Diocesi di Metz
La diocesi di Metz (in latino: Dioecesis Metensis) è una sede della Chiesa cattolica in Francia immediatamente soggetta alla Santa Sede. Nel 2021 contava 805.250 battezzati su 1.036.000 abitanti. È retta dall'arcivescovo (titolo personale) Philippe Ballot. TerritorioLa diocesi comprende il dipartimento francese della Mosella. Sede vescovile è la città di Metz, dove si trova la cattedrale di Santo Stefano. Il territorio è suddiviso in 649 parrocchie, raggruppate in 5 zone (Metz, Thionville, Saint-Nabor, Château-Salins/Sarrebourg e Sarreguemines/Bitche) e 25 arcipresbiterati. StoriaLa diocesi di Metz fu probabilmente eretta verso la fine del III secolo; l'antica tradizione, attestata dai cataloghi episcopali già nell'VIII secolo, riconosce come primo vescovo san Clemente. Tuttavia i primi vescovi non godono di riscontri storici sicuri, fino ad uno dei due Vittorio, la cui firma si trova nel documento redatto nel 346 con il quale, nello pseudo-concilio di Colonia, un gruppo di vescovi fece sua la decisione del concilio di Sardica a favore di sant'Atanasio; e ad Esperio, che prese parte al sinodo di Clermont nel 535. Divodurum era la capitale e il centro amministrativo del popolo celtico dei Mediomatrici nella provincia romana della Gallia Belgica prima, come testimoniato dalla Notitia Galliarum dell'inizio del V secolo.[1] Dal punto di vista religioso, come di quello civile, Metz dipendeva dalla provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Treviri, sede metropolitana provinciale. Verso la fine del VI secolo il cristianesimo poté diffondersi e consolidarsi: in quest'epoca si fanno frequenti le fondazioni monastiche in tutto il regno franco. L'VIII e il IX secolo furono un periodo di splendore, soprattutto durante gli episcopati di san Crodegango e di Drogone, figlio di Carlo Magno, in cui si moltiplicarono le parrocchie urbane e i monasteri. Crodegango, legato pontificio per il regno dei Franchi, legò il suo nome soprattutto all'istituzione di una regola canonicale, alla riforma della liturgia e della musica sacra. A partire dal 945 i vescovi di Metz esercitarono il potere temporale sulla città e sul contado di Metz. Dal 955 il feudo ecclesiastico fu sottratto all'autorità dei duchi di Lorena e posto sotto la protezione diretta dell'imperatore, che esercitava il diritto di elezione dei nuovi vescovi insieme con il capitolo. Nel XII secolo il vescovo Bertram separò l'amministrazione spirituale da quella temporale e concesse alla città di Metz i privilegi di libero comune, ritirandosi a Vic-sur-Seille, in una residenza costruita nel feudo ecclesiastico. Nel 1224 Giovanni d'Aspromonte fu il primo vescovo ad essere eletto esclusivamente dal capitolo. Dopo Giorgio di Baden, morto dal 1484, furono eletti vescovi francesi fino al 1871. Fino al 1607 la cattedra vescovile rimase appannaggio della casa dei duchi di Lorena. Dopo la pace di Vestfalia del 1648, il territorio di Metz entrò a far parte del regno di Francia. I re ritennero che il concordato di Worms non era più applicabile per la diocesi di Metz ed in forza del concordato di Bologna (1516) iniziarono a nominare i vescovi, che però non furono riconosciuti dalla Santa Sede. Questa situazione di conflittualità fu risolta nel 1664 quando Luigi XIV ottenne da papa Alessandro VII il privilegio di nominare i vescovi di Metz, privilegio confermato nel 1668. Nel 1661, durante l'episcopato di Franz Egon von Fürstenberg fu istituito il seminario diocesano; l'attuale edificio fu costruito durante l'episcopato di Claude de Saint Simon nel 1745-1748; lo stesso vescovo nel 1736 assunse il titolo di principe-vescovo. Durante la rivoluzione, l'ultimo principe-vescovo, il cardinale Louis-Joseph de Montmorency-Laval (1761-1802) dovette lasciare la propria sede per fuggire in Germania. In seguito al concordato, con la bolla Qui Christi Domini del 29 novembre 1801 la diocesi acquisì una nuova fisionomia, con un territorio costituito dai dipartimenti della Mosella, delle Ardenne e di Forêts (corrispondente in larga parte al Lussemburgo), e contestualmente divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Besançon. Il vescovo Pierre-François Bienaymé suddivise amministrativamente la diocesi in 90 parrocchie e 1.251 parrocchie ausiliari. Il progetto di concordato del 1817 prevedeva la riduzione del territorio diocesano al solo dipartimento della Mosella, ma questo progetto non andò in porto. Nel 1821, con la bolla De salute animarum, le 130 parrocchie in territorio prussiano furono cedute alla diocesi di Treviri. Nel 1822 il dipartimento delle Ardenne fu annesso alla restaurata arcidiocesi di Reims. L'anno successivo il territorio diocesano di Metz fu ulteriormente ridotto con la cessione dell'antico dipartimento di Forêts alla diocesi di Namur. In seguito a questi cambiamenti territoriali, la diocesi rimase con 30 parrocchie e 418 parrocchie ausiliarie. Nel 1871, a seguito della guerra franco-prussiana del 1870, la diocesi entrò a far parte dell'Impero di Germania; rimasero tuttavia invariate, per un tacito accordo tra Germania e Santa Sede, le disposizioni cultuali del concordato del 1801. Contestualmente la diocesi acquisì i distretti di Sarrebourg e Château-Salins che divennero tedeschi ed erano appartenuti alla diocesi di Nancy; in compenso cedette alla stessa diocesi il distretto di Briey che era rimasto francese. Il 14 giugno 1874 in forza del decreto Rem in ecclesiastica della Congregazione Concistoriale la diocesi divenne immediatamente soggetta alla Santa Sede. In seguito il Kulturkampf determinò la scomparsa di molte delle istituzioni cattoliche di Metz. Dopo la prima guerra mondiale il territorio della Lorena tornò alla Francia: a causa di ciò, il vescovo, di origini tedesche, Willibrord Benzler, dovette dare le dimissioni. Per la sua particolare evoluzione storica, a differenza del resto del territorio nazionale, ove vige il regime di separazione fra Stato e Chiesa, nella diocesi di Metz è ancora in vigore il concordato del 1801. Ciò comporta, per esempio:
SimboliLo stemma del vescovo di Metz si blasona: «di rosso, al destrocherio di carnagione, vestito di azzurro, movente da una nuvola d'argento, impugnante una spada dello stesso, guarnita d'oro e accostata da due sassi anch'essi d'oro.» Sono qui raffigurati gli strumenti del martirio dei santi patroni della diocesi: le pietre per la lapidazione di santo Stefano e la spada con cui fu decapitato san Paolo. Cronotassi dei vescoviIl più antico catalogo episcopale di Metz è contenuto nel sacramentario di Drogone e fu redatto in versi attorno al 776 durante l'episcopato di Angilramo. Successivamente, a partire da questo catalogo originario, vennero scritti altri cataloghi che aggiornarono quello primitivo con l'aggiunta delle date di decesso (IX secolo) e degli anni complessivi di episcopato (XI secolo).[2] Nella presente cronotassi, si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
StatisticheLa diocesi nel 2021 su una popolazione di 1.036.000 persone contava 805.250 battezzati, corrispondenti al 77,7% del totale.
Note
Bibliografia
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