Uzbekistan
L'Uzbekistan, ufficialmente Repubblica dell'Uzbekistan (in uzbeco Ўзбекистон Республикаси?, O‘zbekiston Respublikasi),[5] anche scritto Usbechistan[6] e attestato come Usbechia nell'italiano di fine '700,[7] è uno Stato dell'Asia centrale. La sua capitale è Tashkent, che conta oltre 2,3 milioni di abitanti. Confina a nord e a ovest con il Kazakistan, a est con il Kirghizistan e il Tagikistan, a sud con l'Afghanistan e il Turkmenistan; insieme al Liechtenstein, è uno degli unici due Stati al mondo doppiamente senza sbocco al mare, ovvero, oltre a non avere sbocchi sul mare, confina con Stati anch'essi privi di sbocco sul mare.[8] Le lingue ufficiali sono l'uzbeco[9] e, nella repubblica autonoma del Karakalpakstan, il caracalpaco. StoriaI territori dell'attuale Uzbekistan furono compresi nelle satrapie di Sogdiana e Corasmia dell'Impero achemenide, fino alla conquista di Alessandro Magno. Successivamente la regione entrò a far parte degli Imperi dei Parti e sasanide. Nel Medioevo emerge per la prima volta l'elemento turco con la potenza qaraqanide (IX-XII secolo), che si rafforzerà dall'XI secolo a spese del regno persiano dei Samanidi. Questa verrà poi soppiantata dai Mongoli all'inizio del XIII secolo, che fonderanno il regno centroasiatico del Chagatay, peraltro rapidamente turchizzandosi nella lingua e nei costumi. Successivamente, con l'emergere della figura di Tamerlano che si riproponeva di rinnovare i fasti e le conquiste di Gengis Khan, Samarcanda diverrà uno dei grandi centri della civiltà timuride e dell'Asia centrale musulmana. Nel XIV secolo Samarcanda fu trasformata nella capitale favolosa con «le moschee e i mausolei dalle piastrelle color turchese, (...) da Tamerlano, che vi era nato e «che ora giace sepolto sotto una lapide particolarissima: il più grosso blocco di giada che esista al mondo», come è stato scritto».[10] Dal XVI secolo, con la dinastia di origine mongola degli Shaybanidi il paese comincia a chiamarsi Uzbekistan e nella seconda metà del secolo la capitale viene spostata a Bukhara. Emergono successivamente due formazioni destinate a durare tra alterne vicende fino alla metà del XIX secolo: il Khanato di Khiva e il Khanato di Bukhara, spesso in conflitto tra loro, e dal Settecento si formerà, più a est, il Khanato di Kokand. La regione fu per tutta l'epoca dell'Impero safavide (XVI secolo - metà del XVIII secolo) al centro di conflitti sia con i sovrani persiani sia, più tardi, con la nascente potenza russa. Nel XIX secolo, l'Impero russo cominciò la sua espansione nell'Asia centrale; ma a differenza di altri territori turchi centroasiatici (Kazakistan, Kirghizistan), Khiva e Bukhara non vennero subito annesse, bensì divennero emirati vassalli della Corona Zarista. Sullo sfondo è il periodo del "Grande gioco", ovvero del confronto geopolitico e militare tra Impero russo e Impero britannico, che si fa solitamente iniziare nel 1813 e finire con la convenzione anglo-russa del 1907. All'inizio del XIX secolo circa 2 000 miglia separavano l'India britannica e le regioni periferiche della Russia zarista. Gran parte di quelle terre non erano neanche tracciate sulle mappe. Dopo la Rivoluzione bolscevica del 1917 seguì una seconda fase dei rapporti con la Russia, con la creazione, dopo varie complesse vicende, della Repubblica bolscevica di Bukhara. In seguito, nonostante alcune prime resistenze ai bolscevichi, l'Uzbekistan entrò a far parte dell'Unione Sovietica. Il 1º settembre 1991 l'Uzbekistan, seppur riluttante, dichiarò l'indipendenza. Mentre le tre Repubbliche baltiche guidarono la battaglia per l'indipendenza, quelli dell'Asia centrale ne ebbero timore. "Le forze indipendentiste che spingevano per la separazione dall'Unione Sovietica erano molto deboli in Asia centrale. Dopo il tentativo di colpo di Stato dell'agosto 1991, tutte le nazioni dell'Asia centrale ritennero che l'Unione fosse qualcosa da preservare", scrisse Michael McFaul nella sua "Russia's Unfinished Revolution"[senza fonte]. Il 30 luglio 2004 si verificarono gli attentati alle ambasciate di Tashkent. Il 13 maggio 2005, violente