I Marici, antica popolazione ligure, abitarono - tra le altre - in epoca pre romana, le terre ove sorge Bosco Marengo. Dal nome di questa popolazione è probabile che derivi il toponimo Marengo. Il termine latino toponomastico della zona è, infatti, Lucus Maricorum che per modifiche successive può essere divenuto, poi in italiano, Marengo.
Nel corso del II secolo a.C. la zona di Bosco Marengo entrò nell'orbita dello Stato romano, probabilmente parte dell'ager della colonia di Dertona (Tortona), fondata intorno al 122 a.C. Intorno a questo periodo storico, la pianura tortonese, tra Curone, Scrivia e Orba, venne centuriata. Inoltre, nel109 a.C. venne costruita la via Aemilia Scauri ad opera del censore Marco Emilio Scauro (corrispondente all'attuale strada Levata o Emilia, strada campestre che ripercorre l'asse stradale antico), che metteva in comunicazione lo snodo stradale di Tortona (già connesso alla via Postumia) alla Riviera ligure attraverso la val Bormida. In quest'epoca non si hanno notizie certe in merito a un insediamento a Bosco Marengo: del tutto fantasiosa infatti è la notizia di un abitato denominato Media Silva, anche se non è da escludere la presenza di una semplice posta per il cambio dei cavalli lungo la via Aemilia Scauri (che in età imperiale assunse la denominazione di via Iulia Augusta).
Fondazione
Per l'alto medioevo non si hanno informazioni certe, anche se è noto che alcune località vicine (come Marengo o Urba, nel territorio di Frugarolo) furono curtes regiae appartenenti prima ai re longobardi, poi agli imperatori che occasionalmente vi dimorarono. Del tutto fantasiose, infatti, sono le notizie di una fondazione di Bosco Marengo in epoca gota. Negli ultimi anni del I millennio, l'imperatoreOttone I concesse Bosco ad Aleramo, marchese di Monferrato. Da Anselmo III, nipote di un primo Anselmo figlio di Aleramo, nacque Ugo, primo marchese di Bosco e di Ponzone. Egli ereditò i diritti aleramici nel territorio che dal litorale ligure fra Albisola (ad oriente del monte Priocco) e Varazze compresa si spingeva nella pianura padana lungo le valli dell'Orba, della Stura e del Piota sino ad Alessandria, avendo come confine nord-occidentale la Bormida di Spigno Monferrato.
Nei secoli successivi il loro territorio fu conteso fra i comuni di Alessandria e di Genova, a cui i marchesi dovettero ripetutamente giurare sottomissione. Il progressivo frazionamento dei beni feudali fra diverse linee dinastiche fu la principale causa della decadenza dei marchesi di Bosco e Ponzone.
Il 18 ottobre 1447 ebbe luogo un'epica battaglia in cui si scontrarono l'esercito francese e quello del ducato milanese condotto da Bartolomeo Colleoni. L'intervento dei boschesi favorì la vittoria di Colleoni, ricordato per i posteri su una lapide posta sulle mura del Castello Sforzesco di Milano sottolineando il valore e la fedeltà del popolo di Bosco.
Nell' Autunno del 1499 fú infeudato a Francesco Bernardino I Visconti (*1458 + 1504), Signore di Brignano (Bergamo).
XVI-XVII secolo
Bosco diede i natali ad Antonio Michele Ghislieri, divenuto papa con il nome di Pio V.
Complesso monumentale di Santa Croce e Tutti i Santi. Appena salito al soglio pontificio nel 1566, Pio V promosse la costruzione nella sua terra natia di un convento domenicano dedicato alla Santa Croce e Ognissanti con la bolla Praeclarum quidem opus del 1º agosto 1566. Sorto a metà strada tra i nuclei urbani di Bosco e di Frugarolo, secondo le intenzioni del pontefice l'edificio doveva costituire il centro di una nuova città, inglobante i due borghi. La chiesa era inoltre destinata a fungere da sepolcro per il Papa. Progettata da Ignazio Danti, i lavori proseguirono sotto la direzione di Martino Longhi il vecchio.
Casa di riposo. Il 18 novembre 1386 la Famiglia Coltella donò al paese un edificio, per farne "ospitale". Nel corso dei secoli questo edificio è stato anche ospedale, dove si praticava la Medicina, la Chirurgia e l'Ostetricia. La struttura è stata in seguito adibita a casa di riposo per anziani, autosufficienti e non autosufficienti.
Pio V e Santa Croce di Bosco: aspetti di una committenza papale, a cura di C. Spantigati e G. Ieni, Alessandria, 1985.
Vasari a Bosco Marengo - Studi per il restauro delle tavole vasariane in Santa Croce, a cura di Beppe Merlano, Sagep EditoriArchiviato l'11 agosto 2011 in Internet Archive., Genova, 2010.