Il turismo LGBT è una forma di turismo rivolto a persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali che è stato attuato in questi ultimi anni nei luoghi di più ampia accettazione sociale dell'omosessualità, come l'Europa e alcuni siti dell'America del Nord in particolare. Tali destinazioni e strutture vengono selezionate per essere "gay-owned" (cioè di proprietà e/o gestite da gay) o gay-friendly.
È un mercato che nel 2020 produceva un fatturato complessivo di 200 miliardi di dollari[2], e che coinvolge agenzie di viaggio, operatori turistici, linee di crociera e aeree, enti del turismo nazionali o regionali.
Le destinazioni turistiche diventano attraenti per la comunità LGBT quando l'offerta di locali e strutture destinate a persone LGBT è ampia e variegata e comprende gay bar, discoteche e locali notturni, ristoranti, hotel e guest houses, media e associazioni, alcune di proprietà e/o gestite da gay, altre semplicemente gay friendly.
Spesso le destinazioni gay coincidono con grandi città, che a volte hanno pure un quartiere gay.
Gli enti del turismo cittadini o regionali sono spesso attivi per sviluppare la reputazione di destinazione turistica gay-friendly e attirare così più turisti.
Il turismo LGBT può coincidere con eventi LGBT come le manifestazioni del gay pride, i festival di cinema gay o gli eventi sportivi, quali gli Eurogames o i Gay Games.
Sydney, Australia: una delle capitali gay del mondo, Sydney ospita, il primo sabato di marzo di ogni anno, il Sydney Gay and Lesbian Mardi Gras, il Gay Pride australiano, che è in assoluto il più grande evento turistico d'Australia (centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo).
Londra, Gran Bretagna: ottimamente organizzato, il turismo gay attira diverse tipologie di turisti, dai giovani alle coppie in cerca di vacanze culturali.
Madrid, Spagna, col suo quartiere gay "Chueca", sempre più popolare in Europa.
Mykonos, Grecia: la sua popolarità come meta gay resiste ancora, seppure in calo.
Motivo: Sembra lo stradario, mancano giusto i singoli posti di cruising!
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Commento: Saranno anche cose vere, ma non c'è una sola fonte di appoggio a quella che allo stato, risulta una via di mezzo tra la ricerca originale e la guida turistica
L'Italia è stata una delle principali mete del turismo omosessuale maschile di fine Ottocento e inizio Novecento, anche grazie all'assenza delle leggi antiomosessuali che esistevano nei paesi del Nord Europa, come il paragrafo 175 tedesco. Località come Capri, Taormina o Venezia dovettero molto del loro successo turistico alla tolleranza con cui accolsero anche i viaggiatori omosessuali. Anche città come Firenze, Roma e Napoli appaiono con frequenza elevata nei diari dei viaggiatori omosessuali dell'epoca.
Questo tipo di turismo è venuto meno nel dopoguerra, sostituito da un turismo "per famiglie"; altre località mediterranee (come Mykonos, Ibiza, Sitges, Touzer, Lesbo) hanno preso oggi il posto di quelle italiane.
Oggi il turismo LGBTQ+ in Italia è un fenomeno non troppo strutturato e non promosso all'estero se non piccole eccezioni come l'ente del turismo della Toscana con il suo progetto "Tuscany, the place to be yourself[6]". In inverno le principali città con una vita LGBTQ+ attiva e frizzante sono le più grandi come Milano, Roma, Bologna e Napoli, ma in ogni città più popolata si possono trovare locali gay, pub, bar, serate LGBTQ+, saune e ristoranti friendly che funzionano da attrattiva e sono un safe place per le comunità locali.[7]
In estate invece, le città principali con turismo LGBTQ+ sono Gallipoli e Torre del Lago, che storicamente attraggono la comunità grazie alla presenza di spiagge gay-friendly, locali, ristoranti e moltissime serate. Il sondaggio redatto ogni anno da Gayly Planet, il più grande portale italiano di turismo LGBTQ+[8], dimostra che Gallipoli è sempre al primo posto tra le scelte della comunità LGBTQ+ con il 29% delle preferenze, e Torre del Lago segue subito dopo con il 19% delle preferenze.[9] Nuovo ingresso tra le città più amate in estate della comunità LGBTQ+ secondo il sondaggio è anche Rimini, grazie al progetto della Community 27, uno dei lidi LGBTQ+ più famosi in Italia, grazie alla sua passerella arcobaleno.[10]
Principali mete
Nord
Bologna, una delle prime città italiane a dotarsi di un centro gay, capitale politica del movimento LGBT, mantiene oggi le posizioni acquisite nel passato, ma subisce ormai la concorrenza sempre più agguerrita degli altri centri del Centro e del Nord Italia[senza fonte]. Ha una vivace vita locale, grazie anche alla numerosa popolazione universitaria, ma la diffusione ad altre città delle proposte aggregative, politiche e culturali che un tempo si trovavano solo qui le ha fatto un po' perdere lo smalto e la collocazione "di avanguardia" degli anni ottanta e di buona parte degli anni novanta.[11]
Lido di Dante: ospita l’unica spiaggia FKK nudista autorizzata nel comune di Ravenna, è attrezzata con toilette e servizio-bagnino. A due passi c’è anche il Camping Classe FKK che è una porzione del Camping Classe Village riservata ai villeggiatori naturisti.
