Specchio (Solignano)
Specchio è una frazione del comune di Solignano, in provincia di Parma. La località dista 6,20 km dal capoluogo.[1] Geografia fisicaLa minuscola frazione di Specchio sorge alla quota di 566 m s.l.m.,[1] sul monte Spinola, che divide la val Pessola[7] dalla piccola valle del rio della Marena, affluente destro del torrente Ceno;[8] scendendo lungo quest'ultimo versante, a poca distanza si trova l'abitato di Filippi, posto alla quota di 566 m s.l.m.,[2] mentre a fondovalle, sulla sponda destra del Ceno, è situato il centro di Marena, alla quota di 274 m s.l.m.[3] Più a monte lungo la val Ceno, sorgono le località di Zibel alla quota di 333 m s.l.m.[4] e, sul crinale tra le piccole valli dei rii della Selva e della Lubbia, di Massari alla quota di 449 m s.l.m.[5][9] StoriaIl monte di Specchio, detto anche monte Spinola, fin dall'epoca alto-medievale fu a lungo conteso da parmigiani e piacentini; nel 674 il re dei Longobardi Pertarito fissò il confine tra i territori gestiti dalle due città e dalle rispettive diocesi proprio in corrispondenza del rilievo.[10] In seguito fu edificato sulla sommità del monte un castello, menzionato per la prima volta nel 1132[8] quando fu alienato, unitamente ai diritti sul borgo e ad altri beni posti nella zona di Varsi, al Comune di Piacenza da Attone e Alberico da Fabrica.[11] Le controversie tuttavia non cessarono e nel 1176 la cappella fu contesa in una lite tra il vescovo di Parma Bernardo degli Uberti e il vescovo di Piacenza Tedaldo; la sentenza, favorevole a quest'ultimo, fu emessa dal vescovo di Brescia Giovanni Griffi e confermata dal papa Alessandro III.[12] Nel 1191 parmigiani e piacentini avviarono una nuova disputa riguardante i diritti sul castello, che coinvolse anche grondolesi da una parte e pontremolesi dall'altra; nonostante i propositi di risolvere finalmente la lunga controversia nominando quattro arbitri, due per fazione, gli accesi scontri perdurarono a lungo senza soluzione.[13] Nel 1249 l'imperatore del Sacro Romano Impero Federico II di Svevia investì il suo condottiero Oberto II Pallavicino di numerose terre nel Parmense e nel Piacentino, tra cui Specchio.[14] Nel 1391 il duca di Milano Gian Galeazzo Visconti assegnò i feudi di Specchio e di Pellegrino ai marchesi Galvano e Manfredo Pallavicino; nel 1397 il Duca confermò i diritti ai marchesi Braccialino e Filippone Pallavicino.[15] Nel 1422 il duca Filippo Maria Visconti rinnovò l'investitura al marchese Manfredo, figlio di Filippone;[16] tuttavia, nel 1428 le truppe milanesi, guidate dal capitano di ventura Niccolò Piccinino, conquistarono il castello di Pellegrino, arrestando il Pallavicino; il Marchese sotto tortura confessò di aver congiurato contro il Duca, che lo condannò a morte, incamerò tutti i suoi beni[17] e nel 1442 assegnò i diritti su Specchio al Piccinino.[11] Nel 1450 il duca Francesco Sforza investì Niccolò, Lodovico e Giovanni Pallavicino, marchesi di Scipione, del feudo di Specchio.[18] Nel 1690 il marchese Ascanio Pallavicino morì in carcere a Piacenza, estinguendo il ramo di Specchio del casato;[19] il castello, unitamente a quello di Castelcorniglio, tornò quindi ai Pallavicino di Scipione,[20][21] che si estinsero nel 1776.[22] I due manieri furono quindi assegnati ai conti Valeri, ai quali seguirono dopo pochi anni i conti Rugarli,[23] che mantennero i diritti feudali fino alla loro abolizione sancita da Napoleone nel ducato di Parma e Piacenza nel 1805.[24] In seguito Specchio divenne frazione del nuovo comune (o mairie) di Solignano.[23] Monumenti e luoghi d'interesseChiesa di San Martino Vescovo![]() Menzionata per la prima volta nel 1176, la chiesa fu modificata successivamente a più riprese; risistemata nelle coperture nel 2001, fu aggregata nel 2003 alla diocesi di Parma. Il luogo di culto, dai tratti neoclassici e modernisti, è caratterizzato dalle ricche decorazioni interne; l'edificio conserva vari dipinti settecenteschi e una croce cinquecentesca.