dimostrazioni di protesta scoppiarono nella città di Andijan, nella regione di Fergana, in seguito alle azioni di antiterrorismo del governo, che portarono all'arresto di 23 cittadini accusati di essere integralisti islamici. In seguito ai tumulti i soldati spararono sulla folla uccidendo molte centinaia di persone (meno di 200 secondo le fonti ufficiali)[11][12]. I dimostranti per ritorsione presero in ostaggio 30 persone. Nello stesso giorno a Taškent, un sospetto kamikaze venne colpito e ucciso all'esterno dell'ambasciata d'Israele. La repressione del presidente Islom Karimov, poi estesa, si ritiene che abbia provocato anche altre vittime, non conteggiate negli elenchi ufficiali. In seguito alla repressione si ritiene che comunque i capi più importanti della rivolta "islamista" siano fuggiti e abbiano trovato rifugio in Afghanistan, dove è stata segnalata la loro presenza nella regione del Vaziristan pakistano. GeografiaEsteso per 1 500 km da nord-ovest a sud-est, con una larghezza media che non supera i 300 km, l'Uzbekistan si allunga dalle falde occidentali del massiccio dell'Alaj (a est), che inquadrano la valle del Fergana (una fossa di sprofondamento), sino alle rive del vastissimo lago d'Aral (a ovest), residuo di un antico mare, a soli 53 m di altitudine. Nel territorio si distinguono due zone geomorfologiche e climatiche. La parte occidentale è dominata dalla steppa arida del Kizulkum (300 000 km², in parte nel Kazakistan), che arriva sino all'Aral. L'Amu Darya, che segna per un lungo tratto il confine con il Turkmenistan, divide questa zona semidesertica, ricca di giacimenti di gas naturale, dall'altopiano desertico del Karakum (in territorio turkmeno) e dal deserto dell'Ustyurt, che si estende a ovest dell'Aral sino al Caspio. Le pianure che circondano il lago d'Aral appartengono alla Repubblica del Karakalpakstan. In tutta la regione occidentale il clima è continentale secco, con temperature minime in gennaio di -29 °C e massime estive di +45 °C; le precipitazioni sono inferiori a 100 mm annui. Nella parte orientale, i bacini fluviali del Zeravšan, dell'Amu Darya e del Syr Darya sono separati dalle estreme propaggini dei Tien Shan, dell'Alaj e del Pamir, catene montuose giovani e fortemente sismiche. La più elevata tra queste è quella dei Gissar, dove al confine con il Tagikistan si trova la più alta vetta del paese, il Khazret Sultan (4 643 m s.l.m.) Tra le catene dell'Alatau e dell'Alaj si estende la già menzionata pianura del Fergana, bacino tettonico lungo 300 km e largo 100, bagnato dal Syr Darya e dai suoi affluenti, in cui si concentra una parte rilevante della popolazione. La frontiera con il Tagikistan taglia queste catene e le valli che le separano in modo assai complesso: la valle del Fergana, per esempio, è separata dalla capitale Taškent da territorio tagico. Il controllo dei corsi d'acqua, essenziale per la vita economica, crea rivalità tra i due Paesi. Nelle valli fluviali e sulle pendici montuose la continentalità del clima si attenua e aumentano le precipitazioni (da 300 mm annui nelle pianure a più di 1 000 sui rilievi). Il 4,6% del territorio è costituito da aree protette. Società
L'Uzbekistan è lo Stato più popoloso dell'Asia centrale. I suoi 32,4 milioni di abitanti, concentrati nel Sud e nell'Est del paese, costituiscono infatti circa la metà della popolazione totale dell'area. L'Uzbekistan, al tempo dell'Unione Sovietica, era una delle repubbliche più povere; gran parte della popolazione era occupata nella coltivazione del cotone in piccole comunità rurali. Ancora oggi, buona parte degli abitanti vive nelle campagne e dipende dall'attività agricola per la propria sussistenza. Il sistema educativo ha consentito di avere una percentuale di alfabetizzazione della popolazione del 97%, e la maggior parte delle persone ha un livello di istruzione di durata di almeno 11 anni. In tempi recenti l'apertura di sedi di istituti universitari esteri come il Politecnico di Torino[14] o l’Università di Westminster[15] ha arricchito l'offerta di cultura di livello elevato nel Paese. Etnie