Milano: Milano è la città più importante in Italia per quanto riguarda la presenza della comunità LGBTQ+ sia dal punto di vista della presenza di locali e serate LGBTQ+, ma anche per l'esistenza di moltissimi appuntamenti culturali e politici riguardanti la comunità LGBTQ+ e organizzati tutto l'anno.[12] Inoltre a Milano si trovano ben tre "quartieri gay", la storica gay street di Via Sammartini, il quartiere gay di Porta Venezia e la nuova zona queer a NoLo tra via Varanini e Via Crespi.[13]
Padova: di fatto la "capitale gay" del Veneto, ha preso il posto che fino al dopoguerra era stato di Venezia, anche grazie alla vivace popolazione universitaria e alle presenze turistiche, specie estive. Attira clienti da tutto il Nord Italia[senza fonte][14]. Durante tutti i mesi estivi a Padova si tiene il Pride Village Virgo, il festival LGBTQIA+ più grande in Italia.
Rimini: grazie allo stabilimento balneare La Community 27 Rimini si sta confermando una delle mete balneari preferite del nord Italia, con una comunità LGBTQ+ molto vivace e attiva nell'organizzazione del Pride e di altri eventi.
Centro
Firenze: già meta del Grand tour gay dell'anteguerra, è stata una delle primissime città italiane ad aprire locali gay[15], all'avanguardia perché direttamente modellati su quelli che i numerosissimi turisti stranieri conoscevano nei loro Paesi e che cercavano anche in Italia.
Roma: comunemente nota come la capitale gay, per la concentrazione di comunità ed attività omosessuali, riconosciuta a livello nazionale.
Torre del Lago Puccini, è una frazione di Viareggio fulcro del progetto Friendly Versilia; la quasi totalità dei locali presenti nella marina è apertamente gay o gay-friendly e ogni anno sempre più numerosi turisti gay italiani e stranieri si riversano sulle spiagge o nelle discoteche del posto.[16]
Sud
Catania: è una città con un dinamico intrattenimento gay. D'estate si è di fatto sostituita a Taormina anche se le spiagge taorminesi di Fondaco Parrino e Rocce Bianche restano ancora molto frequentate.
Gallipoli ha un turismo LGBTQ+ principalmente estivo e storicamente la città è riconosciuta come una delle zone gay-friendly dove passare l'estate. Secondo un recente sondaggio realizzato da Gayly Planet, Gallipoli nel 2023 rimane al primo posto con il 29% delle preferenze, tra le città più amate dai turisti LGBTQ+. La spiaggia di Punta della Suina, una delle spiagge gay più famose del Salento, è stata scelta come la migliore spiaggia gay in Italia con il 31% delle preferenze.[9][17][18]
Palermo: città da sempre culturalmente aperta alle diversità ha alle spalle una storia che l'ha vista protagonista nel movimento LGBT italiano, con la nascita di Arcigay[19] e lo svolgimento di uno dei primi gay pride italiani[20]. Ricca di locali[21], serate e di luoghi di ritrovo estivi come le spiagge di Barcarello e Balestrate[22] (dove si può anche praticare nudismo), offre anche importanti iniziative culturali a tema come il Sicilia Queer Filmfest (rassegna di cinematografia gay internazionale)[23] e manifestazioni come il Palermo Pride[24] accompagnato annualmente dall'organizzazione del gay village e dalla parata conclusiva nel centro storico della città. Negli ultimi anni è diventata sempre più numerosa l'offerta di strutture turistiche gayfriendly[25] come hotel e bed and breakfast.[26]
Napoli: oggi Napoli riesce già a intercettare buona parte del turismo campano che faceva riferimento, fino a pochi anni fa, a Roma
Noto: La località balneare di Eloro (antica città greca) è un punto di riferimento per il turismo gay estivo italiano e straniero, e negli ultimi anni sta avendo un grosso sviluppo grazie alle spiagge gay[27] che si trovano qui in zona e ai locali gay notturni[28] particolarmente frequentati in estate.
In centro Italia degna di nota è la Regione Toscana che nell'aprile 2011 ha dato vita a "Toscana gay friendly", un canale dedicato al turismo gay sul proprio sito ufficiale di promozione turistica. Il canale è stato realizzato attraverso una mappatura delle strutture gay e gay-friendly toscane, che hanno potuto aderire attraverso la compilazione di un questionario nel quale, tra l'altro, si chiedevano precisi impegni in tema di parità di trattamento dei turisti LGBT, formazione e gestione del personale, coordinamento con le altre realtà gay-friendly della zona e col mondo dell'associazionismo LGBT. Alla mappatura hanno aderito oltre cento strutture. Questo canale ha così valorizzato tutta l'offerta gay-friendly regionale con focus particolari su Firenze[29].