[8][25] Cappella mortuaria![]() Edificata nel XVIII secolo sulla piccola altura di fronte alla chiesa di San Martino vescovo, la cappella neoclassica fu utilizzata fino al 1875 come sepoltura per gli abitanti del borgo.[8] Oratorio di Santa Maria della SelvaEdificato nel 1493 dalla famiglia Piroli che vi eresse un beneficio col titolo di Santa Maria della Neve e Sant'Antonio Abate, l'oratorio di Selva di Specchio fu ceduto nel 1869 alla famiglia Gabelli, che dopo pochi anni estinse il beneficio; affidato in seguito alla parrocchia di San Martino di Specchio, tra il 1955 e il 1957 fu ampliato e ristrutturato; consolidato e risistemato tra il 2016 e il 2018, fu inaugurato al termine dei lavori dal vescovo di Parma Enrico Solmi. Il luogo di culto, rivestito esternamente in pietra, conserva al suo interno tre antiche statue.[26][27] CastelloMenzionato per la prima volta nel 1132 quando fu acquistato dal Comune di Piacenza, il castello fu a lungo conteso da parmigiani e piacentini; assegnato nel 1249 al marchese Oberto II Pallavicino, fu ceduto nel 1442 a Niccolò Piccinino, per tornare nel 1450 ai Pallavicino di Scipione; da tempo abbandonato e in rovina, fu acquisito dai conti Valeri alla fine del XVIII secolo e successivamente dai conti Rugarli; acquistato nella seconda metà del XIX secolo dalla famiglia Zanetti, se ne perse in seguito ogni traccia.[11] Castello di Castelcorniglio![]() Edificato entro il 1226 a difesa della bassa val Ceno, controllata dai parmigiani, dalle ingerenze piacentine, il castello di Corniliolum passò successivamente al marchese Manfredo Pallavicino, figlio di Oberto; assegnato nel 1430 a Niccolò Piccinino, nel 1450 fu restituito ai Pallavicino di Scipione; acquisito dai conti Valeri alla fine del XVIII secolo e successivamente dai conti Rugarli, fu acquistato nella seconda metà del XIX secolo dalla famiglia Zanetti, che lo ristrutturò completamente; alienato alla fine del secolo a Giuseppe Zanchi, fu adibito nel XX secolo ad azienda agricola e agriturismo dai suoi eredi Buratti Zanchi. Realizzato interamente in pietra, il complesso fortificato si sviluppa intorno a tre cortili ed è delimitato da una cinta muraria merlata con quattro torri angolari circolari; il massiccio corpo centrale, dominato dal mastio, ospita al suo interno la ricca biblioteca della famiglia Zanetti.[21] CasatorreCostruito in pietra, l'antico edificio è dominato dalla torre, caratterizzata dalla presenza di una serie di aperture ad arco ogivale incorniciate in mattoni, rimaneggiate in epoca più recente; di pregio risulta il balchio, ossia la scala coperta d'accesso, che si affaccia sul retro attraverso una grande apertura ad arco ribassato.[28] Casatorre di FilippiCostruita nel XVI secolo interamente in pietra, la casatorre di Filippi, appartenuta in origine all'omonima famiglia, fu in seguito in parte modificata nelle aperture; al suo interno, sviluppato su tre livelli abitativi, sono conservati i camini dell'epoca.[29] Casatorre di MassariCostruito in pietra, l'antico edificio di Massari è costituito da una torre colombaia centrale e due più basse ali contrapposte; al primo e al terzo livello si aprono alcune finestre incorniciate in laterizio e coronate da architravi in legno.[30] Casa con balchio di MassariCostruito interamente in pietra, l'antico edificio è caratterizzato dalla presenza di un lungo balchio, affacciato sulla strada attraverso due ampie aperture ad arco ribassato modanate alla base.[31] Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
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