indisse un sinodo diocesano ogni anno dal 1841 al 1847, e introdusse la liturgia romana nel 1840.
Il catalogo episcopale di Langres, giunto fino a noi in diverse copie, si arresta di prima mano al vescovo Gauthier de Bourgogne e perciò nella sua redazione più antica risale alla seconda metà del XII secolo.[4]
Nella presente cronotassi si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
^Circa i cataloghi episcopali di Langres, cfr. Histoire littéraire de la France, tomo XXIX, Paris 1885, pp. 403-404. Il catalogo, nella redazione del cartulario di Santo Stefano di Digione, è pubblicato da Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, Scriptores (in Folio), vol. XIII, pp. 379-380. Cfr. anche Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, vol. II, pp. 184-185.
^Nei tradizionali cataloghi dei vescovi di Langres l'episcopato di Desiderio è collocato tra il 240 e il 264, anno della presunta morte.
^Secondo le fonti tradizionali, avrebbe partecipato al concilio di Valance del 374, informazione messa in dubbio sia da Gallia christiana che da Gams, e ignorata da Duchesne.
^Secondo Gregorio di Tours, sarebbe succeduto a Sidonio Apollinare sulla sede di Clermont. Gallia christiana e Gams non riportano date per questa successione; Duchesne indica come anno il 479, Mathieu il 484.
^Le lettere pontificie con le quali si datano il suo episcopato (686 - circa 713) sono state riconosciute false. Cfr. Duchesne, op. cit., p. 188, nota 4.
^Dopo Vandrario, alcuni autori inseriscono un vescovo di nome Cheroaldo, assente nel catalogo episcopale di Langres. Cfr. Gallia christiana coll. 525-526, e Gams. Duchesne lo ignora; Mathieu (op. cit., p. 31) afferma che «son épiscopat est plus qu'incertain».
^Nella vita del suo successore e fratello Ariolfo, si dice che Erulfo ebbe rapporti con papa Adriano I, il cui pontificato iniziò nel 772.
^Assente nel catalogo episcopale di Langres; la sua biografia, scritta verso la metà del IX secolo, lo indica come fratello e successore immediato di Erulfo; sembra che anche Ariolfo, come suo fratello, si sia dimesso dal suo incarico per ritirarsi nel monastero di Elwangen (diocesi di Augusta).
^La sede di Langres, dopo la morte di Teobaldo, fu occupata da due intrusi, Wulfado e Ansgario.
^Alla morte di Gilone, furono nominati due vescovi in competizione fra loro, Argrino e Teobaldo II, sostenuti da due opposti partiti politici. Solo alla morte di Teobaldo, Argrino poté prendere possesso della sua sede; papa Stefano VI lo depose, ma questa decisione fu revocata dal suo successore Giovanni IX. Cfr. Duchesne, pp. 190-191; Mathieu, pp. 41-43.
^Il catalogo episcopale di Langres aggiunge l'annotazione: vocatus episcopus.
^Il suo episcopato durò, secondo Gams, solo cinque mesi; secondo Mathieu, fu deposto dalla sua sede.
^Elevato al cardinalato, mantenne la sede di Langres in amministrazione. Il 20 settembre 1413 divenne amministratore della diocesi di Châlons al posto di Charles de Poitiers, trasferito a Langres.
^Contravvenendo alle disposizioni di papa Pio VII contenute nella Qui Christi Domini non si dimise; il 28 luglio 1817 fu nominato cardinale ed il 1º ottobre successivo fu nuovamente nominato alla sede di Langres, ma questa nomina non ebbe effetto. Morì a Parigi il 21 giugno 1821.
^Il 14 dicembre 1899 fu nominato arcivescovo titolare di Pelusio.