Cella (Noceto)
Cella è una frazione del comune di Noceto, in provincia di Parma. La località dista 6,87 km dal capoluogo.[1] Geografia fisicaIl borgo sorge tra le colline dell'Appennino parmense alla quota di 168 m s.l.m.,[1] sulla sponda sinistra del torrente Recchio.[3] StoriaIl territorio di Cella risultava abitato già durante l'età del bronzo, come testimoniato dal rinvenimento di alcuni reperti riferibili ai Terramaricoli.[4] In epoca medievale Cella fu menzionata per la prima volta nel 1189, quando fu assegnata, insieme a numerose altre località del Parmense, al marchese Oberto I Pallavicino da parte dell'imperatore del Sacro Romano Impero Federico Barbarossa.[5] Nel 1348 Donnino Pallavicino ereditò dal padre Manfredino, in seguito alla divisione col fratello Oberto, i feudi di Zibello, Ravarano, Casola, Monte Palerio, Sant'Ilario Baganza, Cella e Parola.[6] Nel 1360 il marchese Oberto Pallavicino ottenne conferma dell'investitura feudale dall'imperatore Carlo IV di Lussemburgo.[7] Nel 1441 Niccolò Piccinino convinse Filippo Maria Visconti del tradimento di Rolando il Magnifico e si fece incaricare di conquistarne lo Stato Pallavicino; il Marchese fu costretto alla fuga[8] e tutte le sue proprietà furono incamerate dal Duca di Milano, che nel 1442 assegnò al condottiero il feudo di Costamezzana, con Cella e Borghetto, e numerosi altri nel Parmense, tra cui Solignano, Sant'Andrea, Taro, Miano, Varano Marchesi, Banzola, Visiano, Tabiano, Monte Manulo, Bargone, Gallinella, Felegara e Monte Palerio.[9] Alla morte del Piccinino, nel 1445 Filippo Maria investì del feudo i figli Jacopo e Francesco, ma pochi anni dopo la zona tornò nuovamente a Rolando il Magnifico.[10] Alla morte del Marchese nel 1457, il castello di Costamezzana con le sue dipendenze fu assegnato al figlio Giovan Manfredo, marchese di Polesine,[11] che lo trasmise ai suoi discendenti; l'ultimo marchese Giulio morì nel 1600[12] e il feudo fu assorbito dalla Camera ducale di Parma.[13] Nel 1625 il feudo di Cella e Costamezzana fu acquistato dal marchese Alessandro Bergonzi[14] e nel 1706 fu elevato rango di marchesato dal duca Francesco Farnese, che lo assegnò al governatore di Parma Benedetto Mischi; i suoi discendenti ne detennero i diritti fino alla loro abolizione sancita da Napoleone nel 1805.[15] Monumenti e luoghi d'interesseChiesa di Santa Maria AssuntaMenzionata per la prima volta nel 1196, la pieve romanica fu aggregata nel 1601 alla nuova diocesi di Borgo San Donnino; completamente ricostruita in stile barocco tra il 1630 e il 1650 circa, fu decorata intorno alla metà del XVIII secolo; riassegnata alla diocesi di Parma nel 1963, fu restaurata tra il 1990 e il 2000. Al suo interno l'aula, sviluppata su una pianta centrale ellittica, è coperta da un'elaborata cupola affrescata a motivi geometrici; sul fondo del presbiterio l'ancona tardo-seicentesca sull'altare maggiore, riccamente decorata con putti e cariatidi, accoglie una statua lignea settecentesca raffigurante l'Immacolata Concezione.[4][16][17] Croce del Monte PièCostruita nel 1998 e collocata sulla sommità del Monte Piè, la croce in ferro fu benedetta il 12 settembre di quell'anno dal vescovo di Fidenza Maurizio Galli; alta col basamento 10 m, è arricchita da una statua raffigurante la Regina della Pace, posta ai suoi piedi.[4] Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
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