Secondo le stime ufficiali, nel 2017 gli uzbeki costituivano di gran lunga il gruppo etnico principale (83,8%), seguiti da tagiki (4,8%), kazaki (2,5%), russi (2,3%) e caracalpachi (2,2%)[16]. Le stime di cui sopra però soffrono del fenomeno della uzbekizzazione forzata della società voluta dal presidente Karimov, scomparso nel 2016. In sostanza molte persone si dichiarano di etnia uzbeka senza esserlo. I meticci, incroci fra due o più etnie, rappresentano probabilmente ben più della metà della popolazione. LingueL'uzbeko (una lingua turca orientale) è la lingua ufficiale[9] ed è parlata dalla maggioranza della popolazione. Vi è stato un tentativo dal 1991 di trascriverla mediante l'alfabeto latino, ma al momento viene utilizzato solo per i siti web, per la valuta locale, il som uzbeko e per i luoghi turistici e d'interesse più rilevanti (stazioni, ecc.); negli altri ambiti, soprattutto quello della stampa e della cartellonistica, è ancora ampiamente utilizzato l'alfabeto cirillico. Nella regione autonoma del Karakalpakstan ha status di lingua ufficiale, accanto all'uzbeco, il caracalpaco[17]. Tra le lingue parlate dalle minoranze è importante il tagiko, diffuso ancora a Bukhara e a Samarcanda e collegato alla prestigiosa tradizione della letteratura persiana. Il russo è la lingua interetnica e viene largamente usato - parallelamente all'uzbeko - nella vita comune, soprattutto nei grandi centri urbani e per la gran parte delle attività commerciali e governative. ReligioneSecondo una ricerca stilata nel 2009 dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America, il 79% degli uzbeki aderisce all'Islam e il 5% alla Chiesa russo-ortodossa, mentre il rimanente 16% professa altri credi religiosi.[18] Una relazione del Pew Research Center, invece, riferisce che 96,3% degli uzbeki sono musulmani.[19] Si registrano inoltre alcune migliaia di ebrei, ciò che resta di un'antica e consistente comunità in gran parte emigrata in Israele e negli USA.[20] Come in altri paesi dell'Asia centrale, la pratica dell'Islam, pur predominante, non è unitaria e riflette tradizioni, movimenti di riforma e secolarizzazioni che si sono avvicendati specialmente nel corso del Novecento:[20] ne risulta che il 54% dei musulmani non aderisce ad alcuna corrente, mentre sunniti e sciiti sono rispettivamente il 18% e l'1%.[21] Diritti civiliOrdinamento dello StatoSuddivisioni amministrativeL'Uzbekistan è diviso in dodici regioni (viloyatlar, al singolare: viloyat), una repubblica autonoma (Karakalpakstan, 14) e una città indipendente (Tashkent, 1). In dettaglio le regioni sono:
PoliticaL'Uzbekistan è una repubblica costituzionale presidenziale unitaria. La Costituzione dell'Uzbekistan (Oʻzbekiston Respublikasining Konstitutsiyasi), che risale all' 8 dicembre 1992, prevede un sistema presidenziale con separazione dei poteri tra i rami esecutivo, legislativo e giudiziario. Il potere legislativo è esercitato dalle due camere dell'Oliy Majlis. Il potere giudiziario è esercitato dalla Corte suprema, dalla Corte costituzionale e dalla Corte economica superiore. Il potere esecutivo è esercitato dal governo e dal primo ministro dell'Uzbekistan. Il presidente è il capo di Stato ed è eletto con voto popolare per un mandato di cinque anni. La vita politica del paese è tuttavia dominata dal presidente e dal governo centralizzato che insieme esercitano un controllo quasi completo sugli altri rami. Nel 2016 il Democracy Index ha indicato il paese come Stato autoritario.[22] Politica internaDopo che l'Uzbekistan ha dichiarato l'indipendenza dall'Unione Sovietica nel 1991, si sono tenute le elezioni e Islom Karimov è stato eletto primo presidente dell'Uzbekistan il 29 dicembre 1991. Islom Karimow ha guidato il paese fino al 2 settembre 2016. Formatosi nelle strutture burocratiche ex sovietiche e artefice dell'indipendenza nazionale, egli aveva strutturato un regime fortemente personalistico, trasformando radicalmente le vecchie strutture sovietiche e recuperando gli antichi costumi uzbechi ereditati in particolare dagli antichi Khanato di Chiva ed Emirato di Buchara. Si sono così prepotentemente riaffermati i