Federico II di Saluzzo Azzone Galeazzo Constanzo Giacomo Luchina Beatrice Ana Pentesilea Luchino (illegittimo)
«Intanto agli occhi di Saluzzo un nuovo Si compiva infortunio. In man degli empi Cade la rocca stessa; e prigioniero Indi co’ dolci figli esce Tommaso»
Figlio di Federico I, la sua successione fu aspramente contrastata dallo zio, Manfredo V, che era stato nominato marchese dal padre Manfredo IV e che era stato sconfitto nella successiva lotta per il trono dal fratello Federico.
Federico, però, governò pochissimo e la questione dinastica si riaprì.
Manfredo si circondò di un notevole esercito, finanziato dai guelfi di Roberto I di Napoli, e marciò su Saluzzo nel 1341. Tommaso e i ghibellini che lo sostenevano non riuscirono a difendere la città, che cadde il 13 aprile. Il giorno successivo Manfredo V ordinò il sacco, mettendo a ferro e fuoco Saluzzo e devastando anche il castello. Tali avvenimenti bellici furono narrati da Silvio Pellico, nell'ode La presa di Saluzzo. Così egli ricorda l'incendio della città:
«Repente una perfidia Entro le mura di Saluzzo avvenne,
Che affrettò la caduta. In varii alberghi Scoppian incendi orribili ed il volgo De’ cittadini si sgomenta, accoglie Di calunnia le voci. Un grido s’alza Esser Tommaso degl’incendi autore, Affinché al buon Manfredo omai vincente Nulla Saluzzo fuorché cener resti.»
Tommaso si consegnò nelle mani del siniscalco angioino Beltrando del Balzo (De Baux) pur di non trattare con lo zio: il marchese venne dunque incarcerato e affidato alla custodia di Perino Falletti,[1] ma venne liberato dopo un anno in seguito al pagamento di un pesante riscatto con i soldi presi a prestito, attraverso gli uffici della badessa di Rifredi, dal banchiere Oddino Granetto di Carmagnola. Il suo stesso custode (nonché vassallo) Perino Falletti diede larga parte dei soldi necessari al riscatto, la quale cifra ammontava a 80.000 fiorini, divenendo, assieme alla sua famiglia, garanti del marchese di fronte al re angioino: essi poterono così ottenere Sanfront e una parte di Lagnasco e Antonio Falletti poté avere la mano della figlia del marchese, Beatrice.[1][2]
Infatti, in seguito alla sconfitta di Gamenario dell'esercito angioino, il potere di Roberto I iniziò rapidamente a dissolversi. Privo dei suoi sostenitori e minacciato dai Visconti, Manfredo V decise di riconsegnare il trono al nipote, che per prima cosa decise di allearsi con i Monferrato al fine di minare sempre di più la potenza angioina.
Nel tentativo di recuperare i suoi territori invasi durante la guerra civile, Tommaso II si alleò e si trovò contro in fasi alterne i Savoia e gli Acaia, lasciando in eredità al figlio Federico II un marchesato dal futuro incerto. Tra queste alleanze va ricordata quella con Aimone di Savoia ed Azzone Visconti, che gli valse la partecipazione di un gruppo di suoi militari alla battaglia di Parabiago (21 febbraio 1339).
^ab Alessandra Sisto, Banchieri-feudatari subalpini nei secoli XII-XIV, Torino, 1963, pp. 95-103.
Bibliografia
Gabriele Bucci «Memoriale quadripartitum» di Gabriele Bucci da Carmagnola, a cura di F. Curlo, Pinerolo. 1911
Pietro Granetto (Petrus Granetius) Stylus regius Galliarum iuridicus olim Salucianis præscriptus. Burgi Sebusianorum (Bourg en Bresse), Jean Tainturier, 1630
Lodovico Dalla Chiesa (1568-1621).Relazione dello stato presente del Piemonte": 1635
Grato Molineri, "Serie, e vita dei marchesi di Saluzzo" 1766, (ristampa anastatica e trascrizione del manoscritto di Grato Molineri eseguita dalla litografia AGAM di Cuneo in mille esemplari numerati, Agami, 1997)
Delfino Muletti, Carlo Muletti "Memorie storico-diplomatiche appartenenti alla città ed ai marchesi di Saluzzo", Lobetti-Bodoni, 1830
Raffaello Menocchio, Le Memorie storiche della città di Carmagnola, Torino, 1890
Costanzo Rinaudo, "Centenario della fondazione di Cuneo: memorie storiche", Roux Frassati e Company, 1898
Armando Tallone, "Tommaso I, marchese di Saluzzo (1244-1296): monografia storica con appendice di documenti inediti", tip. di Bellafore e Bosco, 1916
Giuseppe Aldo Di Ricaldone, "Annali del Monferrato (951-1708)", La cartostampa, 1972
Mario Ravegnani Morosini, "Signorie e principati: monete italiane con ritratto", Maggioli, 1984
Piccolo archivio storico dell'antico marchesato di Saluzzo sotto il patronato del conte Ludovico di Saluzzo-Crissolo dei marchesi di Saluzzo / diretto da Domenico Chiattone; colla collaborazione di Costanzo Rinaudo, Ferdinando Gabotto, Giuseppe Roberti. - Rist. anast. - Saluzzo: Editoriale Rosso, 1987.
Aldo Alessandro Mola, "Saluzzo: un'antica capitale", Newton & Compton, 2001