Il libro della guarigione
Il libro della guarigione (dall'in arabo کتاب الشفاء?, Kitab Al-Shifaʾ;) è un'enciclopedia scientifica scritta nell'XI secolo da Avicenna, medico, fisico, filosofo e scienziato dell'antica Persia. Nel medioevo furono tradotti in latino soprattutto i trattati di logica (conosciuti sotto il titolo di Logica), filosofia della natura (Sufficientia o Communia naturalium), psicologia (Liber IV Naturalium) e "Metafisica". L'opera è divisa in quattro parti:[1]
Nel saggio Le divisioni della filosofia (Aqsām al-ḥikma),[2] Avicenna presenta le seguenti divisioni della metafisica:
ContenutoNel trattato, Avicenna afferma che necessariamente deve esistere un'anima astrale, complementare alle tre tipologie terrene di anima (vegetativa, animale e/o umana), poiché il moto degli astri non può essere altrimenti spiegato mediante forze fisiche specifiche. Ciò vale sebbene il loro moto sia deterministico e privo di gradi di libertà. Similmente, l'anima umana o quella animale è intesa come l'arbitro e la causa di un equilibrio stabile (e dinamico) fra opposte pulsioni innate dell'ego.[3] Dopo aver affrontato l'analogia dell'ente fra macrocosmo e microcosmo, prende in esame le interazioni fra mente e cervello. Dopo aver definito la mente, descrive varie aree del cervello e il sistema nervoso ad esse corrispondente. Quindi, tenta di localizzare le facoltà della mente all'interno di singole e specifiche aree del cervello.[3] Ad esempio, afferma che i nervi degli occhi si dipartono dalla parte posteriore del bulbo oculare per incrociarsi a "X" e separarsi nuovamente in un punto ubicato nel chiasma ottico del prosencefalo, per trasmettere successivamente l'informazione visiva al corpo genicolato laterale del talamo. Tuttavia, la percezione sensoriale e la facoltà di riconoscere i corpi fisici non sarebbero situati dietro al bulbo oculare o nel chiasmo ottico, bensì nel prosencefalo il cui danneggiamento comporterebbe una perdita permanente della vista.[3] Questi dati troverebbero conferma nell'anatomia moderna.[senza fonte] Lo stesso tentativo meccanicistico viene proposto per l'immaginazione, l'illusione, la facoltà della memoria, la forza associata al sistema visivo e a quello uditivo. Le facoltà non localizzate causalmente nella materia cerebrale sono attribuite alla natura immateriale ed incorporea della mente.[3] L'interazione fra mente e cervello è reciproca e bidirezionale, ma muove dall'immaterialità della mente alla materialità del cervello.[3] Essa presenta alcune corrispondenze cn la neuroscienza moderna. Note
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