concetti di clan e di tribù, che oggi sono alla base della vita sociale uzbeka. Da segnalare anche il recupero di antiche tradizioni e costumi risalenti ai tempi d'oro di Samarcanda, specialmente in occasione degli eventi più importanti della vita (nascite, matrimoni, funerali). Karimov aveva assai puntato sul recupero di questi costumi, in opposizione da un lato ai costumi russi d'importazione, dall'altro ai costumi islamici a loro volta prepotentemente in rinascita. Gli stessi oppositori di Karimov si sono organizzati in clan e in certe zone del Paese hanno ottenuto notevoli poteri amministrativi dal Governo centrale. Karimov aveva basato gran parte della sua propaganda nazionale sulla lotta all'islamismo terrorista, ciò che gli ha permesso anche in politica estera di avere un certo successo sia nei rapporti con la Russia, sia in quelli con gli Stati Uniti, cui ha concesso numerose basi militari nel suo territorio. Dopo la morte di Islam Karimov, il secondo presidente Shavkat Mirziyoyev, ha iniziato un nuovo corso. Ha dichiarato infatti di volere abolire la schiavitù del cotone e l'uso sistematico del lavoro minorile. Questo ha portato a un miglioramento delle relazioni con i paesi vicini di Kirghizistan, Tagikistan e Afghanistan. Un referendum costituzionale si è tenuto in Uzbekistan il 30 aprile 2023. Doveva tenersi sulle proposte di emendamento costituzionale. Il Parlamento ha approvato il referendum il 15 marzo 2023. Gli emendamenti sono stati accettati nel referendum con oltre il 90% a favore. Il presidente Shavkat Mirziyoyev è stato rieletto nel 2021 per un secondo mandato in elezioni che sono state notate per la mancanza di competizione. Tuttavia, non è eleggibile per la carica nel 2026, in conformità con l'attuale costituzione, poiché limita i presidenti a due mandati di cinque anni ciascuno. La Corte costituzionale ha stabilito che se gli emendamenti costituzionali proposti saranno approvati dagli elettori, il presidente in carica Mirziyoyev sarà in grado di cercare un terzo mandato, poiché la durata del mandato è stata modificata e non aveva ancora servito due mandati completi. Gli osservatori hanno criticato il referendum per aver incluso disposizioni che potrebbero consentire a Mirziyoyev di rivendicare un terzo o addirittura un quarto mandato in futuro, con molti preoccupati per il percorso delle riforme del paese e se il "disgelo uzbeko" sotto Mirziyoyev continuerà. È anche la settima volta che la costituzione uzbeka viene modificata in modo significativo dal 1992, dopo i precedenti tentativi di azzerare i termini precedenti ed eludere i limiti di mandato. Lo Stato, simbolicamente, cerca di inquadrare il popolo uzbeko come l'autore principale di questa proposta costituzionale. Agli elettori è stato chiesto se approvavano una proposta di legge costituzionale che avrebbe rivisto l'attuale costituzione. Siz O'zbekiston Respublikasi Konstitutsiyasi to'g'risidagi O'zbekiston Respublikasi Konstitutsiyaviy Qonunini qabul qilasizmi? Alcuni dei cambiamenti suggeriti nel referendum, tra gli altri, sono:
Politica esteraL'Uzbekistan è membro delle Nazioni Unite, della Comunità degli Stati Indipendenti, dell'OSCE, del Fondo Monetario Internazionale, dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e dell'Organizzazione della cooperazione islamica. Inoltre è paese osservatore insieme al Tagikistan dell'Unione economica eurasiatica. I principali partner commerciali del paese sono Cina, Turchia, Russia e Kazakistan. IstruzioneUniversitàL'Università nazionale dell'Uzbekistan, intitolata a Mirzo Ulugbek, è stata istituita nel 1918[23]. CulturaLetterature dell'UzbekistanStoricamente la corte iranica di Bukhara fu il primo grande centro di diffusione della letteratura persiana sin dal X secolo. Il territorio dell'attuale Uzbekistan cominciò a venire gradualmente turchizzato a partire dall'epoca qarakhanide (X-XII secolo), e l'elemento iranico vi divenne demograficamente minoritario dall'epoca mongola. Tra le prime grandi figure è quella del mistico sufi e poeta Ahmad Yasawi (morto nel 1166), cui è attribuito un canzoniere di quartine