Claudio Graziano
Claudio Graziano (Torino, 22 novembre 1953 – Roma, 17 giugno 2024[1]) è stato un generale italiano, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Capo di Stato Maggiore della Difesa, Presidente del Comitato Militare dell'Unione Europea, e Presidente di Fincantieri. BiografiaStudi e carrieraHa frequentato l'Accademia militare di Modena dal 1972 al 1974, passando quindi alla Scuola di applicazione di Torino, dove è rimasto dal 1974 al 1976, conseguendo la laurea in scienze strategiche militari.[2] Claudio Graziano è stato istruttore militare di sci. Ha frequentato, oltre agli studi militari in Italia, l'United States Army War College dal 1996 al 1997. In Italia ha poi conseguito la laurea in Scienze diplomatiche e internazionali all'Università degli Studi di Trieste e in scienze sociali all'Accademia agostiniana di Roma, la stessa dove ha ottenuto il master in Scienze strategiche.[3] Il suo primo incarico, giunto nel 1976, è stato quello di comandante di un plotone fucilieri del Battaglione Alpini "Susa", a Pinerolo, quindi, nel 1977, è diventato vice comandante della compagnia controcarri della Brigata alpina "Taurinense", con cui ha compiuto delle esercitazioni in Danimarca e Norvegia. Dal 1980 è stato comandante di una compagnia mortai e poi di una compagnia alpini presso il Battaglione alpini "Trento", allora parte della Brigata alpina "Tridentina". Nel 1983 è stato nominato comandante della 2.a Compagnia allievi ufficiali della Scuola Militare Alpina - SMALP - di Aosta formando gli Allievi ufficiali di complemento per le Truppe Alpine del 113º, 115º e 117º Corso, fino ad aprile 1985, per poi passare al comando della Compagnia comando e servizi fino al 1986.[2] Dopo aver partecipato al corso di stato maggiore, terminato nel 1987, è stato trasferito allo Stato maggiore dell'Esercito dove è stato ufficiale addetto presso l'ufficio programmi di approvvigionamento. Promosso maggiore nel 1988, dall'anno successivo al 1990 ha frequentato il corso superiore di stato maggiore, al termine del quale è avanzato al grado di tenente colonnello. Con questo grado è stato destinato all'ufficio del capo di stato maggiore dell'Esercito italiano in qualità di capo della segreteria.[2] Nel 1992 è stato nominato comandante del Battaglione alpini "Susa"; in questa veste ha partecipato alla missione ONUMOZ in Mozambico. Alla fine del 1993 Graziano è stato designato caposezione presso l'ufficio del capo di stato maggiore dell'Esercito. Diventato colonnello nel 1996, ha quindi guidato il 2º Reggimento alpini, per poi passare di nuovo allo stato maggiore come capo ufficio pianificazione. Nel 2001 il colonnello Graziano divenne addetto militare all'ambasciata d'Italia a Washington, dove ha ricevuto la promozione a generale di brigata il 1º gennaio 2002.[2] Dopo essere tornato in Italia, il 27 agosto 2004 ha assunto il comando della Brigata alpina "Taurinense", incarico che ha mantenuto fino al 2 marzo 2006. Pochi giorni dopo, il 15 marzo, è stato nominato caporeparto operazioni del Comando operativo di vertice interforze della difesa. Contemporaneamente, dal 20 luglio 2005 è stato anche comandante della Brigata multinazionale "Kabul" in Afghanistan, con conseguente responsabilità operativa nella provincia di Kabul fino al 6 febbraio 2006, quando era già avanzato al grado di generale di divisione il 1º gennaio precedente. Il 29 gennaio 2007 il segretario generale delle Nazioni Unite lo ha nominato comandante della forza e capo della missione UNIFIL in Libano, quindi con responsabilità anche della componente civile. Ha mantenuto questa posizione per tre anni, ricevendo il 1º gennaio 2010 la promozione a generale di corpo d'armata. Il 10 febbraio 2010 è stato nominato capo di gabinetto del ministro della difesa Ignazio La Russa.[2] Il 14 ottobre 2011 è stato nominato Capo di stato maggiore dell'Esercito Italiano[4] e ha assunto ufficialmente l'incarico il 6 dicembre.[5] Il 24 dicembre 2014 viene designato Capo di stato maggiore della difesa,[6] lasciando il precedente incarico al generale Danilo Errico, ed ha assunto il comando delle Forze Armate italiane dal 28 febbraio 2015 al 5 novembre 2018. In questi anni parte l'inchiesta per disastro colposo ambientale per le varie tonnellate di scorie versate negli anni nel poligono di tiro di Capo Teulada in Sardegna zona di interesse naturalistico e internazionale: Graziano muore un mese prima della chiusura del procedimento, che, nel luglio 2024, vede tutti gli altri imputati assolti.