In Maremma, nel sud della Toscana al confine con il Lazio e non lontana da Roma, esiste dal 2008 un progetto differente denominato Friendly Maremma
Pisa è sede di gay.it e molto attiva da decenni: qui il 24 novembre 1979 il collettivo Orfeo organizzò il primo corteo in Italia contro le violenze subite da persone omosessuali a seguito di alcuni omicidi a Roma e Livorno. Parteciparono circa 500 gay e lesbiche alla manifestazione, che rimarrà la più partecipata fino al 1994.
A Marina di Camerota si nota una movida LGBT in costante espansione, grazie anche alla presenza di spiagge gay-friendly e naturiste.[30][31]
Mete del passato
Capri: è ormai quasi del tutto scomparso il tradizionale turismo omosessuale, di élite, anche di artisti e letterati, vivace fino a dopo la Seconda guerra mondiale.
Taormina: oggi quasi esclusivamente una meta per famiglie, si è vista sostituire nel suo ruolo di meta turistica gay da Catania.
Venezia: lo spopolamento della città e ancor più l'assenza totale di offerte di vita notturna[senza fonte] hanno fatto svanire l'interesse turistico gay di quella che un tempo era forse la più celebre meta del turismo d'élite gay, soprattutto autunnale ed invernale (al punto che gli omosessuali erano chiamati, in loco, "settembrini")[32]. Il declino non è stato compensato dal persistere della popolarità del Lido degli Alberoni, e da qualche attività gay aperta negli ultimi anni a Mestre.
Sono ormai molti gli enti del turismo nazionali, regionali o cittadini che nel mondo hanno effettuato campagne di comunicazione anche importanti, per sottolineare la caratteristica di gay-friendly e di ospitalità di loro destinazioni.
Tra queste, gli enti turistici nazionali di Australia, Austria, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Svizzera o gli enti turistici regionali e cittadini di Atlanta (USA), Dallas (USA), Fort Lauderdale (USA, una delle località oggi più attive sotto questo aspetto), Miami (USA), Filadelfia (USA), Vancouver (Canada), Key West (USA, sotto questo aspetto la prima al mondo a promuoversi come località gay-friendly), Ottawa (Canada), Tasmania (territorio dell'Australia), Quebec (Canada), Barcellona (Spagna), Vienna (Austria), Washington DC (USA). L'unica esperienza in tal senso in Italia è della Regione Toscana, che nel 2005 e nuovamente nel 2006 ha finanziato il progetto Friendly Versilia per una campagna di comunicazione in Italia e all'estero.
Il sito web Gay-ville.com, cofondato da Eliad Cohen, si propone di aiutare i turisti ad affittare appartamenti ad altri turisti, nelle città gay friendly di tutto il mondo.[33]
Le associazioni di settore
L'IGLTA, l'associazione turistica gay e lesbica internazionale, è il punto di riferimento per quanti si muovono in questo specifico settore turistico.
In Italia nel 2010 è stata fondata la Associazione Italiana del Turismo Gay & Lesbian (AITGL) [36], membro di IGLTA.
^Home - Palermo Non Conventional Tour, su palermononconventional.it. URL consultato il 21 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2018).
^Copia archiviata, su visitpalermo.it. URL consultato il 25 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2018).
Fabio Corbisiero (a cura di), Comunità omosessuali. Le scienze sociali sulla popolazione LGBT, Milano, FrancoAngeli, 2013, ISBN978-88-204-1615-7.
Fabio Corbisiero (a cura di), Certe cose si fanno. Identità, genere e sessualità LGBT, Napoli, Gesco, 2010, ISBN978-88-95004-26-6.
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Roberto Ciuni, I peccati di Capri, Roma, New Deal, 1998, ISBN88-18-57028-5.
Giovanni Dall'Orto, Marchette in gondola. Il turismo omosessuale d'inizio Novecento nelle lettere di Frederick Rolfe (1860-1913), in Pride & Guide, n. 4, ottobre 1999, pp. 18–19.
Ian Littlewood, Climi bollenti. Viaggio e sesso dai giorni del Grand Tour, traduzione di Navid Carucci, Firenze, Le Lettere, 2004, ISBN88-7166-770-0.
Salvatore Monaco, LGBT tourist decision-making and behaviours. A study of Millennial Italian tourists. International Journal of Sociology and Social Policy, 42(13/14), 81-97. https://doi.org/10.1108/IJSSP-05-2022-0112
(EN) Peter Robinson, Michael Lück, Stephen L. J. Smith e Michael Lackey (a cura di), LGBT tourism, in Tourism, Wallingford, Cabi, 2013, pp. 246-247, ISBN978-1-78064-297-0.
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