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La leggenda narra che l'Ordine sarebbe stato fondato dall'imperatore Costantino, che l'avrebbe costituito dopo la vittoria contro Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio, successo ottenuto grazie al favore divino manifestatosi con l'apparizione in cielo della croce accompagnata dalla scritta “In hoc signo vinces. La nascita reale dell'ordine è invece legata alla famiglia degli Angeli Flavi, una dinastia cattolica dei Balcani nel XVI secolo.
L'Ordine si propone la glorificazione della croce, la propagazione della fede cattolica e la difesa della Chiesa apostolica romana, cui è strettamente legato. Condizione necessaria, infatti, per divenire membri dell'Ordine è professare la religione cattolica apostolica romana. L'Ordine, inoltre, si propone anche di dare il suo maggior contributo d'azione e di attività alle due grandi opere eminentemente sociali dell'assistenza ospedaliera e della beneficenza.
La leggenda vuole che la fondazione dell'ordine si attribuisce tradizionalmente all'imperatore romanoCostantino I, e collocata nel 313, e all'imperatore bizantinoIsacco IIComneno, della dinastia degli Angeli (che si dichiarava discendente di Costantino) nel 1190, ad imitazione degli ordini monastico militari sorti in oriente a seguito delle crociate. Su ordine del gran maestro Alessio V Angelo Flavio Comneno, Imperatore d'Oriente, i Cavalieri Costantiniani avrebbero partecipato alla prima crociata dal 1099 e nel 1209 l'Ordine partecipò alla Crociata Albigese, voluta dal papa Innocenzo III, agli ordini del gran maestro Alessio Andrea Angelo Flavio Comneno.
La leggenda della nascita dell'ordine (che include i presupposti legami a Costantino, San Giorgio, e le crociate) appare per la prima volta dopo la caduta di Costantinopoli e la cattura di Rodi da parte degli Ottomani.[3][4] Benché la leggenda implichi gli imperatori Bizantini nella storia dell'ordine, in realtà gli ordini cavallereschi (come questo stesso, i Templari, o gli Ospedalieri) non esistevano come istituzione nell'Impero Bizantino ma sono legati all'Europa occidentale.[5] Il ruolo degli imperatori Bizantini come Gran Maestri dell'ordine è frutto di fabbricazioni successive.[4][6][7]
La nascita dell'ordine è invece legata alla famiglia degli Angeli Flavi, una dinastia cattolica dei Balcani. Gli Angeli Flavi reclamavano varie discendenze, tra cui quella da Constantino I (ritenuta dagli storici moderni fittizia) e da Isacco II Angelo (ritenuta improbabile ma possibile dagli storici).[4] La data di nascita esatta dell'ordine è sconosciuta, ma deve essere apparso all'inizio del '500. Fonti secondarie danno notizia dei primi statuti noti dell'ordine risalgono al 1522 ad opera di Giovanni II Cesare Nemagna Paleologos e descrivono l'ordine col nome di «Milizia Aureata Angelica Costantiniana sotto il titolo di Santo Stefano e la protezione di San Giorgio». Tra i "compatrioti" dell'ordine vi era anche la famiglia degli Angeli Flavi. Non è certo se questo ordine fosse quello attuale, di cui poi gli Angeli Flavi abbiano preso il comando, oppure uno precedente.[4]
Nel cinquecento vennero ascritti a Michele VIII Paleologo (imperatore di Costantinopoli 1261–1282) i statuti e privilegi dell'ordine. Questi decreti dell'imperatore (ad oggi giudicati dagli storici fabbricazioni) garantivano alla famiglia degli Angeli Flavi il diritto di creare "Milites Constantinianos, sue aureatos Equites, sub Regula Beati Basilij, & Titulos sanctyi Georgij totius Græcis Patronis, Militantes cum Cruce Rubea signatos, & signo aureo in medio ipsius Crucis…". Avere la figura di Michele VIII Paleologo come uno dei fondatori dell'ordine era particolarmente allettante per gli Angeli Flavi del cinquecento, poiché questo imperatore aveva provato a riunire le chiese cattolica ed ortodossa al Concilio di Lione II. In realtà questi statuti, datati nei documenti 1293-94, non possono essere autentici poiché l'imperatore era allora morto da più di dieci anni. Un motu priorio di Paolo III, Cum sicut accepimus, datato tra il 1545-49 conferma questi privilegi dati da Michele VIII Paleologo per le creazione di cavalieri del toson d'oror, ma non menziona l'ordine costantiniano. Così, il papa diede una conferma legale e storica a tali privilegi della famiglia degli Angeli Flavi, ritenuti antichi ma in realtà di fabbricazione recente.[4]