[7] Il 7 novembre 2017 viene designato quale nuovo presidente del Comitato militare dell’Unione europea, incarico che ha ricoperto dal 6 novembre 2018[8] al 15 maggio 2022.[9] A lui subentra il generale austriaco Robert Brieger.[10] La Cassa Depositi e Prestiti, in previsione della scadenza del mandato, lo ha indicato il 20 aprile 2022 come nuovo presidente di Fincantieri.[11] MorteÈ stato trovato morto suicida nella sua casa di Roma il 17 giugno 2024. In seguito ai solenni funerali officiati quattro giorni dopo dall'arcivescovo Santo Marcianò nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, a Roma in piazza della Repubblica, alla presenza di alte cariche istituzionali, è stato sepolto accanto alla moglie presso il cimitero del Verano. Vita privataViveva a Roma assieme alla moglie Marisa Lanucara, mancata nel 2023.[3] Opere
OnorificenzeOnorificenze italiane«Comandante delle Unita Militari e Capo della missione UNIFIL (United Nations Interim Force In Lebanon), in un contesto operativo complesso ed altamente sensibile, ha condotto con valore, abnegazione, perizia ed altissimo senso di responsabilità gli oltre 13.000 soldati a lui affidati, di cui 2.000 italiani. Con il proprio instancabile, impeccabile e diuturno operato, la grande Unità Multinazionale dava prova di forte coesione, notevole professionalità ed efficienza, raggiungendo gli obiettivi assegnati dalle Nazioni Unite, dimostrando fermezza e lungimiranza nelle differenti, rischiose, a volte imprevedibili, situazioni operative. Sotto la sua incisiva e carismatica azione di comando, improntata alla sintesi e all'equilibrio consentiva, anche nelle circostanze più critiche, il conseguimento di risultati pregevolissimi, unanimemente riconosciuti dalle parti in causa, dalle autorità di vertice dell'O.N.U. e dalla Comunità Internazionale. Chiarissima figura di Ufficiale Generale e leader militare, ha contribuito in modo significativo ad esaltare il prestigio del Paese e delle sue Forze Armate in un teatro operativo ad alta visibilità internazionale. Naqoura (Libano), febbraio 2007 - gennaio 2010.»
— 2 agosto 2010[14] «Comandante del contingente nazionale a Kabul e della brigata multinazionale Kabul, impegnato nell'ambito della "International Security and Assistance Force" in Afghanistan, operava con elevatissima professionalità, incondizionato impegno ed altissimo senso del dovere in un difficile contesto ambientale ed operativo. La sua limpida ed efficace azione di comando ed i risultati di altissima valenza operativa conseguiti permettevano di raggiungere completamente i molteplici e delicati compiti affidati alla grande unità alle sue dipendenze. Ufficiale Generale che, grazie al suo encomiabile operato ed ai brillanti risultati conseguiti, ha meritato il plauso della comunità internazionale, assicurando grande lustro all'Italia e alle sue Forze Armate. Kabul (Afghanistan), 20 luglio 2005 - 6 febbraio 2006.»
— 8 giugno 2007[15] «Comandante di Battaglione Alpini nella Missione di Pace ONU in Mozambico, si prodigava con impareggiabile slancio e professionalità interiorizzata nello studio, pianificazione, organizzazione, condotta e controllo delle diversificate e complesse attività operative, condividendo sempre in prima persona i disagi ed i pericoli con i propri uomini, intervenendo dove maggiori erano i rischi o i pericoli. Con una intelligente ed incisiva azione di comando, profusa con autentico coraggio nel corso di tutto il periodo d'impiego, costituiva esempio di spirito di sacrificio e di fortissimo attaccamento al dovere suscitando nei suoi alpini genuino entusiasmo, collaborazione sincera ed ammirevole dedizione al servizio, in un contesto di situazione particolarmente difficile. Contribuiva in tal modo in misura determinante al pieno ed ottimale assolvimento di tutti gli onerosi compiti operativi assegnati al proprio battaglione, tanto da accrescere in modo evidente il prestigio dell'Esercito Italiano e del Paese tutto all'estero. Chiaro esempio di eccezionale capacità di comando, profondo attaccamento al dovere e sincera, incondizionata dedizione al Servizio. Regione Centro (Mozambico), 23 marzo - 12 ottobre 1993.»
— 12 maggio 1995[12] Lungo comando (20 anni)
Croce per anzianità di servizio militare (40 anni)
Onorificenze straniereMedaglia commemorativa NATO Articolo 5 Operazione Active Endeavour
Note
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