In nome generico (Aegilops) deriva da una parola greca (aegiles) il cui significato è: "preferito dalle capre"; ed è stato dato a causa della sua presunta somiglianza con gli aegiles, una pianta la cui identità è incerta (era inoltre un'erba amata dalle capre).[3] L'epiteto specifico (geniculata) indica una pianta con culmi piegati.[4]
Il binomio scientifico di questa pianta è stato proposto per la prima volta dal botanico e medico tedesco Albrecht Wilhelm Roth (1757 - 1834) nella pubblicazione "Botanische Abhandlungen und Beobachtungen" (Bot. Abh. Beobacht.: 45 - 1787) del 1787.[2]
Descrizione
Queste piante arrivano ad una altezza di 1 - 2 dm (massimo 30 cm). La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[5][6][7][8][9][10][11]
La parte aerea di queste piante è fascicolata. I culmi possono essere anche molto numerosi con portamento ginocchiato-ascendente o, altre volte, prostrato-diffuso.
Foglie
Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.
Guaina: la guaina è abbracciante il fusto, rigonfia, cigliata e con padiglioni auricolari falcati.
Ligula: la ligula membranosa, a volte cigliata, è tronca. Lunghezza: 0,5 mm.
Lamina: la lamina ha delle forme generalmente lineari e piatte con aspetto glauco e superficie più o meno pubescente. Dimensione delle foglie: larghezza 1,5 – 3 mm; lunghezza 4 – 8 cm
Infiorescenza
Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze di tipo racemoso, ascellari e terminali, in genere non sono ramificate e sono formate da 3 - 5 fragili spighettesessili fertili con la forma di una pannocchia più o meno ovoide o lanceolata. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli (o a due ranghi[12]), anche se le successive ramificazioni la fanno apparire a spirale. Lunghezza dell'infiorescenza: 2 cm (escluse le reste). Le spighette basali sono sterili. Dimensione del racemo: larghezza 4 – 9 mm; lunghezza 1 – 2 cm.
Spighetta
Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, a volte sessili, sottese da due bratteedistiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 3 a 6 fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla tra i fiori o sopra le glume persistenti. Lunghezza delle spighette: 2 – 11 mm.
Glume: le glume, con forme ovali, oblunghe o ellittiche, non sono carenate, ma ventricose. Le glume della spighetta terminale sono provviste di una o più reste subpatenti e ruvide. Dimensione delle glume: larghezza 5 mm; lunghezza: 8 mm. Lunghezza delle reste: 2 – 3 cm.
Palea: la palea è un profillo con alcune venature e margini cigliati; di solito è meno lunga del lemma.
Lemma: il lemma (carenato o no) a volte è pubescente; l'apice può essere acuminato ed ha 1 - 3 reste (o nessuna); le venature sono da 7 a 11. Lunghezza del lemma: 8 mm. Lunghezza della resta: 5 cm.
Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate; spesso sono cigliate ai margini.
I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme da ovate a oblunghe, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è lungo 1/3 della lunghezza del frutto ed è provvisto di epiblasto; ha inoltre un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono.
Biologia
Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo.
La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria). In particolare i frutti di queste erbe possono sopravvivere al passaggio attraverso le budella dei mammiferi e possono essere trovati a germogliare nello sterco.[13]
Habitat: gli habitat tipici per questa pianta sono gli incolti, i ruderi, i pascoli aridi e le radure. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.[15]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 900 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e in parte quello montano (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
Areale alpino
Dal punto di vista fitosociologico alpino Aegilops geniculata appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
Formazione: delle comunità terofiche pioniere nitrofile
Classe: Stellarietea mediae
Areale italiano
Per l'areale completo italiano Aegilops geniculata appartiene alla seguente comunità vegetale:[17]
Macrotipologia: vegetazione erbacea sinantropica, ruderale e megaforbieti
Descrizione. L'alleanza Taeniathero-Aegilopion geniculatae è relativa alle comunità nitrofile a ciclo biologico annuale con substrato sia acido che basico. Queste comunità si sviluppano soprattutto nei campi abbandonati e lungo i sentieri e sono principalmente legate a climi mediterranei caratterizzati da estati secche con caratteristiche vicine alla continentalità. La comunità è costituita da specie generalmente di piccola taglia e dominate da graminacee. In Italia questa cenosi è stata rinvenuta prevalentemente al Centro: nel territorio del Parco Naturale della Maremma, nei dintorni delle sorgenti del Fiume Pescara, in Umbria e nel Lazio. Altrove (nel resto dell'Europa) le specie di questo gruppo sono presenti nella Penisola iberica e nella Francia mediterranea.[18]
La famiglia delle Poacee comprende circa 800 generi e oltre 9.000 specie[9][19]. È una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni. La famiglia è suddivisa in 12 sottofamiglie, il genere Aegilops fa parte della sottofamiglia Pooideae.[5][6]
Filogenesi
Il genere Aegilops fa parte della tribù Hordeeae (supertribù Triticodae T.D. Macfarl. & L. Watson, 1982). La supertribù Triticodae comprende tre tribù: Littledaleeae, Bromeae e Hordeeae. All'interno della supertribù, la tribù Hordeeae forma un "gruppo fratello" con la tribù Bromeae.[20]
Il genere Aegilops si presenta con una "evoluzione reticolata"[21] per fenomeni di ibridazione, o per il trasferimento orizzontale di geni ma anche per l’endosimbiosi.
Pignatti nella "Flora d'Italia" indica come sottospecie l'entità Aegilops geniculata subsp. biuncialis (Vis.) Asch. et Gr. attualmente considerata una specie autonoma con il nome di Aegilops biuncialis Vis..[23]
Sinonimi
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[24]
Aegilops altera Lam. ex Roth
Aegilops brachyathera Pomel
Aegilops divaricata Jord. & Fourr.
Aegilops echinus Godr.
Aegilops erigens Jord. & Fourr.
Aegilops erratica Jord. & Fourr.
Aegilops fonsii Sennen
Aegilops geniculata var. africana (Eig) H.Scholz
Aegilops geniculata var. brachyathera (Pomel) K.Hammer
Aegilops geniculata var. echinus (Godr.) K.Hammer
Aegilops geniculata var. eventricosa (Eig) K.Hammer
^Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 39B.2.2 ALL. TAENIATHERO-AEGILOPION GENICULATAE RIVAS-MARTÍNEZ & IZCO 1977. URL consultato il 28 febbraio 2020.
^(EN) Accepted Genera of Poaceae, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 10 dicembre 2024.
G. Pasqua, G. Abbate e C. Forni, Botanica Generale - Diversità vegetale, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2015, ISBN978-88-299-2718-0.
Grass Phylogeny Working Group, Phylogeny and Classification of Poaceae (PDF), in Annals of the Missouri Botanical Garden, vol. 88, n. 3, 2001, pp. 373-457. URL consultato il 28 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).