mistico-moraleggianti e che è pure all'origine dell'omonima confraternita mistica dei "Yasawi". Altra notevole figura è quella del lirico Khwarizmi (XIV secolo) autore di un notevole poema: il Libro dell'amore (mohabbat-name). Ma la cultura letteraria fu sempre monopolizzata dal persiano almeno fino al periodo timuride, ossia l'epoca inaugurata dall'emergere di Tamerlano a cavallo tra il XIV secolo e il XV secolo. Nel XV secolo si afferma con il grande poeta e poligrafo bilingue (persiano e turco) Ali Sher Nava'i (morto nel 1501 a Herat) la prima orgogliosa rivendicazione della piena dignità letteraria del turco dell'Asia centrale (turco chagatay): a questo scrittore, autore di poemi e canzonieri, è dovuto infatti un celebre trattatello che mette a confronto pregi e difetti delle due lingue. A Babur (morto nel 1530), sovrano salito al trono nel 1494 e pronipote di Tamerlano, si deve un famoso diario, il Babur-name, in cui le impressioni e esperienze personali si alternano alla narrazione delle imprese di conquista, soprattutto quelle relative alla campagna d'India che getterà le basi dell'Impero Moghul. Dopo di allora il bilinguismo tra gli scrittori turchi dell'Asia centrale rimane comunque diffuso. A partire dall'Ottocento avviene una progressiva familiarizzazione con la cultura europea, mediata dalla Russia zarista che assoggetta progressivamente il territorio uzbeko alla propria sovranità. Figura di rilievo della prima metà del XX secolo fu il poeta Hamza Hakimzade Niyazi (1889-1929). In epoca sovietica, quando avviene il passaggio dall'alfabeto arabo all'alfabeto cirillico, si va progressivamente affermando la supremazia di una letteratura in turco uzbeco; ma la consistente minoranza persofona tagica continua a mantenere accesa la fiaccola della tradizione letteraria persiana. A livello estetico e tematico, la letteratura uzbeca di epoca sovietica si va decisamente sintonizzando con i dettami del "realismo socialista" e delle "forme nazionali" dell'arte; molti scrittori compongono anche in russo. Con la recentemente riacquistata indipendenza, dopo la caduta dell'URSS, si sono messe in moto altre complesse dinamiche di distanziamento dalla cultura russa e di contemporaneo rinsaldamento del legame con la tradizione islamica da un lato, e con il patrimonio folklorico-culturale panturco dall'altro. Uno dei primi cambiamenti è stata la reintroduzione nel 1991 dell'alfabeto latino, vietato da Stalin nel 1940, tuttavia il cirillico è tuttora l'alfabeto più usato. Il passaggio all'indipendenza non ha invece significato maggior libertà di espressione artistica, come prova emblematicamente il caso dello scrittore Hamid Ismailov autore del romanzo satirico The Railway (2006), messo al bando dalle autorità. MusicaStrumento musicale del popolo uzbeko è il rubab[24]. Tipica musica e danza tradizionale è rappresentata dal lazgi. Tra le cantanti uzbeke affermatesi nel XXI secolo spicca Shahzoda. CinemaIn ambito cinematografico possiamo ricordare il film Bo Ba Bu (1998), ambientato in Uzbekistan, e diretto dal regista Ali Chamraev. Altra regista, ma anche sceneggiatrice, di spicco è Saodat Ismailova, che ha avuto diversi riconoscimenti internazionali. ArteL'arte preislamica del territorio uzbeco va inquadrata nella storia dell'arte delle grandi formazioni storico-culturali succedutesi nell'area: achemenide, greco-battriana, partica, sasanide. L'arte uzbeca contemporanea si inserisce nella grande tradizione dell'arte islamica cui, dal XIX secolo, si sono via via aggiunti gli influssi di correnti occidentali soprattutto attraverso la mediazione della cultura russa zarista e, più tardi, sovietica (realismo socialista, "forme nazionali" di arte, ecc.). Patrimoni dell'umanitàDiversi siti dell'Uzbekistan sono iscritti nella Lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. ScienzaNel 780 circa, nella regione Corasmia ovvero l'attuale regione di Khorezm, nacque lo scienziato Muḥammad al-Khwārizmī. Questi diede importanti contributi in matematica, astronomia e geografia. La parola algebra deriva dal nome del suo libro Al-kitāb al-ǧabr wa