Mancano fonti e la scarsità di ritrovamenti archeologici non permette di datare la nascita del borgo. Si suppone che Sezzadio abbia avuto origine tra il II ed il I secolo a.C.
La chiesa parrocchiale, dedicata alla Beata VergineImmacolata è opera dell'ingegnere bolognese Giuseppe Gualandi. Realizzata a partire dal 1900, la costruzione viene considerata una delle opere migliori del Gualandi in quanto più consona alle tradizioni italiane e meno influenzata da un'idea di grandezza che, in altre opere, porterà l'ingegnere a sviluppare architetture dalle proporzioni eccessive. La semplice linearità dell'interno nonché la giusta proporzione tra i vari elementi esterni (facciata, cupola) la connotano come una delle migliori "fabbriche" del neogotico minore in Italia.
Le altre chiese
Oratorio dell'Assunta
Chiesa dell'Annunziata
Chiesa di San Giacomo
Monastero di Santo Stefano o Santa Maria di Banno[7], documentato in una bolla di papa Innocenzo III, datata 16 giugno 1135, in cui Santo Stefano di Sezzè viene annoverato fra i possessi dell'abbazia di Santo Stefano di Genova. Nel 1235 il monastero è donato alle monache cistercensi di Santa Maria di Banno di Tagliolo, e nel 1244 alla presa di possesso Santo Stefano di Sezzè cambia nome in Santa Maria di Banno di Sezzè. Chiuso alla fine del XVIII secolo, oggi l'edificio è di proprietà comunale che ha provveduto al restauro ed al recupero.
Società
Evoluzione demografica
Negli ultimi cinquant'anni, a partire dal 1971, la popolazione residente è diminuita del 29 %.
Nel 1929 fu aggregato a Sezzadio il territorio del soppresso comune di Castelspina, che sarà ricostituito solo nel 1954.[4] Dal 1859 il comune fu capoluogo mandamentale, appartenente al circondario di Alessandria, fino al 1927, data dell'abolizione degli enti circondariali e mandamentali.
Note
^Dato Istat - Popolazione residente al 30 giugno 2023.
F. Gasparolo, Memorie storiche di Sezzè alessandrino: l’abbazia di S. Giustina, il monastero di S. Stefano o S. Maria di Banno, Volume I Storia 494 pagine, Volume II Documenti, Alessandria, Stab. Tipo-Litografico Succ. Gazzotti & C., 1912;
E. Checchi, L'Abadia di S. Giustina di Sezzè, in Atti del X Congresso di Storia dell'Architettura, Torino, 8 - 15 settembre 1957, Roma, Centro studi per la storia dell'architettura, 1959, pp. 277 – 292;
G. Buffa, Storia di Sezzadio, Volumi I e II, Alessandria, Cassa di Risparmio di Alessandria, 1980;
A. Scolari, Appunti sulla chiesa abbaziale di S. Giustina di Sezzadio, Torino, Centro Studi Piemontesi, 1976;
A. Scolari, La chiesa abbaziale di S. Giustina di Sezzadio, Torino, Edizioni dell'Orso, 1983;
E. Podestà, Il monastero di S. Maria di Banno, in “Novi Nostra”, XXIV (1984), pp. 83–98;
L. Tacchella, Insediamenti monastici delle Valli Scrivia, Borbera, Lemme, Orba e Stura, Novi Ligure 1985, pp. 68–70;
E. Cau, La “carta offersionis” dell'abbazia di Spigno e altri documenti di fondazioni monastiche e canonicali in area subalpina, in Rivista di storia, arte e archeologia per le provincie di Alessandria e di Asti, numero 100, Alessandria, Impressioni grafiche, 1991, pp. 27–40;
S. Arditi, C. Prosperi, Sezzadio: Abbazia di Santa Giustina, in Tra Romanico e Gotico: percorsi di arte medievale nel millenario di San Guido (1004-2004), vescovo di Acqui, Acqui Terme, Impressioni Grafiche, 2004, pp. 191–199;
S. Caldano, Echi dell'architettura transalpina nella marca aleramica, Santa Giustina di Sezzadio e Santo Stefano extra muros di Gamondio, in A. Segagni Malacart, L. C. Schiavi, Architettura dell'XI Secolo nell'Italia del Nord - storiografia e nuove ricerche, Pisa, Edizioni ETS, 2013, pp. 215–222.