Uno dei primi documenti certi a descrivere l'ordine è da parte di Alessandro Riario, protonotario apostolico, e parente alla lontana degli Angeli, che rilasciò il «Processus fulminatus ad favorem Ordinis Militaris, sub titulo sancti Georgij» il 10 giugno 1568. Questo documento contiene la descrizione dell'ordine e i privilegi dei Gran Maestri.[4]
Una delle prime menzioni scritte di questo ordine è costituita dal breve apostolicoQuod alias di papa Giulio III, con cui il pontefice riconosceva la dignità di gran maestro dell'ordine ad Andrea Angelo Flavio Comneno. La cronologia storicamente accertata dei gran maestri inizia pertanto da questi, morto nel 1580. Suo fratello Girolamo era stato co-gran maestro a partire dagli anni '70 del XVI secolo fino alla sua morte, ma ad Andrea successe il nipote Pietro II dal 1580 fino alla morte nel 1592. Gli successe a sua volta il figlio maggiore Giovanni Andrea (1569-1630), alla cui morte il magistero passò al nipote Angelo (ancora minore d'età fino al 1634), morto nel 1678. Gli succedettero il fratello Marco, ma per poco, poiché morì l'anno dopo, ed in seguito un altro fratello, Girolamo, morto nel 1687, cui successe il fratello Giovanni Andrea, l'ultimo della famiglia, morto nel 1703. Sopravvisse loro una nipote di nome Laura, figlia di Girolamo, suora nel 1756.
Il periodo Farnese-Parma
L'ultimo discendente del casato, il principe Giovanni Andrea Angelo Flavio Comneno, nel 1698, concesse il gran magistero dell'ordine al duca di ParmaFrancesco Farnese e il contratto di cessione venne sancito dal breve papale Sincerae fidei di papa Innocenzo XII del 1699[8]. Questo fu approvato dal papa Innocenzo XII il 24 ottobre 1699 con il breve apostolicoSincerae fidei e confermata da papa Clemente XI il 20 aprile 1701 con il breve apostolico Alias feliciter. Gli statuti dell'ordine subirono una revisione nel 1706 e una conferma definitiva della cessione al casato farnese con bolla papale Militantis Ecclesiae di papa Clemente XI del 1718. In quell'anno il duca scelse come sede dell'ordine la chiesa di Santa Maria della Steccata, da allora detta anche "chiesa magistrale". Tale conferma papale, fu anche frutto della costituzione di un reparto militare che combatté in difesa della cristianità. Infatti a partire dal febbraio del 1717, venne creato il Reggimento Costantiniano, per dare supporto alle truppe della Repubblica di Venezia e del Sacro Romano Impero contro i Turchi in Dalmazia. Il Reggimento, comandato dal conte piacentino Federico dal Verme e da altri nobili, era composto da 8 compagnie, per un totale complessivo di circa 2000 uomini.
Nel 1727 all'ultimo discendente della dinastia dei Farnese, il duca Antonio Farnese, succedette nel gran magistero dell'ordine, per scelta di quest'ultimo, l'infante di Spagna don Carlo di Borbone, figlio della nipote Elisabetta Farnese. Dopo il 1736 quando l'Austria occupò Parma, Carlo di Borbone mantenne le sue funzioni di gran maestro ed il controllo della chiesa di Santa Maria della Steccata, anche se era già sovrano di Napoli. Asceso al trono di Spagna con il nome di Carlo III, cedette al suo figlio terzogenito, l'infante don Ferdinando, oltre al Regno delle Due Sicilie, il gran magistero costantiniano, trasmissibile ai figli maschi primogeniti ("primogeniti farnesiani"). Il trasferimento del gran magistero dell'ordine costituì un atto separato, avvenuto dieci giorni dopo il passaggio del trono di Napoli e Sicilia.
In seguito l'ordine venne tramandato a tutti i successori sul trono delle Due Sicilie ed ha continuato ad essere conferito fino ad oggi, nell'ambito del patrimonio dinastico della famiglia dei Borbone.
