Diocesi di Beja
La diocesi di Beja (in latino Dioecesis Beiensis) è una sede della Chiesa cattolica in Portogallo suffraganea dell'arcidiocesi di Évora. Nel 2022 contava 174.874 battezzati su 211.707 abitanti. È retta dal vescovo Fernando Maio de Paiva. TerritorioLa diocesi comprende il distretto di Beja e tre comuni (concelhos) del distretto di Setúbal (Grândola, Santiago do Cacém e Sines). Sede vescovile è la città di Beja, dove si trova la cattedrale di San Giacomo il Maggiore. Il territorio si estende su 12.300 km² ed è suddiviso in 121 parrocchie, raggruppate in 6 arcipreture: Almodôvar, Beja, Cuba, Moura, Odemira e Santiago do Cacém. StoriaLa diocesi di Beja trae origine dall'antica diocesi di Pax Iulia, nella provincia romana della Lusitania, suffraganea dell'arcidiocesi di Emerita Augusta. Di questa antica sede episcopale, forse eretta nel IV secolo come testimonierebbero le emergenze archeologiche, si conoscono i nomi di sette vescovi, che presero parte ai concili dell'epoca visigotica dal 531 al 693. Il primo vescovo certo è sant'Apringio, di cui parla Isidoro di Siviglia e autore di un commento al libro dell'Apocalisse. Cronache medievali, riprese da autori del Cinquecento e del Seicento, aggiungono i nomi di altre tre vescovi (Domiciano, Urso e Isidoro), di cui tuttavia non si hanno riscontri storici. Negli atti degli ultimi concili di Toledo si trova la dicitura episcopus Pacensis o ecclesia Pacensis, indizio che la città aveva perso il suo nome romano ed acquisito quello di Pace, che diventerà Beja in epoca araba. Proprio con l'arrivo degli Arabi si interruppe la successione dei vescovi e la diocesi venne de facto soppressa. Il primo tentativo di restaurare l'antica sede episcopale Pacensis fu fatto nel XVI secolo per opera del cardinale Enrico, arcivescovo di Évora, che propose di dividere la sua immensa arcidiocesi, con la creazione di due sedi episcopali a Beja e a Elvas, a profitto di una migliore azione pastorale. Il progetto trovò la viva opposizione del capitolo della cattedrale, il quale tuttavia non riuscì a fermare la creazione della diocesi di Elvas (1570). Beja per il momento rimase ancora soggetta a Évora. L'attuale diocesi fu eretta il 10 luglio 1770 con il bolla Agrum universalis Ecclesiae di papa Clemente XIV, ricavandone il territorio dall'arcidiocesi di Évora. Divenne cattedrale la chiesa del collegio dei Gesuiti, dedicata a San Sizenando. Alla nuova diocesi fu dato il nome ecclesiastico di ecclesia Beiensis perché, per un'errata interpretazione delle fonti storiche, il titolo Pacensis era stato attribuito alla chiesa di Badajoz, ritenuta l'erede della dioecesis Pacensis dell'epoca visigotica. Primo vescovo della nuova diocesi fu il terziario francescano Manuel do Cenáculo Vilas Boas, che si adoperò per l'organizzazione della sua diocesi, istituì una scuola di scienze ecclesiastiche per la formazione del clero, un'accademia ecclesiastica a Beja, un museo e una biblioteca diocesana. Nel 1834 con la soppressione degli ordini religiosi decretata dal ministro Joaquim António de Aguiar si apre un periodo di crisi per la diocesi, che coincide con una sede vacante durata undici anni. Nel 1881, al momento del riordino delle diocesi portoghesi stabilito dalla bolla Gravissimum Christi di papa Leone XIII, la diocesi contava 114 parrocchie con 173.373 fedeli.[1] Il 3 luglio 1884 il vescovo António Xavier de Sousa Monteiro istituì il seminario diocesano e diede un impulso decisivo per rivitalizzare l'azione pastorale ed educativa della diocesi. La proclamazione della repubblica del 5 ottobre 1910 fu accompagnata da moti anticlericali, ferocemente aggressivi, che porteranno alla chiusura di tutte le chiese della diocesi. La cattedrale di San Sizenando fu confiscata; successivamente divenne pro-cattedrale la chiesa del Santissimo Salvatore. Il vescovo Sebastião Leite de Vasconcellos dovette fuggire, trovando rifugio a Siviglia e a Roma, mentre la diocesi fu governata da vicari generali fino al 1922. Negli anni venti la situazione ritornò alla normalità: il vescovo José do Patrocínio Dias fece il suo ingresso in diocesi nel 1922; nel gennaio del 1924 fondò il giornale diocesano "Eco Pacense". Il 14 novembre 1924 la cattedrale fu traslata nella chiesa di San Giacomo il Maggiore con il decreto Reverendissimum Pater della Sacra Congregazione Concistoriale. Il 14 novembre 1925 il vescovo Dias eresse il capitolo cattedrale e il seminario di Serpa. Negli anni successivi il vescovo proseguì la sua opera: il 18 gennaio 1928 fondò un altro seminario a Beja; il 4 giugno 1937 inaugurò la cattedrale restaurata, che verrà consacrata il 31 maggio 1946; il 13 ottobre 1940 inaugurò il nuovo seminario diocesano. Il 12 gennaio 1967, con la lettera apostolica Spiritu Divino, papa Paolo VI ha proclamato San Giuseppe Lavoratore patrono principale della diocesi.[2] Cronotassi dei vescoviSi omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati. Vescovi di Pax Iulia
Vescovi di Beja
StatisticheLa diocesi nel 2022 su una popolazione di 211.707 persone contava 174.874 battezzati, corrispondenti all'82,6% del totale.
Note
Bibliografia
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