l-muqābala, che tratta la risoluzione di equazioni di primo e di secondo grado. La parola algoritmo altro non è che la trascrizione latina del suo nome. Nel 980 circa ad Afshona, nella regione di Bukhara, allora parte dell'impero dei Samanidi, nacque il grande filosofo Avicenna (Ibn Sinā), considerato da molti il padre della medicina moderna e ricordato in particolare per le due famose opere: Il canone della medicina e Il libro della guarigione. GastronomiaLa cucina uzbeka si inserisce all'interno delle cucine dell'Asia centrale. EconomiaL'economia dell'Uzbekistan è dominata da due realtà. La prima è la massiccia irrigazione artificiale e la fertilizzazione delle regioni aride e semiaride, necessarie per mantenere la produzione del cotone grezzo, la sua principale coltura (l'Uzbekistan è il secondo produttore mondiale dopo gli Stati Uniti d'America), come risultato dei grossi sforzi intrapresi nel settore dell'economia e dell'ecologia. La seconda (presente anche nelle altre repubbliche centroasiatiche) è il crollo del vecchio sistema commerciale sovietico che ha trasformato il paese, incentivando la produzione di una grande quantità di materie prime piuttosto che di prodotti finiti, nonostante l'esistenza di industrie nei dintorni di Tashkent, Samarcanda, Bukhara e nella valle di Fergana. L'Uzbekistan si è assunto il difficile compito di limitare la propria dipendenza dal mercato del cotone e di riportare il fertile suolo della parte orientale del Paese alla produzione agricola policolturale. Altre importanti colture sono la frutta e il riso, specialmente nella valle del Fergana, che è anche il principale centro di bachicoltura e di sericultura (Marghilan e Andijan). L'allevamento di animali predomina nelle aride regioni occidentali, soprattutto nella regione di Bukhara, dove viene allevata la pecora Karakul, con la sua lana vellutata, tinta in diversi colori. L'Uzbekistan è all'ottavo posto nel mondo per la produzione di oro. La miniera di Muruntau nel deserto di Kyzylkum è ritenuta la più grande miniera d'oro a cielo aperto del mondo[25][26]. Altre risorse naturali sono carbone, gas naturale, petrolio, uranio e metalli non ferrosi e rari. Circa il 3% del paese è costituito da foreste e il legname viene importato. La maggior parte dell'energia elettrica prodotta, proviene da centrali termiche, per lo più alimentate a carbone, circa il 15% da centrali idroelettriche. Il governo ha investito in nuove infrastrutture, attirando investimenti esteri su larga scala, soprattutto nel settore tessile e automobilistico, e si sta impegnando a rendere il paese indipendente per quanto riguarda energia elettrica, cibo, petrolio e gas. I principali prodotti di esportazione sono naturalmente il cotone grezzo (più del 40% del valore di tutta la produzione agricola) il filo, i tessuti e l'abbigliamento di cotone, oltre ai metalli non ferrosi. Più dei quattro quinti del commercio uzbeko si svolge ancora con i paesi della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI). La politica del governo, intesa a sostituire gradualmente i lavoratori russi con manodopera centroasiatica, ha provocato, soprattutto negli anni fra il 2000 e il 2010, una fuga di cervelli all'estero, dove tra l'altro lavora una quota imponente di uomini compresi nella fascia d'età fra i 18 e i 40 anni che, con le loro rimesse, costituiscono una voce importante del bilancio dello Stato. Il presidente Shavkat Mirziyoev ha adottato a partire dal 2017 una politica aperturista, cercando di invertire il processo emigrativo e attirare personalità accademiche a supporto della pubblica istruzione e per la riqualificazione del Paese. Sono presenti diversi istituti universitari europei, fra i quali spiccano il Politecnico di Torino e l'Università di Westminster. L'economia è ancora in parte protetta da barriere doganali. La valuta locale, il som uzbeko, è dal 2018 tornato a essere una moneta convertibile benché vi siano ancora molti limiti all'esportazione di valuta. La fattispecie ha attivato un forte flusso di capitali stranieri e investimenti, soprattutto nel settore immobiliare e nello sfruttamento