La disputa dinastica tra i rami "franco-napoletano" e "ispano-napoletano"
Il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio è governato dal Gran Maestro, assistito dalla Reale Deputazione, composta dalle grandi cariche: Gran Prefetto, Gran Priore, Gran Cancelliere e Gran Tesoriere; dal Presidente, Vice Presidente, Segretario e dai Deputati.
L’attuale Gran Maestro, Sua Altezza Reale il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Castro e Capo della Real Casa, è anche assistito da un Consiglio Giuridico Magistrale e da una Commissione Araldica Magistrale.
Il Gran Maestro è il perpetuo amministratore dell’Ordine, può emanare nuove leggi e statuti, oltreché procedere alla nomina delle più alte cariche istituzionali, alle quali affidare la direzione morale, disciplinare ed amministrativa dell’Ordine.
S.A.R. il Principe Carlo di Borbone è assistito nelle Sue decisioni dal “Consigliere della Real Casa e per gli Ordini Dinastici”, personalmente nominato e di Sua assoluta fiducia. Può nominare un Segretario Generale al quale conferisce poteri di indirizzo e coordinamento dell’attività della Cancelleria e delle Delegazioni.
Cronologia dei Gran Maestri[9] - Cronologia leggendaria, tradizionale (non documentata)
La leggenda vuole che il fondatore della Milizia Costantiniana fosse l'imperatore romano Costantino il Grande. Di conseguenza divenendo l'Ordine patrimonio di collazione degli imperatori, prima romani, poi bizantini, avrebbe seguito tutte le successioni al trono imperiale, nella dinastia Angela Flavia Comnena. Esistono alcuni documenti[10] citati in fonti anteriori all'anno mille, soprattutto di origine ecclesiale, ma ancora non si dispone della documentazione originale.
Si può divenire membri dell'Ordine per cooptazione, esclusivamente su presentazione di membri di alto lignaggio o per motu proprio del Gran Maestro. Non si chiede di essere ammessi all'Ordine, ma si viene invitati a farne parte.
I membri vengono suddivisi in 3 categorie in base allo "status" personale:
Giustizia: possono aspirare Principi e Principesse della Real Famiglia, Sovrani e Principi Esteri, Cardinali di Santa Romana Chiesa, Capi di Stato e di Governo, Rappresentanti delle più cospicue Famiglie Nobili, Coloro che abbiano il possesso della nobiltà generosa (4/4) di almeno 200 anni dei quattro Avi, e Coloro che siano rivestiti di Altissime Dignità o avessero specialissime benemerenze.
Grazia: possono aspirare Coloro che, pur non essendo in grado di fornire tutte le prove richieste dalla Categoria di Giustizia, appartengono a famiglie di antica e provata nobiltà (2/4); tutti gli Ecclesiastici e Coloro che fossero per altri titoli eccellenti.
Merito: o possono aspirare Coloro che si siano resi meritevoli per pregi personali o per servizi resi all’Ordine.
Categoria di Giustizia
Categoria di Grazia
Categoria di Merito
Balì Cavaliere e Dama di Gran Croce di Giustizia, decorato del Collare
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Cavaliere e Dama di Gran Croce di Merito
Balì Cavaliere di Gran Croce di Giustizia, per Cardinali di Santa Romana Chiesa
Balì Cavaliere e Dama di Gran Croce di Giustizia Cavaliere e Dama di Gran Croce di Giustizia
Cavaliere e Dama di Gran Croce di Grazia
Cavaliere e Dama Grande Ufficiale di Merito
Cavaliere e Dama Grande Ufficiale di Giustizia
Cavaliere e Dama Grande Ufficiale di Grazia
Cavaliere e Dama Commendatore di Giuspatronato di Merito
Cavaliere e Dama Commendatore di Merito
Cavaliere e Dama Commendatore di Giuspatronato di Giustizia
Cavaliere e Dama Commendatore di Giustizia
Cavaliere e Dama Commendatore di Giuspatronato di Grazia Cavaliere e Dama Commendatore di Grazia
Cavaliere e Dama Ufficiale di Merito
Cavaliere e Dama Ufficiale di Giustizia
Cavaliere e Dama Ufficiale di Grazia
Cavaliere e Dama di Merito
Cavaliere e Dama di Giustizia
Cavaliere e Dama di Grazia
Cavaliere e Dama d’Ufficio
