Il nome generico (Brachypodium) deriva da due parole greche ("brachys" = breve e "podion" = piccolo piede) e fa riferimento ai pedicelli molto corti delle spighette.[3] L'epiteto specifico (sylvaticum) indica che l'habitat naturale per questa pianta sono i boschi.[4]
Il binomio scientifico di questa pianta è stato proposto inizialmente dal botanico e farmacista inglese William Hudson (1730 – 1793), perfezionato successivamente dal naturalista e botanico francese Ambroise Marie François Joseph Palisot de Beauvois (Arras, 27 luglio 1752 – Parigi, 21 gennaio 1820) nella pubblicazione "Essai d'une Nouvelle Agrostographie; ou Nouveaux Genres des Graminées; Avec Figures Représentant les Caractéres de tous le Genres. Imprimerie de Fain. Paris" (Ess. Agrostogr. 155, 156)[5] del 1812.[2]
Descrizione
Queste piante arrivano ad una altezza di 3 - 5 dm (massimo 120 cm). La forma biologica è emicriptofita cespitosa (H caesp), sono piante erbacee, bienni o perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e presentano ciuffi fitti di foglie che si dipartono dal suolo. Queste piante in genere formano dei popolamenti a tappeto con estensione di alcuni centimetri.[6][7][8][9][10][11][12][13]
Radici
Le radici sono secondarie da rizoma (fascicolate). Queste piante sono prive di stoloni.
Fusto
La parte aerea del fusto è un culmo ascendente e sottile, foglioso fino all'infiorescenza. Ai nodi possono essere presenti dei ciuffi di peli.
Foglie
Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.
Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e in genere è priva di auricole; le guaine sono irsute per peli patenti o riflessi.
Ligula: la ligula, membranosa e a volte cigliata, ha delle forme troncato-sfrangiate ed e lunga 0,5 – 2 mm.
Lamina: la lamina è lineare, piatta ed ha una consistenza molle; è regolarmente incurvata fino alla punta che è pendula. La superficie può essere pubescente per peli sparsi. Il colore è verde scuro. In sezione in corrispondenza ai fasci principali tra l'epidermide superiore e quella inferiore è presente un pilastro di sclerenchima continuo (non sono presenti delle coste prominenti tipiche di altre specie). Dimensione delle foglie: larghezza 3 - 9 (11) mm; lunghezza 8 – 35 cm.
Infiorescenza
Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze in genere non sono ramificate e sono formate da 6 - 12 spighette ed hanno la forma di una pannocchia un po' incurvata all'apice (apice nutante o pendulo). La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Dimensione dell'infiorescenza: 5 – 20 cm.
Spighetta
Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, peduncolate, compresse lateralmente ma affusolate, spesso incurvate a falce, sottese da due bratteedistiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 8 - 15 fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla tra i fiori fertili o sopra le glume persistenti. Dimensione delle spighette: lunghezza 20 – 30 mm. Lunghezza dei peduncoli: 2 mm.
Glume: le glume hanno delle forme lanceolate o oblungo-lanceolate. Sono presenti da 3 a 9 venature longitudinali. Lunghezza della gluma superiore: 7 – 9 mm. Lunghezza della gluma inferiore: 9 – 12 mm.
Palea: la palea è un profillo con due venature; può essere cigliata (presenta dei peli rigidi sul margine della metà superiore).
Lemma: il lemma a volte è pubescente. Alla fine del lemma è presente una resta lunga 10 – 12 mm. La resta è lunga come la parte laminare. Lunghezza del lemma: 7 – 14 mm.
Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate.
I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono.
Biologia
Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria).
Habitat: gli habitat tipici per questa pianta sono i boschi di latifoglie, pendii montani e sottobosco forestale. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.[15]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1.600 ms.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte quello subalpino (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
Areale alpino
Dal punto di vista fitosociologico alpino Brachypodium sylvaticum appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
Formazione: delle comunità forestali
Classe: Carpino-Fagetea sylvaticae
Areale italiano
Per l'areale completo italiano Brachypodium sylvaticum appartiene alla seguente comunità vegetale:[17]
Macrotipologia: vegetazione erbacea sinantropica, ruderale e megaforbieti.
Classe: Galio aparines-Urticetea dioicae Passarge ex Kopecký, 1969
Alleanza: Impatienti noli-tangere-Stachyion sylvaticae Gors ex Mucina,1993
Descrizione: l'alleanza Impatienti noli-tangere-Stachyion sylvaticae è relativa alle aree forestali periferiche su suoli freschi e umidi. Si tratta di comunità erbacee che prediligono stazioni parzialmente ombreggiate. Questa cenosi ha una distribuzione Eurosiberiana.[18]
La famiglia delle Poacee comprende circa 800 generi e oltre 9.000 specie[10][19]. È una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni. La famiglia è suddivisa in 12 sottofamiglie, il genere Brachypodium fa parte della sottofamiglia Pooideae e raccoglie circa due dozzine di specie distribuite nelle zone temperate in tutto il mondo.[6][7]
Il basionimo per questa specie è: Festuca sylvatica Huds., 1762.[2]
Filogenesi
La tribù Brachypodieae (e quindi anche il genere Brachypodium) fa parte della supertribù Stipodae L. Liu, 1980. La supertribù Stipodae (formata dalle tribù Ampelodesmeae, Stipeae, Brachypodieae e Diarrheneae) è il quarto nodo della sottofamiglia Pooideae ad essersi evoluto (gli altri tre precedenti sono la tribù Brachyelytreae, e le supertribù Nardodae e Melicodae). All'interno della supertribù, la tribù Brachypodieae è stata la più recente ad evolversi.[20]
Il genere presenta la seguente sinapomorfia: le celle sussidiarie degli stomi sono parallele.[6]
Nell'ambito del genere Brachypodium la specie B. sylvaticum è il tipo con la maggior distribuzione mondiale. Inoltre è una specie estremamente polimorfa per cui sono state descritte molte varianti infraspecifiche. I caratteri di maggiore variabilità sono la pubescenza delle parti vegetative e delle spighette, e le dimensioni delle varie parti delle spighette. Tuttavia la maggior parte di questi polimorfismi non sono considerati interessanti da un punto di vista tassonomico.[12]
Nome scientifico: Brachypodium sylvaticum subsp. glaucovirens Murb., 1891.[23]
Nome comune: paléo grigioverse
Descrizione: queste piante arrivano in altezza fino a 10 dm; le foglie sono quasi glabre e colorate di grigio-verde; le spighette possiedono fino a 25 fiori e sono lunghe 3 – 4 cm; la resta dei fiori inferiori è lunga la metà della parte laminare (lunghezza della resta nei fiori inferiori: 6 – 7 mm; lunghezza della resta nei fiori terminali: 10 – 12 mm.
^abProdromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 40.2.1 ALL. IMPATIENTI NOLI-TANGERE-STACHYION SYLVATICAE GÖRS EX MUCINA IN MUCINA, GRABHERR & ELLMAUER 1993. URL consultato il 21 agosto 2019.
^(EN) Accepted Genera of Poaceae, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 21 novembre 2024.
G. Pasqua, G. Abbate e C. Forni, Botanica Generale - Diversità vegetale, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2015, ISBN978-88-299-2718-0.
Grass Phylogeny Working Group, Phylogeny and Classification of Poaceae (PDF), in Annals of the Missouri Botanical Garden, vol. 88, n. 3, 2001, pp. 373-457. URL consultato il 22 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).