delle risorse minerarie. Stando alle cifre del 2017 della Banca Mondiale, l'Uzbekistan è un Paese con un reddito, a parità di potere d'acquisto (PPA) annuo di 6 990 dollari[senza fonte] (poco più di 500 dollari al mese). Il salario medio a Tashkent, città che rappresenta di fatto un'oasi economica a sé stante, è di circa 250 dollari al mese netti per le figure comuni, di circa 350 per le figure mediamente qualificate e di circa 1 000 e anche più dollari per quelle molto qualificate (economisti, ingegneri, avvocati, informatici, medici). Nelle periferie urbane e nelle campagne gli stipendi possono essere invece di molto inferiori, lo stipendio medio di un operaio si aggira intorno ai 150 dollari e viene praticato ancora il baratto essendo moltissime le famiglie che hanno animali da cortile, mucche e orti e spesso trovano più conveniente scambiare questi prodotti con altri a disposizione dei vicini piuttosto che venderli sul mercato locale. Il costo della vita è molto più basso in confronto a quello europeo ma decisamente alto in rapporto agli stipendi medi. I prodotti d'importazione, essendo soggetti a dazi pesanti, possono costare anche il 200% in più rispetto ai mercati occidentali. Nonostante tutto il PIL uzbeko è cresciuto con una media decisamente alta e approssimabile intorno all'8%. L'Uzbekistan si sta trasformando lentamente in un Paese manifatturiero. La produzione di auto (imponenti gli investimenti della General Motors), di elettrodomestici, di semilavorati del cotone, spinge in alto l'economia nazionale e il tenore di vita, perlomeno nei grandi centri urbani e in particolar modo nella capitale Tashkent, città che si è trasformata negli ultimi anni fino a diventare una città molto attrezzata, bella esteticamente e fornita di tutti i servizi di una città moderna. La popolazione uzbeka è concentrata nel Sud del paese e lungo i principali fiumi, dove il territorio è più fertile. I principali gruppi etnici che costituiscono la popolazione sono, oltre agli uzbeki, russi, tagiki, karakalpaki e tatari. La percentuale di alfabetizzazione della popolazione è abbastanza alta, tra le più alte al mondo, e si attesta intorno al 97%. TrasportiIn Uzbekistan sia la rete stradale sia le infrastrutture portuali lungo il fiume Amu Darya risultano arretrate e penalizzate da una scarsa manutenzione. All'inizio del XXI secolo importanti investimenti sono stati dedicati sia al trasporto aereo sia a quello ferroviario attraverso un piano statale di ammodernamento con investimenti per oltre 10 miliardi di dollari nel solo settore trasporti che ha realizzato opere strategiche di notevole importanza quali ad esempio la linea ferroviaria ad alta velocità Tashkent - Bukhara oppure la nuova linea ferroviaria Angren - Pap che permette un collegamento ferroviario diretto fra la Valle di Fergana e il resto del Paese un tempo possibile solo attraverso il Tagikistan. Significativo il nuovo collegamento ferroviario con l'Afghanistan, che ha connesso ed esteso il sistema ferroviario a scartamento largo russo, adottato in Uzbekistan, da Hairatan a Mazar-i Sharif all'interno di questo ultimo paese. L'evenienza che l'Uzbekistan rappresenti uno dei principali crocevia della Nuova Via della Seta "One Belt One Road", ha riversato nel settore trasportistico capitali ingentissimi. Il settore è in continuo e veloce sviluppo. SportLottaL'Uzbekistan ha ottenuto ottimi risultati nella disciplina della lotta con Artur Tajmazov, oro mondiale nel 2003 e nel 2006. CalcioLa Nazionale di calcio dell'Uzbekistan ha ottenuto un importante risultato nel 1994 vincendo la medaglia d'oro ai Giochi asiatici, tenutisi in Giappone. Giochi olimpiciIl primo oro, e anche la prima medaglia olimpica per l'Uzbekistan è stata conquistata nel freestyle da Lina Čerjazova, ai Giochi olimpici invernali di Lillehammer 1994. ScacchiLa Nazionale di scacchi uzbeka ha vinto nel 2022 il torneo Open delle Olimpiadi degli scacchi svoltosi a Chennai, India, la massima manifestazione scacchistica per nazioni.[27] Ricorrenza nazionale
Note
Bibliografia
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