Il numero dei Balì Cavalieri e Dame di Gran Croce di Giustizia decorati del Collare non può essere superiore a 50[12], in memoria dei personaggi prescelti dall’Imperatore Costantino per la Custodia del Labaro; ciascuno di essi ha il trattamento di Eccellenza e di Don;
Il numero dei Cavalieri e Dame di Gran Croce di Giustizia è limitato a 65;
Il numero dei Cavalieri e Dame di Gran Croce di Grazia è limitato a 100;
Il numero dei Cavalieri e Dame di Gran Croce di Merito è limitato a 150;
Illimitato il numero dei Cavalieri e Dame degli altri Gradi
Vengono inoltre concesse per particolari meriti verso l'Ordine, le seguenti medaglie di benemerenza:
Medaglia d'oro di benemerenza
Medaglia d'argento di benemerenza
Medaglia di bronzo di benemerenza
Diploma speciale di benemerenza
Medaglie di benemerenza (Decreto Magistrale del 3 dicembre 1967, integrato il 4 novembre 1982, integrato il 15 maggio 2002)
Medaglia d'oro di benemerenza
Medaglia d'argento di benemerenza
Medaglia di bronzo di benemerenza
Diploma speciale di benemerenza
Privilegi araldici
Collare, Stella e Gran Croce dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio
I membri hanno diritto a dotare il proprio stemma araldico delle insegne dell'Ordine Costantiniano, rispettando le seguenti norme araldiche[13]:
Balì, Cavalieri di Gran Croce di Giustizia: sono autorizzati a portare la Croce dell'Ordine quale Capo del proprio stemma nobiliare; quest'ultimo può essere cinto dal Collare Costantiniano (per coloro che lo hanno ricevuto), oppure dal nastro blu cielo, con la Croce, la Corona, il Trofeo Militare e il S. Giorgio a cavallo che uccide il drago, sospeso il tutto.
Cavalieri di Gran Croce di Giustizia: Sono autorizzati a cingere il proprio stemma col nastro blu cielo e la placca d'oro di Giustizia, sospesa.
Cavalieri di Gran Croce di Grazia e di Merito: Sono autorizzati a cingere il proprio stemma col nastro blu cielo e la placca d'argento, sospesa.
Cavalieri di Giustizia: Sono autorizzati a cingere il proprio stemma col nastro blu cielo (in proporzione più stretto della banda di Gran Croce) e la Croce dell'Ordine, con Corona e Trofeo Militare, sospesi.
Cavalieri di Grazia: Sono autorizzati a cingere il proprio stemma a partire dalla terza zona superiore dello scudo, col nastro blu cielo e la Croce dell'Ordine con la corona, sospesa.
Cavalieri di Merito: Possono appendere la Croce dell'Ordine al nastro blu cielo al di sotto dello scudo.
Cavalieri d'Ufficio: Possono appendere la Croce dell'Ordine, al di sotto dello scudo.
Simboli
"Croce del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio": è di oro gigliata, smaltata di color porporino, a forma greca, caricata alle quattro estremità dalle lettere I.H.S.V. (In Hoc Signo Vinces) e nel centro ha il Cristogramma XP e, sui bracci della Croce, ha le lettere greche Alfa ed Omega. Il nastro dell'Ordine è di seta ondata celeste
"Bandiera del gran magistero": in stoffa di seta di colore bianco, di forma quadrata, della misura di 100 cm di altezza e 100 cm di larghezza. È bordata da una grande frangia d'oro, con in ricamo da entrambi i lati la Croce costantiniana, di 70 cm di altezza. Nei quattro angoli di ambo i campi vi sono ricamati in oro quattro gigli, nel mezzo di una ghirlanda di alloro di forma ovale. L'asta è fasciata di velluto rosso e ornata di bullette di ottone dorato a linea spirale. La freccia è a forma di lancia con una costolatura verticale in rilievo in ambo i lati.
"Bandiera dei delegati": come la precedente senza il ricamo dei gigli agli angoli e della ghirlanda d'alloro.
"Bandiera del Sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio": come la precedente senza fascia d'oro laterale
^Nel testo non si faceva menzione del titolo ducale di Parma e Piacenza, ma solo della famiglia Farnese: Nec non praeclara illustris familiae Farnesiaee in eadem S. Sedem merita nos adducunt ut ea tibia ac tuis futuris natis et descendentibus alliisque ejusdem tuae familiare Principbus libenter concedamus per quae benorum Vobis fiat accessio et perenne aliquod paternae nostrae in te, tuumque familium praedictam voluntatis extet monumentum.
