Tetracloruro di titanio
Il tetracloruro di titanio (o cloruro di titanio(IV), cloruro titanico) è un alogenuro binario avente formula molecolare TiCl4. A temperatura ambiente è un liquido trasparente e incolore allo stato puro mentre prima di essere raffinato si presenta colorato di marrone; è un composto diamagnetico e covalente. Si decompone per forte riscaldamento producendo fumi tossici contenenti acido cloridrico. Reagisce violentemente con acqua generando calore e fumi corrosivi contenenti acido cloridrico. Al contatto con aria umida emette acido cloridrico, in presenza di acqua corrode molti metalli. Proprietà e struttura molecolareIl tetracloruro di titanio è un composto molecolare molto stabile termodinamicamente, ΔHƒ° = -804,16 kJ/mol.[2] Come i tetracloruri di carbonio (CCl4), silicio (SiCl4) e germanio (GeCl4), con i quali è isoelettronico di valenza, TiCl4 è un composto molecolare, anch'esso liquido volatile in condizioni ambiente.[3] La sua molecola è formata da un atomo di titanio al centro di un tetraedro regolare, legato a quattro atomi di cloro posti ai vertici; la simmetria molecolare è Td[4] e, di conseguenza, il momento dipolare è nullo (molecola apolare); nonostante che ogni legame Ti-Cl sia molto polare per via delle elettronegatività parecchio differenti (Ti, 1,54; Cl, 3,16),[5] la somma vettoriale dei momenti è nulla per la geometria tetraedrica regolare. Da un'indagine di diffrazione elettronica in fase gassosa la lunghezza del legame Ti-Cl risulta pari a 217,0 ± 0,2 pm e gli angoli Cl-Ti-Cl sono quelli tetraedrici, 109,5°.[6] La lunghezza sperimentale del legame Ti-Cl è molto più piccola della somma dei raggi ionici efficaci di Ti4+ (d 0) e Cl–, cioè 241,5 pm.[7] ProduzioneIl tetracloruro di titanio viene prodotto facendo reagire del rutilo, TiO2, o dell'ilmenite, FeTiO3 con cloro in una fornace, si ottiene del prodotto che viene poi purificato per distillazione. UsiIl tetracloruro di titanio è principalmente usato per produrre titanio puro nel processo Kroll. Inoltre è usato come catalizzatore per la produzione di polipropilene e polietilene nell'industria della plastica, nell'industria dell'elettronica, nella ceramica. In chimica organica è usato come acido di Lewis nei confronti di una grande quantità di donatori. Durante la seconda guerra mondiale è stato impiegato per nascondere navi militari sotto attacco, spargendolo allo stato liquido da aerei in volo; a contatto con l'aria umida si idrolizza rapidamente, producendo una cortina di vapore o fumo denso e bianco che scende fino alle onde.[8] Note
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