Il paese marsicano, situato alle pendici del monte Girifalco a 744 m s.l.m., domina il versante occidentale dei piani Palentini nel cuore dell'appennino abruzzese. L'abitato è incluso in una recinzione a pianta triangolare costituita da case e mura.
Dista circa sei chilometri dal capoluogo comunale[3].
Storia
Il toponimo Corcumello deriverebbe dal feudatario normanno Roberto da Corcinella che nella prima metà del X secolo dominava una parte dei piani Palentini[4].
L'antica struttura urbana del paese risale invece all'Alto Medioevo. Il centro fortificato venne edificato intorno alla fine del Duecento per volontà dei De Ponte, signori della contea di Carsoli e di Tagliacozzo, intorno ad una preesistente torre cintata risalente al XII secolo.
Ben cinque chiese e i resti di un'abbaziabenedettina fanno intuire il ruolo di primo piano che Corcumello ebbe nel passato della zona, in particolare la chiesa di San Nicola, il palazzo-castello dei De Ponte, le quattro porte, di cui rimane ben visibile solo porta Cancello, infine le quattro torri cilindriche quattrocentesche. Le torri furono edificate con lo scopo di ottemperare alle funzioni difensive dei borghi rinascimentali in un tempo in cui le prime armi da fuoco, le bombarde e le colubrine, rendevano inservibili e quindi poco utili le torri a base quadrata o pentagonali[5].
Il terremoto della Marsica del 1915 ha causato danni a chiese e torrioni ma non tali da essere giudicati irreparabili, tanto che il patrimonio architettonico del paese antico appare ben mantenuto al contrario di altri centri del territorio marsicano.
Dopo la forte emigrazione del XX secolo, restano poco più di 200 abitanti dei quasi 2 000 residenti del primo dopoguerra[3].
La chiesa, dedicata originariamente a san Pietro insieme allo scomparso monastero duecentesco, risulta citata nella bolla del 1188 di Papa Clemente III. Ampiamente rimaneggiata dai conti De Ponte e Vetoli presenta diversi elementi quattrocenteschi e del tardo barocco. Dal cinquecento è la chiesa parrocchiale del paese. L'antico organo a canne è del XVIII secolo, l'ambone venne invece realizzato nel 1267 da Stefano de Moscino[6][7].
Chiesa di San Lorenzo, edificata dalla famiglia Vetoli nella prima metà del cinquecento[8].
Chiesa di Sant'Antonio da Padova e annesso ospedale-ricovero risalente al XVI secolo[9].
Ruderi delle chiese scomparse di Sant'Anatolia e San Giovanni.
Architetture civili e militari
Scorcio fotografico del paese antico
Acquedotto dell'Arunzo
Canale sotterraneo, detto anche dell'Arunzio o impropriamente di Angizia, ideato dal console Lucio Arrunzio e realizzato tra il 41 e il 54 d.C. nello stesso periodo della realizzazione dei cunicoli di Claudio alla base del monte Aurunzo tra Castellafiume e la località Grottelle[10][11]. I resti di un altro condotto in muratura si trovano in località Iudici presso il torrente Rafìa[12].
Palazzo-castello dei conti De Ponte-Vetoli, torrione e giardino pensile.
Le quattro torri cilindriche del XV secolo.
Torretta-orologio dell'ex casa comunale, abbattuta dopo il terremoto del 1915, ricostruita nel 1935[13].
Tracce dell'ocre di Collalto e della necropoli di epoca romana situata in località Grottelle[13].
Nella località dove si trovano i ruderi della chiesa di Sant'Anatolia è emerso un fregio d'armi di epoca romana proveniente dall'area archeologica di Alba Fucens[15].
Aree naturali
Grotta di San Lorenzo, piccola cavità situata sul monte Girifalco oltre il passo di Pagliara abibita durante il Medioevo a un romitorio dedicato a san Pietro da Corcumello[16].
Nei pressi della strada 579 Palentina, tra le località di Colle Amico e Colle Penna, si trova il crossodromo, realizzato negli anni novanta, per la pratica del motocross[18].
Note
^abFrazione di Corcumello, su portaleabruzzo.com, Il Portale d'Abruzzo. URL consultato il 4 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2018).
^Andrea Fabiani, Corcumello, linguaggio e frammenti di un'antica cultura, pp. 83-99., Pro loco di Corcumello, Comunità montana Valle Roveto.
^abDati su Corcumello, su italia.indettaglio.it, Italia in Dettaglio. URL consultato il 26 settembre 2020.