Nello stesso anno si ebbe anche la lettera patente imperiale Agnoscimus et notum facimus del 5 agosto 1699 che recita: Agnoscimus, … quod cum nobis vir Illustris Joannes Andreas Angelus Flavius Comnenus, Sacrae Angelicae Auratae Constantiniae Militiae, sub titulo Sancti Georgia, & Regula Divi Basilio, Magnus Magíster humiliter exposuerit, nihil sibi ex per antiqua, & potentísima Comnenorum Familia tantumodo superstiti magis curae, & cordi essen, quam, ut Ordo Militaris Auratus Angelicus… a dicto Isaacio Angelo Comneno continua non interrupta serie Descendentis jure successionis, & sanguinis Mágnum Magisterium competat… que ad dictum Ordinem spectantes prerogativae transferri, dictumque Magisterium ex jure Sanguinis, & Successionis sibi competens, resginari possetr, praeterquam Serenissimum nunc Regnantem Farnesiorum Familia Oriundum, atque in spem Maximorum facinorum florenti aetate crescentem, non minus amplissimis facultatibus instructum, quam generis Claritate, atque Heroicarum Virtutum Splendore, & generositate praesulgentem: demisse Nos rogando, ut non modo persiciendae hujusmdi translationis, & resignationis facultatem sibi impertiri; Sed, & preadicto Serenísimo Párame, & Placentiae Duci Mágnum illius Ordinis Magisterium clementer deferre dignaremur. Jurisdictioni nostrae supremae convenire existimantes eiusdem Inclyti ordinis instaurationi et conservationi quovis modo consulere, non possumus non laudare providam saepe nominati magni Magistri electionem…ejusdemque legitimis descendentibus filius in infinitum et, his deficientibus (quod absit), Serenissimo Principi Primogenito Farnesiae stirpis donec illustrissimi huius sanguinis gloria vigebit... In questo documento si avrebbe la dimostrazione che il gran agistero fosse una dignità a carattere familiare, non legata al trono di Parma.
^abCronologia dei Gran Maestri, su Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. URL consultato il 10 luglio 2024.
^I Reali Principi e le Principesse di Borbone delle Due Sicilie, i Sovrani e le Sovrane, i Principi e le Principesse di altre Case Reali e gli Eminentissimi Cardinali di Santa Romana Chiesa, i Capi di Stato e di Governo non sono compresi nel numero dei cinquanta Balì Cavalieri e Dame di Gran Croce di Giustizia decorati del Collare.
^Antonio Benedetto Spada, Ordini dinastici della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, Brescia, Grafo, 2003 ISBN 8873853293, pag. 48-51
Ettore Gallo (con prefazione del cardinale Mario Francesco Pompedda), Il Gran Magistero del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, ed. Il Minotauro, Roma 2002.
Antonio Benedetto Spada, Ordini cavallereschi della Real casa di Borbone delle Due Sicilie, Brescia, Grafo, 2002. - 347 p. : ill. ; 31 cm
Lavezzo Alessio Cassinelli Cs, Il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Phasar Edizioni, Firenze, 2005
Domenico Libertini, Dagli antichi cavalieri agli attuali ordini cavallereschi, Città di Castello, 2009.
Libro d'Oro della Nobiltà Italiana-nuova serie (periodico) 25ª edizione 2015-2019-originale (Collegio Araldico Romano).
Libro d'Oro della Nobiltà Italiana -serie aggiornata Consulta Araldica del regno d'Italia, edizione 2011 2012-2013 (E. Gallelli-editore).
Calendario d'Oro edizione 2014-2015-2016-2017 (E. Gallelli-editore).
Calendario Reale edizione 2015-2016-2017 (E. Gallelli-editore).
Gigi Di Fiore, L'ultimo re di Napoli - L'esilio di Francesco II di Borbone nell'Italia dei Savoia, Milano, 2018.
Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana -serie aggiornata, edizione 2012-2013-2019 (E. Gallelli-editore).
Alessio Varisco, I Borbone delle Due Sicilie e San Giorgio (con prefazione di Sua Altezza Reale il Principe Carlo di Borbone-Due Sicilie), Arcidosso, Effigi, 2020.